Regali e soldi in base ai risultati scolastici raggiunti, è un sistema giusto oppure no?

Per me il dilemma non esiste. Una delle poche cose sulle quali concordo appieno con l’educazione ricevuta dalla mia famiglia è il principio per il quale non c’è ragione che giustifichi la richiesta del regalo. “Hai fatto solo il tuo dovere” mi avrebbero risposto i miei genitori più di 30 anni fa e io, che pur mi sono ammorbidita su certe questioni di principio una volta diventata madre, ritengo sia giusto lodare i risultati e ancor prima l’impegno messo, ma non ci sono ricompense materiali a fronte di un buon voto o di una buona pagella. Quindi, regalo di fine anno scolastico sì o no? No.

Che altro devi fare nella vita, se non andare bene a scuola?

Un altro classico della mia educazione. Eppure non avevo tanto quanto hanno adesso i miei figli, anche perché tante opportunità non c’erano. I più fortunati facevano sport, qualcuno andava agli scout, ma poi come bambini non avevamo le opzioni di scelta che hanno i nostri figli: laboratori, teatro, musica, cinema, tutti i dispositivi elettronici che desiderano e davvero pochissimi doveri, fra cui quello di impegnarsi a scuola.

Ma allora chi fa il regalo sbaglia?

Ah, io questo non lo so! Ben poche certezze ho e meno che mai mi piace screditare le scelte genitoriali degli altri. Tra l’altro conosco famiglie che premiano con regali o soldi i loro figli quando prendono un bel voto e quegli stessi figli sono ragazzi deliziosi che probabilmente avrebbero gli stessi risultati anche se non ricevessero un regalo.

Qui si impone il confronto con psicologa e pedagogista e, ancora una volta, le nostre interlocutrici sono Francesca Safina psicologa e Sadia Safina pedagogista autrici del blog Casasafina , sito che vi consiglio vista la ricchezza dei contenuti utili alla nostra professione di genitori.  Sadia e Francesca oltre ad essere due professioniste legate dallo stesso cognome sono anche due mamme.

“Se vai bene a scuola, a fine anno premio”

a cura di Francesca Safina, psicologa e Sadia Safina pedagogista

Comprare e basta, così, perché la scuola è finita …Quale senso può avere? Ci avete mai pensato?

Comprare qualcosa “perché hai preso buoni voti” significa dare valore a un numero sulla pagella, e misurare il valore dei nostri bambini e bambine su quel numero. Ma loro non sono un numero.

Riconoscere, invece, il loro IMPEGNO sul lavoro fatto, la scuola appunto, ha un valore educativo e di crescita

“Io ho potuto accorgermi insieme a te del tuo impegno e te lo riconosco a fine lavoro”.

Quindi non può e NON DEVE  minimamente diventare un MODELLO DI RICATTO (da strascicare per tutto l’anno pensando di avere più potere sui voti!!)

“Se vai bene a scuola alla fine ti compro un regalo”.

Altrimenti, in questo modo, la motivazione allo studio viene incentivata da un premio esterno, che a lungo andare danneggerà la motivazione interna di vostro figlio o figlia.

Ed è proprio la motivazione interna che serve per riuscire nella nostra vita, il sentire che lo voglio fare per me, perché mi piace, mi dà soddisfazione e mi fa stare bene. Proprio per questo il rafforzamento positivo del genitore deve essere un rispecchiamento positivo della motivazione, non del risultato finale.

Ribaltate la situazione completamente

“Quest’anno hai lavorato davvero tanto, e, come succede ai grandi al lavoro, noi abbiamo deciso di darti un premio, per tutto il lavoro che hai fatto tu, anche nei giorni che eri stanco/a. Ti sei impegnato/a davvero tanto e dobbiamo festeggiare! Adesso comincia il tuo riposo! Complimenti per il tuo lavoro!”

Lasciamo pensare i nostri piccoli e, con loro, si sceglie un premio, una gita, una giornata particolare, un momento da vivere insieme, un film da vedere, una cena speciale con un amico. Oppure anche un oggetto, se proprio proprio volete, ma non di grosso valore, fate sì che l’oggetto prenda valore per il suo grande significato, non per il peso delle banconote che sono uscite dal vostro portafoglio! In tutto ciò il nostro bambino o bambina ha un ruolo da protagonista, è lui/lei che consapevolmente decide insieme all’adulto, non è un bambino che sta lì a mani aperte, e bocca pure, a ricevere un oggetto!

È bello festeggiare per il più piccolo impegno dei vostri bambini, a prescindere dai risultati, che possono essere più o meno buoni. Dobbiamo trovare anche solo un minuscolo semino della PASSIONE in loro, c’è sempre, e va coltivata e, da genitori, aiutata a sbocciare.

Quindi, sì ai regali di fine anno, ma con la testa … E il cuore dentro!

Buona riflessione a tutti noi 🙂