Come insegnare ai bambini che il cibo spazzatura fa male

Non so quante volte ho dovuto patteggiare con i figli per evitare cibo spazzatura mangiato direttamente nei fast food di Firenze e provincia. Non sono una persona particolarmente rigorosa e a casa nostra non c’è il veto su alimenti come coca cola, chips varie, wurstel, e anche per i fast food, non abbiamo mai avuto un atteggiamento intransigente, è sempre stata richiesta però consapevolezza e misura da parte di tutti: se ti porto mangiare il big mac sabato, non me lo richiedere il sabato successivo perché la risposta sarà, inesorabilmente, “no!”. La tendenza tuttavia a mangiare schifezze c’è sempre stata; ovviamente non so come funzioni nelle vostre famiglie, ma fino a un certo tempo fa, se domandavo: “cosa vi piacerebbe mangiare stasera? la risposta era “hot dog e patatine!!” o simili. Se c’era un espositore di sacchetti di patatine fritte, meglio con giochino dentro, era quella la merenda più desiderata. Se c’era da imbastire un pranzo veloce, la proposta era sempre “perché non ci compri le cotolette pronte?”

E spiega che fa male, che la salute è importante, che sono alimenti pieni di grassi, coloranti, zuccheri … Sì, certo, argomenti davvero di poco effetto su bambini di 5/10 anni. Poi, non so come, uno zio di mio marito, convertitosi ad una dieta vegana, ha postato su Facebook un video relativo alla produzione di preparati come “cotolette di pollo, wurstel, polpettoni”; niente di violento o cruento,  solo un video che riprendeva come si producono, in fabbrica, questi preparati alimentari e soprattutto, con cosa si fanno.

Ora ti mostro cosa sono “le carni separate meccanicamente”

In una manciata di secondi è stato lampante il significato profondo della frase: “del maiale non si butta via niente” e aggiungiamo anche, del pollo e di qualunque altro animale destinato al consumo alimentare. Non c’è stato nemmeno bisogno di fare tanti commenti: di fronte a quell’orrenda poltiglia grigiastra è bastato pronunciare la frase: “Che schifo!!” per chiudere per sempre l’argomento. Un video chiaro e semplice che descrive il processo di produzione dei preparati fatti con “carni separate meccanicamente” meglio di tante lezioni poetiche ed edulcorate che per convincere i bambini a mangiare sano propongono frutta che parla, vitamine che cantano, verdurine ballerine.

 

Adesso che sono tutti consapevoli, il problema non è più contenere i bambini che di cotolette, polpette, polpettoni e wurstel e tortellini pronti non ne vogliono più sapere, ma riorganizzare la routine familiare per quanto riguarda i pasti veloci.

Dal disgusto alla partecipazione, a cucinare pensiamo tutti!!!

Questo moto di repulsione ha spinto tutti, me per prima, a riconsiderare molto del nostro modo di alimentarci e ha segnato non solo un ritorno a ingredienti e piatti semplici, ma anche la partecipazione attiva dei bambini nella preparazione del cibo, perché è vero che con 4 figli e lavorando non è facile preparare da soli tutto, ma niente vieta di coivolgere i bambini e farsi aiutare .

ravioli-2Siamo partiti dalla pomarola alla fine dell’estate: dopo aver assaggiato quella della zia Marta al mare, i bambini hanno convenuto che era molto più buona di quella comprata al supermercato e si sono offerti di farla loro. La pomarola è diventata appalto di mio figlio di 12 anni, grande aggeggione, che nella preparazione della stessa ha trovato un passatempo a cui appassionarsi variando di volta in volta la ricetta (ha selezionato su internet diverse combinazioni e le ha provate tutte). Gli ho anche lasciato preparare le etichette da apporre ai vasetti, ovviamente firmate da lui e mi sono limitata a pensate al procedimento per renderle sottovuoto. I dolci e i biscotti sono delle femmine, ci pensano una volta alla settimana il duo Guendalina e Corinna che, sotto la mia direzione, preparano pasta frolla e altre cose semplici. La pasta fatta in casa è riservata alla domenica, vorrebbero metterci le mani tutti ma è a Ludovico che ho dato la “responsabilità” della macchina (la mitica titania in scatola vintage anni ’60) che era dei nonni e che abbiamo recuperato e ripulito dalla cantina.

E per quanto riguarda i pasti a scuola? Beh, la scelta su questo l’ho fatta io da un paio di anni, li ritiriamo all’ora di pranzo e li riportiamo dopo che hanno mangiato a casa, ci siamo organizzati a turni e fra nonni, babbo e tata ci si fa, con difficoltà, ma ci si fa …

Per approfondimenti: http://www.greenstyle.it/storie/mangiare-sano