Benessere FF con Silvana Russo:  internet e i bambini consigli ai genitori sulla rete e tutto il resto

di Silvana Russo, psicologa e psicoterapeuta

Internet è sempre più diffuso nelle fasce più precoci dei nostri figli tanto che sono stati coniati appellativi per distinguere una generazione dall’altra. Io direi che i piccoli di ora possano essere definiti generazione tech come cita il titolo di un libro di Caterina Cangià, docente di Pedagogia e Comunicazione Sociale e Multimedialità e di Processi Formativi all’Università Salesiana di Roma.

Il mettersi in rete, come ci dice Cangiù, rispecchia un bisogno naturale dell’uomo di costruire legami.

“La facilità di contatto e la familiarità che si vengono a creare nel gruppo di amici fanno perdere ogni formalità e inibizione…”

Bambini e internet ma anche tutto quello che concerne l’uso precoce dei dispositivi elettronici

Children using smartphonesSerge Tisseron, psichiatra e psicanalista e vincitore di un prestigioso Award per le sue ricerche sui giovani di fronte ad internet, ci porta a riflettere sulla leggerezza con la quale  genitori e nonni, forniscono ai bambini, prima dei tre anni, strumenti tecnologici per divertirsi e passare il tempo (televisione, smartphone, Ipad, tablet, videogiochi).

I bambini, lo sappiamo imitano i comportamenti degli adulti e se io, babbo o mamma, sto a leggere i messaggi al cellulare buona parte del mio tempo in famiglia non sarà difficile che lui/lei farà altrettanto (a questo proposito si è già parlato del dei bambini che abusano dei giochini al cellulare del genitori, con conseguenze spiacevoli: http://www.firenzeformatofamiglia.it/2014/03/05/mi-fai-giocare…n-il-cellulare/ )

Molte abilità, quali linguaggio, sapersi relazionare, ascoltare un interlocutore si imparano stando insieme.

Possiamo allora usare il tablet insieme, giocare alla play station parlando delle nostre strategie.

Ma ricordatevi che il bambino non avrà alcuna conseguenza negativa sulla sua intelligenza e apprendimento se non sarà dotato di questi congegni tecnologici.

Il bambino non sa e non può gestire il suo tempo dedicato a tali attività.

Gli adulti che condividono le quotidianità con loro dovranno stabilire regole chiare sul tempo dedicato ai videogiochi o altro uso degli stessi.

Attenzione anche a fornire ai vostri figli dei programmi che rispettino l’età degli stessi e possibilmente che siano attività socializzanti.

“L’uso solitario della PlayStation diventa facilmente un’attività stereotipata e compulsiva nella quale il bambino cerca solo di vincere senza alcuno sforzo di comprensione”.

Qualche esempio dalla mia pratica di terapeuta nell’affrontare queste problematiche con bambini e ragazzi

Matteo è un bambino di otto anni a madre mi contatta perché suo figlio ha spesso crisi di rabbia, urla batte i piedi per terra e a volte alza anche le mani su di lei ed il fratellino. Dal racconto della madre vengo a sapere che Matteo impiega almeno tre ore tutti i giorni davanti alla PlayStation e alla Wii.

Matteo sta mostrando i primi segni della dipendenza, la rabbia è uno di questi segnali. Tutto rientrerà quando il babbo e la mamma riusciranno a stabilire orari precisi per giocare e per andare a letto. A scuola Matteo apparirà più attento e meno insofferente. Anche la madre rivedrà i suoi orari poiché spesso si attardava alla televisione o al computer fino alle due di notte.

La tecnologia danneggia, come ci suggeriscono gli studi condotti da Dimitri Christakis pediatra del Childrens’ Hospital di Seattle, la capacità di concentrazione, poiché tali sistemi hanno ritmi velocissimi e abituano il cervello all’attenzione passiva di stimoli luminosi e suoni.

Insomma sembra chiaro come l’educazione dei bambini in ogni ambito della loro vita debba partire sin dalla più tenera età.

Alberto è un ragazzo di 15 anni, a casa, mi racconta, è una lotta continua con sua madre che gli dice che non deve giocare troppo e per questo si arrabbia e vocia e questo lo esaspera. Il babbo è assente tutto il giorno e quando rientra trova la mamma scoraggiata e senza energie.

In seduta comune insieme ai suoi genitori scorgo dai loro racconti l’incertezza del loro gestire una genitorialità che si assuma la responsabilità di guidare i propri figli magari con la conseguenza di non rimanere molto simpatici.

È certamente difficile imporre regole chiare e limiti agli adolescenti. Ma non bisogna certamente rinunciarvi!

E come dice Tisseron i ragazzi sono commossi dal vostro interesse!

Il mondo digitale fa parte della nostra vita, questo è chiaro, e non dobbiamo demonizzarlo.

Il concetto chiave è essere presenti come genitori e informati su come cambia il mondo sia a livello tecnologico che non.

Parlare, stare insieme sul divano condividendo la lettura di un post, commentandolo insieme e giocare parlando con il ragazzo delle difficoltà incontrate, queste possono essere alcune misure da adottare insieme ai nostri figli.

Sì, perché la gabbia nella quale potrebbe ritrovarsi è una gabbia a maglie strettissime dove poi sarebbe difficilissimo penetrarvi.

Silvana

Se avete delle domande da fare, vi aspetto, anche sul mio sito: http://www.psicologiaebenessere.altervista.org/

Dott.ssa Silvana Russo – Psicologa, Psicoterapeuta

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