Le diverse prospettive che offre l’idea di fare un panino

Questa mattina sono stata colta di sorpresa dall’osservazione di una cara amica che ha espresso la sua preoccupazione sul mio futuro del prossimo anno, quando cioè il mio primogenito passerà alle scuole medie e sarà a casa, senza pranzo, alle ore 14,30 circa, incrociandosi con me (spero) sulla via del ritorno dal lavoro. La sua preoccupazione nei mie confronti,  le è sorta come riflesso spontaneo delle varie difficoltà di adattamento alla scuola media che sta vivendo lei in famiglia: ritorno del figlio a casa per pranzo, compiti compiti compiti e tanto da studiare, la stanchezza del bambino e un nuovo modo di affrontare le settimane molto diverso dai ritmi delle scuole elementari a tempo pieno.

Io mi commuovo sempre quando qualcuno si preoccupa per me e in questo caso speciale alla tenerezza si è aggiunta la sorpresa di realizzare che del passo scuole medie, l’ultima cosa che mi desta preoccupazione è il pranzo del bambino e la premura di garantirgli un pasto caldo e la compagnia di almeno un membro della famiglia al ritorno da scuola; ma non basta fare un panino? Magari se lo mangia sulla via del ritorno, così almeno si evita di fare briciole in cucina …

Tanti tipi di famiglie, tante priorità diverse, ma la stessa unica preoccupazione: il benessere dei bambini

piccoli ingredientiNel mezzo del casino della mia vita, garantire un piatto caldo al figlio che rientra da scuola è l’ultimo dei miei pensieri: con quattro figli, diverse attività e un compagno poco presente, la mia vita è una corsa a tappare buchi della nostra esistenza facendo l’equilibrista fra un corso di nuoto, il pane da comprare, i figli da sistemare, le pile di bucato da fare e l’impossibile tentativo di andare in pari con i panni da stirare. Il piatto caldo?  Aahhahhahahhaha … Ma speriamo di riuscire a garantirgli il piatto freddo, potrei sempre dimenticare di comprare il pane (come in effetti è successo due volte questa settimana).

Però questo mi ha fatto riflettere, perché la preoccupazione della mia amica è lecita e merita rispetto quanto le mie su altri fronti: il punto non è il panino o la mutanda stirata, riuscire ad accompagnarli all’ennesimo laboratorio pur  stremata dalla stanchezza o resistere al freddo su una gradinata solo per seguirlo in una partita per lui importante; il punto è che ognuno di noi stabilisce delle scale di priorità sulle quali definisce il suo essere o meno un bravo genitore. Queste scale con le quali continuamente ci misuriamo, sono del tutto soggettive e a volte fermarsi e confrontarle con gli altri e vedere che sono completamente diverse le une dalle altre, ci dà la misura di quanto spesso ci danniamo l’anima sentendoci inadeguati su aspetti dell’esistenza che per altre persone sono di poco o nessun valore.

La sublimazione del panino: la cena a sorpresa dei “bocadillos spagnoleggianti”

a tavola con i paniniLa nostra breve conversazione sulle priorità che ogni genitore decide per i propri bambini, mi ha spinto ad una serata “prova” in cui il panino, da scappatoia dell’ultimo minuto, sarebbe stato trasformato in sorpresa delle sorprese, da veicolo del messaggio: “stasera non ho voglia di far niente, beccatevi un panino” a: “non potete capire che capolavoro di inventiva e di amore vi ho riservato per la cena di stasera” il panino è sempre lo stesso, più o meno, il senso molto diverso.

Ho comprato 14 mini panini e poi ho studiato delle combinazioni di farcitura che fossero sane, appetitose, colorate e confezionate in modo tale che a tutto potessero alludere, tranne che ad una cena tirata via.

Ecco le combinazioni: minifrittata, philadelfia, insalatina e olio nuovo; salmone, formaggio brie e pepe rosa; cotolettina, pomodoro e foglia di lattuga; funghetti, speck e fontina; tonno, pomodoro e insalata; zucchine, stracchino e prosciutto cotto. Qualcosa ho preso in velocità al super tornando a casa, qualcosa l’ho rimediato dagli avanzi del frigo, qualcosa l’ho cucinato in fretta dai surgelati.

Poiché la scenografia ha il suo peso, li ho presentati su un grande vassoio al centro della tavola e, poiché ancor più della presentazione, vale l’atteggiamento e l’aspettativa che si crea, ho subito annunciato al rientro da scuola che la sera, a cena, ci sarebbe stata una sorpresa, qualcosa di inaspettato e unico.

“Cosa?? Cosa?? Cosa?? Diccelo, diccelo, diccelo!!”

“Eh, è un segreto, posso solo dirvi il nome … “Bocadillos spagnoleggianti” (pareva ci fosse l’eco … anti … anti … anti …).

Senti che nome!!! Che suono!! Sembra già di stare sulle ramblas di Barcelona all’ora dell’aperitivo …

Un panino è sempre un panino, sta a noi decidere se trasformarlo in qualcosa di speciale o considerarlo un fallimento e questo vale per i panini, per gli appuntamenti saltati, per il tempo passato dietro i compiti e il resto …