Tuo figlio vorrebbe stare sempre su internet? Ha una passione irrefrenabile per i videogiochi? Sembra proprio ipnotizzato davanti al monitor? Pensi che ne faccia un uso eccessivo o scorretto?

E tu come potresti intervenire?

Capita di leggere articoli che esaltano le nuove tecnologie che sicuramente in tanti casi ci hanno reso la vita più semplice, e capita di leggerne almeno altrettanti che le demonizzano imputando loro la causa di molti mali. Personalmente ritengo che la verità stia nel mezzo e che come in molte cose ci si debba affidare anche al buon senso.

La tecnologia come supporto

Sicuramente l’uso di computer e tablet è utile per veicolare informazioni e per accorciare le distanze nel comunicare, può favorire quindi la partecipazione sociale e la sensibilizzazione su molte tematiche; non solo, può anche essere molto utile nell’apprendimento delle materie scolastiche, se non addirittura necessario (penso ai ragazzi con deficit sensoriali o con disturbi specifici dell’apprendimento che devono essere adeguatamente sostenuti dagli strumenti digitali). È in questa ottica che ritengo dovremmo guardare alla tecnologia: come un insieme di strumenti utili da accendere quando se ne ha bisogno e spegnere quando non servono più.

La tecnologia come dipendenza

È anche vero che ormai sono noti gli effetti negativi di un uso scorretto o eccessivo di tali strumenti:

  • Sovrappeso e obesità dovute all’immobilità di molte ore passate davanti agli schermi,
  • Difficoltà di memoria, di concentrazione e di attenzione; insonnia,
  • Stimolazione dell’aggressività e disturbi del comportamento,
  • Difficoltà emotive e relazionali dovute all’isolamento,
  • Vere e proprie forme di dipendenza dalle nuove tecnologie per cui saranno necessarie lunghe e complesse terapie per uscirne.

Il rischio per i bambini molto piccoli

D’altra parte i bambini anche molto piccoli vengono da subito in contatto con questi strumenti ormai presenti nella maggior parte delle case, spesso giocano con gli smartphone dei genitori (quasi quanto loro!)  e ce ne sono alcuni che già alla primaria hanno il cellulare. Per questi motivi penso sia utile per un genitore riflettere sulle abitudini che sta insegnando al proprio figlio. Ricordiamoci che i bambini imparano prevalentemente dall’esempio, quindi cerchiamo di essere noi un buon esempio anche in questo caso!

Alcune buone abitudini da trasmettere ai bambini potrebbero essere queste:

  • Usare il computer, il tablet o la tv per un tempo massimo di due ore per i bambini in età scolare, ma anche meno per i più piccini: quindi non come una baby-sitter che li tenga impegnati per troppo tempo.
  • Lasciare che li usino durante il giorno e non prima di dormire perché potrebbero faticare ad addormentarsi,
  • Evitare di tenere televisioni e computer nelle loro camerette.
  • Accompagnarli nell’uso delle tecnologie: controlliamo ciò che guardano e parliamone insieme, condividiamo con loro i contenuti digitali permessi e cerchiamo di evitare giochi e programmi violenti e molto aggressivi; eventualmente parliamone insieme, non lasciamo soli i bambini con i loro dubbi davanti allo schermo!
  • Spiegare che ciò che pubblichiamo può avere delle conseguenze “reali” sulla vita di altre persone, diventiamone consapevoli anche noi, perché la realtà virtuale è separata da quella reale da una linea molto sottile,
  • Cercare di suscitare il loro interesse anche in altri settori con altri tipi di giochi, lo sport, la natura, le relazioni sociali dirette e tutto il resto della vita.
  • Se il bambino è già grandicello, non mettersi di punta vietando e creando ancora più desiderio di stare al computer, spiegate a vostro figlio i rischi che corre e proponetegli di tenere un diario di quanto tempo passa davanti a un monitor e di quanto, invece, si dedica ad altre attività. Il tempo di fronte a youtube, giochi, video, corre veloce e se ne perde la percezione, un po’ come succede a chi si rinchiude dentro una stanza da gioco di un Casinò (vi siete mai chiesti perché non ci sono finestre? Perché devi perdere il senso del tempo e continuare a giocare).

Creare consapevolezza con una lista del tempo …

Soprattutto per quei momenti in cui non ci sono impegni come lo sport o un corso, magari il bambino/a non ha un amichetto o il fratello per farsi coinvolgere nel gioco, ecco allora che prendere consapevolezza del tempo può aiutare il bambino a non lasciarsi prendere la mano dallo stare incollato a un monitor. È vero che possiamo intervenire e dare un divieto, ma non sarebbe meglio che imparasse a capirlo da solo, dopo un lavoro di mediazione con il genitore? Qui di seguito potete vedere la lista fatta da un bambino per non cadere nella trappola dei videogiochi a tempo indeterminato. La lista è ovviamente una linea guida, se poi non la rispetta al 100%, non fa niente, l’importante è che si renda consapevole di come il tempo scorra.

tempo videogiochi
La lista creata in autonomia da un bambino di 10 anni per organizzarsi in un pomeriggio senza impegni da passare a casa (evitando di passare la giornata sui videogiochi)

Il gioco e l’importanza anche di annoiarsi

Consideriamo che i bambini in realtà si divertirebbero anche con poco, e se si annoiano ogni tanto è anche meglio perché un po’ di noia stimola la creatività e richiede al loro cervello di trovare strategie alternative! Non riempiamo sempre ogni spazio mentale e fisico con qualcosa da fare. Ricordiamoci inoltre che in internet non esiste privacy adeguata, quando condividiamo foto dei nostri figli pensiamo sempre che quella è la foto di un bambino che continuerà a girare su internet, quindi occhio a cosa postiamo anche noi adulti!

Se ti serve aiuto, puoi contattare

Loredana Corda, pedagogista e mediatore familiare

www.pedagogiaemediazione.it[email protected]

Pagina Fb: Pedagogia – Mediazione Familiare

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