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Quiete prima della tempesta che porterà il mostro Aniba a casa nostra

Sottotitolo: quella mattinata nera del 21 dicembre quando, da mamma a mostro Aniba fu un attimo.

Racconto di un nefasto sabato casalingo  rimediato, a fatica, proprio all’ultimo minuto, ma sempre troppo tardi perché da mamma, a mostro Aniba, è un attimo … Tutto comincia alle ore 7.00 con “Mamma, ho fameeeee, ci fai la colazione?” Va bene, io la colazione ve la faccio, non sia mai che possiate patire la fame, ma perché durante la settimana ci vogliono le bombe a mano per svegliarvi e il fine settimana saltate giù dal letto caricati a mille?Ma lo so che è quello che succede più o meno in tutte le famiglie, arranco giù dal letto e preparo sta benedetta colazione e comincia il primo scontro sulla mezz’ora di tele che possono vedere quando non c’è scuola: Seba propone un documentario sulle armi da guerra dei nazisti, i piccoli chiedono urlando i nazisti anche loro, ma non hanno capito una mazza e li zittisco subito. Guenda parte con la frigna che lei voleva vedere le Barbie del Castello di Diamanti e comincia il braccio di ferro, nazisti contro Barbie, e urli e frigne, urli e frigne finché vincono le tartarughe Ninja e i due scontenti si ritirano in camera. Annuncio che alle 9.30 arriverà, anche oggi, Lasignorinalindadeicompiti (una giovane ragioniera momentaneamente disoccupata che si ciuccia i miei figli due ore il sabato e li gestisce nei compiti, questo è il mio piccolo lusso, lasignorinalindadeicompiti, un giorno parlerò anche di questa scelta) e gli scontenti della televisione esplodono: “Non solo niente Barbie e pure niente Nazisti!!! Ma anche la signorinalindadeicompiti durante le vacanze di Natale, mamma sei cattiva, brutta, non ci si riposa mai in questa casa!!!”  E urli e frigne e frigne e urli e io sono già esausta.

Ora, lo so che non è il massimo il venerdì fare l’ultimo giorno di scuola e inizare il primo sabato di vacanza con due ore di sessione di compiti, però è anche vero che, sotto Natale, sono sicura che alla signorinalindadeicompiti fanno comodo gli Euro guadagnati a casa mia, quindi, meglio scontentare i figli che non far saltare l’impegno già preso con Linda, cioè il sabato dalle 9.00 alle 11.00 il purgatorio dei compiti a casa nostra.

La mattinata procede, si scollinano i compiti, e si torna a giocare foto 3 finché  arriva a casa mia un’amica a prendere un caffè, mi porta alcune cose, vorremmo dirci due parole, che illusione!!

Ore 12.15: il compito dei figli dovrebbe essere quello di vestirsi e prepararsi perché, alle 13.00, abbiamo appuntamento con altri amici da Mac Donald per un pranzo sano di saluti natalizi. L’inferno. Mentre tento di prendere il caffè in sala, nella zona notte i figli esplodono: mi chiamano, litigano, invece di vestirsi usano le magliette per frustarsi. Sento cadere cose, alcuni urlano, altri piangono … “Vi prego!! 5 minuti di tregua, sono con un’amica, fate di finta di essere bravi!” Chiedo, supplico, ma niente, è giornata no, l’amica scappa e io ho il sangue in ebollizione.

C’era una volta una mamma, adesso l’ha rimpiazzata il mostro Aniba, se non vi ricordate com’era e che faceva, vi allego foto, così vi fate un’idea. anibaE il mostro Aniba è particolarmente arrabbiato e urla fino a farsi venire l’emicrania e di certo non ha voglia di spendere 30 Euro da Mac Donald per bambini che sono stati così maleducati.

Il mostro Aniba, furioso, divide i malcapitati ognuno in ogni stanza e fra i pianti e le urla gli prepara una pasta all’olio senza sentimento continuando  a grugnire finché non si rende necessario un analgesico per calmare il mal di testa. Il mostro Aniba sostituisce mammina fino alle 14.15, adesso i bambini sono diventati soldatini, tutto un per piacere e per favore, ma lo fanno perché hanno paura 🙁 Ottenere che i figli siano bravi per paura degli urlacci è degradante anche per il mostro Aniba che si sente un po’ stanco anche lui. Sono stanca, lavoro-casa-lavoro-incombenze-scadenze-ritardi-rinunce. Sì, sono stanca e il livello di tolleranza ai capricci, le dispute, i conflitti, gli scherzetti è precipitato, compreso questo si capisce che è arrivato il momento di  accompagnare alla porta il mostro Aniba e far rientrare la mamma. Sono stanca? Sì, è evidente. In che condizioni è la casa? Un disastro. Ha senso continuare su questa linea? No.

Ok, decisione presa. Prima facciamo la pace e ci scusiamo tutti, poi la consolidiamo con una partita a carte UNO, infine beviamo un caffè, a me vero a loro decaffeinato con un sacco di latte, fa schifo ed è stradolce ma è il rituale la cosa importante.  E il momento di fare i conti con i propri limiti e telefonare ai suoceri per un SOS. Alle 16.30 arriva il corriere/suocero e ritira i bambini/impachettati: passeranno il pomeriggio con i nonni e dormiranno là, per loro è un evento e io devo riprendere fiato.

La sera sarà dedicata agli adulti con i loro discorsi da adulti  e  andiamo a cena fuori con amici e dopo, pur strisciando dalla stanchezza, mettiamo nel programma anche un salto in un locale a sentire musica dal vivo. La casa? L’ho lasciata uno schifo,  ci sarà la domenica mattina per pulirla e alle 11.00 via a prendere i bimbi, con un’altra faccia, un altro spirito e, chiaramente, senza più il mostro Aniba fra le palle.