Benessere Formato Famiglia con la dott.ssa Silvana Russo

I NOSTRI FIGLI DISLESSICI

Dott.ssa Silvana Russo – Psicologa, Psicoterapeuta

Per un bambino dislessico il mondo della scuola può divenire un inferno o un posto meraviglioso. Difatti non è sempre detto che la famiglia, per i motivi più vari, dedichi a questo tipo di bambini la cura e l’ascolto necessari. A volte un aggettivo, un commento o una sottile e celata sfiducia coronano i dialoghi e le interazioni dei genitori con questi ragazzi.

Se i genitori mostrano questa insoddisfazione non è improbabile che il bambino trovi difficoltà ad avere fiducia in se stesso.

I bambini con DSA sperimentano più dei loro compagni stress scolastico, più fatica sui compiti, specialmente quelli che richiedono la lettura (e specialmente i compiti a casa), e/o più fallimenti, in termini di qualità o di completamento del compito.

Di conseguenza, il bambino/a o il ragazzo/a sperimentano minore motivazione a (“voglia di”) leggere, maggiore evitamento dei compiti, e/o minore attenzione in classe, e/o aumento della vulnerabilità a sintomatologie ansioso-depressive e ad atteggiamenti di disobbedienza e sfida.

 Quando i bambini finisco in un circolo vizioso autoalimentante

figli dislessiciGli effetti sopra descritti possono attivare un circolo vizioso autoalimentante, quindi “degenerativo”: il disimpegno, la disattenzione, la sfiducia nelle proprie capacità di riuscita, e/o la demoralizzazione aumentano gli insuccessi scolastici e le insoddisfazioni degli adulti nei suoi confronti, e il circolo vizioso si autoalimenta a spirale.

La legge n.17 dell’8 ottobre 2010 sui DSA recita fra le altre finalità quella di favorire il successo scolastico, anche attraverso misure didattiche di supporto, garantire una formazione adeguata e promuovere lo sviluppo delle potenzialità e ancora, preparare gli insegnanti e sensibilizzare i genitori nei confronti delle problematiche legate ai DSA. Il legislatore ha voluto richiamare proprio attraverso questi obiettivi, l’attenzione sull’importanza sia della formazione ma anche della sensibilizzazione ossia della consapevolezza dei vari aspetti psicologi correlati con i DSA.

Si rende allora necessario creare modalità comunicative che facilitino al’interno della scuola lo scambio di informazioni utili per veicolare ciò che serve e ciò che non lo è per facilitare l’apprendimento dei singoli casi DSA.

Il ruolo degli insegnanti ed il benessere all’interno della struttura scolastica

I nostri figli dislessiciGli insegnanti hanno bisogno di sensibilizzarsi anche su aspetti meno visibili ma non meno importanti che coinvolgono l’area di benessere psico-sociale dei ragazzi con DSA. Il risultato di tale lavoro può permettere la costruzione di valide ed efficaci alleanze fra famiglia-alunno-scuola.

Ascoltare le opinioni dei ragazzi e prenderle in considerazione nei processi decisionali (una scuola che, creando un contesto di dialogo ed ascolto, educa al rispetto delle differenze che si manifestano anche nelle opinioni personali) crea motivazione e sappiamo bene come questa sia il vero motore di ogni azione.

E’ auspicabile, quindi, che gli studenti siano messi in condizione di presentare la loro differenza, la dislessia, avendo compreso che si tratta di una caratteristica tutt’altro che rara, sempre accompagnata da buona intelligenza e da nessun altro problema. I compagni di scuola possono mostrarsi veramente solidali se informati e resi partecipi. Ma sappiamo come tutto ciò non avvenga quasi mai. Genitori, insegnanti e ragazzi stessi hanno posizioni molto diverse al riguardo ma spesso, nella quotidianità, i ragazzi con DSA adottano comportamenti che emulano la loro difficoltà inciampando continuamente su sé stessi e accumulando “debiti”.

“Se uso gli strumenti compensativi gli altri mi guardano, mi scherniscono, mi escludono perché troppo tutelato dai docenti…insomma IO VOGLIO ESSERE UGUALE AGLI ALTRI!” mi urla Giovanni, un ragazzo, che frequenta la prima superiore. Nonostante siano già sette anni che convive con questa difficoltà, non riesce proprio a farsene una ragione.

E allora? Dico io. “Allora io non riesco ad usare ed accettare gli aiuti elettronici e cartacei, proprio non ci riesco! Mi vergogno tantissimo!”

Spiegherò poi ai genitori e a Giovanni che il processo di accettazione e quindi di superamento dell’ostacolo DSA avviene per microscopici passi che vanno stimolati sin dalle scuole elementari. Ma nessun problema, adesso Giovanni ha un’età che mi permette di dialogare e di creare con lui una vera e propria alleanza e con lui affronteremo ogni ostacolo.

Cosa sono gli strumenti compensativi? In quale documento devono essere menzionati? Come addestrare i ragazzi al loro uso?

SilvanaVe lo dirò la prossima volta.

E se avete delle domande da fare, vi aspetto!

Dott.ssa Silvana Russo – Psicologa, Psicoterapeuta
iscritta nell’Albo degli Psicologi della Toscana con il n. 3371 –
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