Un tutù rosa, scarpette con le punte e una grazia da fare invidia

Difficile, soprattutto se siete mamme di bambine, non aver ceduto alla tentazione di iscrivere le vostre piccole ad una scuola di danza. E i maschietti?

Su di loro grava ancora un pesante pregiudizio: bambini che si dedicano alla danza classica sono pochissimi ed è paradossale, perché probabilmente dietro un bambino che agogna frequentare una scuola di danza, potrebbe nascondersi un talento, e voi glielo state negando …

In questo post, faremo chiarezza sull’universo danza classica e su tutte le sue varianti: gioco-danza in primis e, per farlo, ci siamo affidati a una ballerina professionista, Monica Gargani, che a Firenze ha una scuola, la  SFA scuola di formazione artistica di Firenze, una delle scuole di danza classica serie Firenze

Monica, l’idea che le proprie bambine facciano danza classica piace molto, soprattutto alle mamme, ma al di là del fascino del tutù, ci spieghi cosa comporta intraprendere un percorso, serio, in questa disciplina?

Secondo me, sarebbe il caso che almeno ci fosse, da parte dei genitori, una pur minima conoscenza di cosa significa “danza classica”, andando a leggere qualche libro oppure facendo delle ricerche su Internet.  La prima cosa, se io fossi una mamma estranea alla materia, farei questo, anche per capire meglio cosa piace davvero a mio figlio e poterlo aiutare nella sua scelta.

 Dal mio punto di vista tutto quello che è “troppo serio”, spaventa alcuni genitori, i quali partono dall’idea che i figli abbiano comunque dei limiti dopo il lavoro scolastico, oltre i quali sia meglio non andare. Eppure ci sono moltissimi studi che dimostrano che ragazzini molto impegnati in attività sportive e artistiche hanno risultati scolastici superiori alla media!

Il ruolo dei genitori, oltre a essere quello di accompagnatori dei figli al corso, deve essere quello di motivarli sul valore di quello che stanno facendo e sull’importanza di assumersi un impegno di frequenza, superando i momenti di pigrizia e imparando a organizzarsi con i compiti, magari avvantaggiandosi quando non hanno niente da fare.

La prima cosa da fare è comunque chiedersi: DOVE STO MANDANDO MIO FIGLIO A DANZA CHI E’ L’INSEGNANTE? QUALI QUALIFICHE HA? Invece di esordire con: QUANTI BAMBINI C ISONO A LEZIONE NEL CORSO?

Il percorso dei figli dipende sempre dall’intelligenza e dalla curiosità dei genitori!

Danza-gioco, danza-dance, danza-ludica e non mi vengono in mente altri nomi, ma la fantasia non ha limite in questo campo. Cosa sono? Sono percorsi seri?

Secondo me, il GiocoDanzando, come noi lo chiamiamo, è fondamentale nel percorso formativo dei bambini, perché è il primo approccio ludico che poi si trasformerà in propedeutica.

Avviciniamo i bambini al ritmo, utilizzando la fantasia e l’immaginazione, motori trainanti del corso che viene proposto sotto forma di gioco. I bimbi vengono coinvolti in giochi psicomotori e percorsi che prevedono una parte più ludica e una più tecnica.

La musica e alcuni oggetti forniti dagli insegnanti (foulard, nastri, palle, cerchi, birilli…) sono propedeutici a sviluppare la fantasia infantile, immergendoli in un mondo nuovo, in cui ai piccoli viene chiesto di agire quasi si trattasse di un gioco, ma utilizzando delle regole.

In questo corso la danza non è una vera disciplina fatta di regole e di passi, ma le regole che vengono man mano insegnate ai bambini sono lo strumento ludico con il quali i piccoli allievi si avvicinano a questa nuova disciplina, divertendosi. Si tratta di lezioni durante le quali i bambini vengono completamente coinvolti, anima e corpo, ma dove la concentrazione richiesta per imparare i passi viene spostata sull’aspetto del gioco e della fantasia. 

Si comincia a 4 anni per il GiocoDanzando, mentre per i piccolissimi noi proponiamo il Corso Jeu danse Bebè.

La differenza tra il Jeu Danse Bebè e GiocoDanzando è che in quest’ultimo si richiede una maggiore consapevolezza del proprio corpo e si comincia ad interagire con alcune parti di esso per iniziare un lavoro di maggiore sensibilizzazione.

Da che età un bambino può cominciare questa disciplina?

Dai 3 anni con il nostro corso di Jeu Danse Bebè e dai 4 anni con il Corso di Giocodanzando.

Qual è l’impegno richiesto?

Per il Jeu Danse Bebè la frequenza è di una volta la settimana. Per il Giocodanzando, due volte a settimana. Per la propedeutica, fino agli 8 anni, due volte a settimana con due lezioni di classico e una di moderno. Dagli 8 anni in sù, si può continuare un percorso didattico meno intensivo, quindi come quello sopra descritto, oppure per scelta e consiglio della nostra scuola, un percorso Intensivo di Formazione chiamato PIF, nel quale s’intensificano il numero delle lezioni e l’impegno richiesto è maggiore.

Come fa un genitore a riconoscere una scuola seria?

Non è assolutamente facile, posso capirlo e, come ho detto prima, soltanto un genitore intelligente e curioso può risolvere al meglio questo quesito. Anche perché la scelta è difficilissima: ogni anno c’è una crescente offerta di nuove scuole di danza, corsi e offerte di ogni tipo. Quindi, un genitore che per la prima volta deve fare una scelta del genere, ha bisogno di valutare più cose che sono poi indispensabili per la crescita fisica ed emotiva, in sicurezza, del proprio figlio.

Diciamo che i genitori invece considerano di solito queste cose: dove va a danza l’amichetta del cuore, se c’è il parcheggio, se si divertono, il risparmio e, talvolta, il principio “meno fanno meglio è”.

Quando non ci si vuole sbattere troppo, poi, si sceglie la scuola sulla base della notorietà o della vicinanza a casa. Va da sé che nessuna di queste considerazioni sono sinonimo di qualità.

3 dritte per valutare la serietà di una scuola di danza

  • 1) La prima cosa da valutare, secondo me, è la figura dell’insegnante. Per scegliere nel modo migliore una scuola di danza, è essenziale informarsi sulla formazione degli insegnanti, non abbiate vergogna a chiedere i titoli! È un vostro diritto. Un buon insegnate di danza, infatti, deve avere innanzitutto una necessaria conoscenza del corpo umano, soprattutto dell’apparato scheletrico e muscolare, per scongiurare il pericolo di arrecare danni fisici agli allievi. Inoltre, deve avere alle spalle un’ampia formazione nel settore, per garantire un buon lavoro. Un insegnante deve anche conoscere gli aspetti culturali, artistici e di costume che accompagnano la danza e, non da ultimo, deve essere in grado di trasmetterli con dedizione e tanta passione!
  • 2) Una buona scuola di danza deve possedere dei precisi requisiti, sia che si tratti di una scuola privata sia di un corso di ballo in una palestra. La sala deve essere ampia, ben illuminata, con grandi specchi alle pareti e, cosa fondamentale, una pavimentazione idonea in legno o linoleum. È importante che il pavimento sia elastico per non provocare danni al corpo. In generale, la sala deve rispettare le norme di sicurezza e possedere un ottimo dispositivo audio fonico e un buon impianto di areazione. Ogni disciplina specifica richiede poi attrezzi e/o strumenti di supporto, come ad esempio le sbarre a doppia altezza per la danza classica. Inoltre, devono essere presenti spogliatoi e servizi igienici idonei.
  • 3) L’ambiente positivo e l’organizzazione dei corsi sono altri due aspetti da tenere in considerazione. Il divertimento, l’entusiasmo, l’umiltà, la professionalità e un’atmosfera rilassata, sono principi che non devono mai mancare in un corso di danza, sia da parte degli allievi sia da parte degli insegnanti. Il ventaglio di corsi proposti deve essere adatto per ogni livello formativo e per l’età dei partecipanti. Ogni fascia di età ha, infatti, tipologie, tempi e metodi di apprendimento differenti, per questo è consigliabile scegliere corsi che offrano un percorso adeguato. E poi, mi raccomando! 

La danza classica è potenzialmente una disciplina adatta a tutti i bambini?

Assolutamente SI!!! e ci tengo a ribadire che la danza, in generale, non ha sesso.

La danza rilassa, aumenta la creatività, aiuta a superare l’ansia e la depressione. Coinvolge la nostra interiorità e aiuta a stare nel mondo con fiducia.

Vantaggi che comporta dedicarsi alla danza

  1. Aumenta, migliora, la coordinazione motoria e il senso del ritmo. Danzando, il bambino impara a esternare il ritmo con il movimento libero o guidato che poi altro non è se non l’insieme delle sue più profonde emozioni.
  2. Migliora la postura. Il lavoro alla sbarra fa sì che la postura si mantenga in un assetto corretto e che aiuti sin da piccoli a correggere i piccoli difetti posturali che ormai i bambini mostrano precocemente, a causa dell’uso smodato di dispositivi tecnologici.
  3. Potenzia la creatività e, come accade per ogni altro tipo di forma artistica, la danza parte dalla creatività e genera, a sua volta, espressioni creative che aiutano a stimolare la fantasia e la creatività
  4. Potenzia la capacità logica aiutando anche a studiare meglio e ad applicare concentrazione e lucidità.
  5. Infine, l’ascolto della musica aiuta a produrre più endorfine, rilassa, e aumenta la sensazione di felicità. Per questi motivi, dopo una lezione di danza, i bambini sono visibilmente più rilassati e anche più sorridenti.

Un gruppo di danza classica, di quanti bambini deve essere composto per lavorare bene?

Solitamente i primi corsi sono i più corposi o per lo meno qualche anno fa lo erano, perché quasi tutte le bambine volevano fare danza, non certo spinte dalla conoscenza, ma magari perché avevano una bambola ispirata alle ballerine o perché guardavano “Barbie ballerina”.

Oggi, anche questi corsi non si riempiono abbastanza, anche perché molte altre attività (in questo caso sportive) hanno abbassato l’età di frequenza.

Corsi di tutti i tipi, che fino a qualche anno fa erano pensati solo per un pubblico adulto o da una certa età, vengono proposti a bambini sempre più piccoli. Per esempio sono assolutamente inutili corsi di danza moderna per bambini di tre anni, invece sempre più richiesti.

Comunque, se pensiamo ad un corso di danza dobbiamo valutare non solo la frequenza, ma anche il numero di allievi con i quali intendiamo lavorare. I genitori di solito per i loro figli prediligono corsi affollati di bambini, considerando ciò come segno di grande valore e valenza per la Scuola; invece questo modo di pensare va contro l’interesse dei bambini stessi.

Scuole che propongono ai genitori per bambini di 6/7/8 anni lezioni bisettimanali di un’ora ciascuna, a cui partecipano una ventina piccoli allievi è già da scartare; non si otterrà nessun valido risultato e questo lo posso constatare ogni volta che mi si presentano bambini che hanno studiato in realtà simili. In un corso del genere, non riusciamo a fare né correzioni né progressi.

Quali consigli ti sentiresti di dare ai genitori di un bambino/a che vuole fare danza?

Secondo me, dopo aver valutato la migliore realtà coreutica per il proprio figlio, il genitore deve considerare che il bambino sta facendo un nuovo viaggio ed essendo nelle mani di docenti esperti e preparati, deve riporre piena fiducia nella struttura, collaborando con una certa sinergia nel percorso di apprendimento e facendosi guidare sul migliore piano di studi.

Capire per primi che impegno e dedizione sono i primi criteri per un costante miglioramento, è il primo passo. Il genitore deve fare suo il concetto che l’autorevolezza dell’insegnante è una risorsa, non un limite e questo va oltre la danza, è un insegnamento di vita. 

Le “regole” della danza

Puntualità, indossare una tenuta idonea o la divisa della scuola in ordine e pulita, acconciarsi i capelli in uno chignon ben fatto con retina, mollette e forcine che non crolli alla prima pirouette, non indossare bracciali, collane o orecchini durante le classi: queste regole devono prima assimilarle e rispettarle i genitori che aiuteranno i figli a crescere nel rispetto delle regole.

Mantenere il silenzio quando si attende di cominciare, è una delle regole fondamentali, poiché in sala forse si sta svolgendo un’altra lezione: se i genitori daranno il proprio esempio facendo silenzio, potranno aiutare i bambini a fare altrettanto.

I genitori per primi hanno bisogno di comprenderne l’importanza, affinché i figli rispettino queste regole automaticamente. Se riconoscete la professionalità di un docente al punto di affidare vostro figlio o vostra figlia ai suoi insegnamenti, bisognerebbe avere fiducia nei suoi consigli anche quando questi non soddisfano appieno i vostri desideri.

Trattiamo la danza con rispetto e amore, perché occorrono tantissimi anni per poterla padroneggiare, e molti di più per poterla insegnare. I docenti non sono tenuti ad intrattenere o divertire gli allievi, oppure ad accontentare le richieste di chi non conosce la didattica della danza, né a dover rispondere agli impegni personali di tutti nella formulazione dell’orario delle lezioni.

Grazie a Monica Gargani per aver avuto la pazienza di rispondere a tutte le nostre domande e, se ne avete altre, la potete contattare qui:

https://sfascuolaformazioneartistica-cloud3.webnode.it/

Pagina Facebook: SFA Scuola di Formazione Artistica di Firenze