Cosa fare quando un figlio prende un brutto voto a scuola?

I VOTI NON SONO ME, SPIEGATO IN 5 PUNTI, a cura di Casa Safina

 “Mamma ho preso 5”

“Babbo perché il mio amico prende sempre Bravissimo e io no? Non sono bravissimo?”

Quante volte ci troviamo di fronte alle nostre figlie e ai nostri figli che sono delusi da un voto preso? Quante volte li consoliamo perché non hanno preso 10 come si aspettavano o li sgridiamo quando hanno preso 5 per l’ennesima volta? Osservate le loro facce… vuote, affrante, tristissime, arrabbiate, oppure apparentemente distaccate. La scuola è la loro vita, racconta tanto di loro. Ma non tutto.

 Cosa sono i voti scolastici

1- UN GIUDIZIO SULLA PRESTAZIONE, NON SULLA PERSONA

Quando insegnanti di ogni ordine e grado esprimono il loro giudizio sul compito stanno valutando, per l’appunto, il compito stesso. Il bambino, la ragazza, non valgono 4, 7, 9, bravo, benissimo, ottimo. Le valutazioni raccontano la performance, giudicano il risultato di una prova. Un voto classifica la prestazione, nient’altro.

 2- UN RISULTATO, NON UN PERCORSO

Il voto racconta di un momento, fotografa un istante. Magari ho studiato molto ma quella mattina non mi sentivo bene. Magari mi sono impegnato più che potevo ma questo argomento proprio non lo capisco. Al di là di un voto, che serve per la scuola, ci sono periodi diversi, ci sono bambini e bambine che si impegnano anche se non sempre la prestazione è brillante. Riconosciamo il loro percorso, i miglioramenti nel tempo, quanto ci mettono del loro. Oltre al voto.

 3- NON SONO LA RELAZIONE

Stacchiamo il voto dal rapporto con l’insegnante. “Gli sto antipatica perché mi mette sempre insufficiente”. NO.

Oltre un voto c’è un mondo di affetto e complicità alla scuola primaria, e va coltivato a prescindere dai voti sul quaderno. C’è ridere insieme, c’è poter contare sulla maestra, c’è “credo in te”.

Alle medie inferiori e superiori il rapporto è meno affettivo ma ugualmente importante. Vi ricordate la vostra prof severissima dalla quale però avete imparato di più? Crescendo il rapporto si basa sul rispetto, sulla stima, sulla capacità di offrire strumenti per crescere, anche se il compito non dà risultati che brillano.

 4- NON SONO AMORE

Non si sovrappongono mai all’amore. “Io ti voglio bene sempre”. Questo concetto è FONDAMENTALE.

Se sbagli io non smetto di volerti bene, se prendi dei voti insufficienti io ti amo come prima. Sei amabile anche quando il voto è scarso. Perché il mio amore per te non dipende dagli standard che raggiungi, ma dipende dal fatto che sono tua mamma, tuo babbo, e ti amo per questo. E proprio perché ti amo incondizionatamente ti incoraggerò a fare meglio, a dare il massimo per te stesso, a metterci tutta la passione che hai. Ti incoraggerò ad essere tu, il primo soddisfatto di te stesso (o te stessa).

 5- NON SONO TUTTO

Intorno alla scuola c’è un mondo: lo sport, le passioni a casa, il saper fare, le particolarità del carattere. Non riduciamo i nostri figli alla scuola, ai voti, a come funzionano in quel contesto. Incoraggiamoli a sviluppare tutto di sé stessi, anche fuori dai banchi.A maggior ragione se i voti non sono brillanti, coltiviamo bene il tempo fuori scuola permettendogli di trovare soddisfazioni in mille altre cose della loro vita.

Consigli su come comportarsi nella pratica

NELLA PRATICA

Diciamolo chiaro ai nostri figli e alle nostre figlie:

 “Il voto della maestra è sul compito che hai fatto. Non su di te come persona. Tu sei tu, sei un bambino/a”

“La maestra non ha detto quanto vali tu, ma quanto vale il tuo compito. E stavolta valeva meno perché non ti è riuscito, non avevi studiato abbastanza, non ti sei impegnata o magari eri molto stanca e non ti sei concentrata. Ma tu non cambi di valore, sei sempre tu, meravigliosa”.

 “Capita di sbagliare sai? Tante volte io prendevo 5 a matematica, ma non è che valevo 5. È che il mio imparare la matematica non era sufficiente”.

 E poi continuiamo a parlarne con loro per cercare di migliorare il modo in cui studiano, capire dove sbagliano, parliamo con le insegnanti e progettiamo insieme! Se i nostri figli vivono 8 ore di giudizio continuo, ogni giorno, è normale che si sentano sovrastati, a volte scoraggiati, specie se non sono i primi della classe.

Sta proprio a noi genitori, con dolcezza, fargli vedere una realtà alternativa al voto

Un riconoscimento della persona, delle sue caratteristiche meravigliose, delle sue doti nascoste, riconoscere l’allegria di nostro figlio o figlia, la sensibilità, la creatività, insomma ogni ingrediente prezioso che ha ognuno dentro di sé.

Dobbiamo essere un porto sicuro per loro, sempre, in ogni ambito delle loro vite. Anche quando le reazioni della scuola non ci convincono, anche se non siamo d’accordo fino in fondo.

 A noi piacerebbe che più che la prestazione si valutassero anche l’impegno e la passione che ci mettono i bambini e le bambine ma, questo si sa, nella scuola di oggi non è così e dobbiamo adattarci a ciò che troviamo. Anche se a casa possiamo continuare a premiare passione e impegno, anche nei compiti.

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