I consigli delle esperte di Casa Safina

Rimanere a casa, con i figli, può essere bello, divertente, ma anche estremamente gravoso

Le nostre famiglie sono messe sotto stress. Da genitori potremmo sentirci carenti di strumenti per fronteggiare questa convivenza forzata ed è fondamentale capire che siamo in un minestrone di emozioni, di informazioni, di cambiamenti.

Per sopravvivere a questa reclusione ci servono flessibilità, comprensione, onestà. Vediamo nel dettaglio.

Cosa possiamo fare per aiutare i nostri figli?

1. Dare il giusto spazio alle informazioni.

Il telegiornale si guarda una sola volta al giorno. No alle abbuffate di talk show e approfondimenti, i nostri cervelli si saturano di negatività. Per i più grandi vigiliamo come sempre, parliamo e discutiamo della giusta misura di informazioni.

2. Prendersi cura di sé.

Perché i figli siano sereni, servono genitori sereni. Per cercare serenità ripartiamo da noi stessi, volendoci bene durante la giornata con piccoli momenti solo per noi (una doccia, un libro, una puntata di un telefilm, il silenzio). La vostra ansia e panico diventeranno le loro emozioni e se abbiamo bisogno di aiuto chiediamolo (ci sono servizi gratuiti di sostegno psicologico).

3. Accettare le emozioni di tutti.

Il “ti capisco” è fondamentale in questo momento. È naturale avere emozioni ballerine, sensazioni aggrovigliate nello stomaco, è sano non capire, sentirsi strani. Bambini stanchi o agitati, adulti in pensiero, ragazzi sfiniti, ognuno di noi è un nido di sensazioni diverse. Parliamo, accettiamo, condividiamo

4. Far sì che questo momento sia trasformativo.

Finito tutto questo avremo perso qualcosa, sofferto, ma anche imparato tanto, osservato di nuovo, sentito per la prima volta.Saremo più consapevoli rispetto alla morte, e quindi anche disposti a godere della vita. Avremo capito quanto ci serve la tecnologia, ma quanto sia inutile nel farci sentire davvero vicini e stiamo scoprendo quanto un abbraccio, uno sguardo complice durante la ricreazione, una risata insieme al balcone, siano insostituibili.

Il Coronavirus passerà, ma ciò che avremo imparato e fatto fiorire in noi e nei nostri figli rimarrà in noi per sempre.

Per chi ha bambini piccoli

Non sono in grado di capire questioni adulte.

Sotto i 7 anni non si percepisce il pericolo come da adulti, non serve dettagliare troppo quello che sta succedendo, è inutile e rischia di spaventare senza motivo. Utilizziamo parole semplici per spiegare perché siamo a casa (una piccola guida la trovate qui: https://www.casasafina.it/2020/03/04/il-coronavirus-spiegato-ai-bambini/ )

Inoltre non hanno la comprensione del tempo, non servirà a niente dire tra un mese usciamo (rassicura solo noi genitori), come non comprendono da quanto tempo sono fermi in casa: concentriamoci sulla serenità giorno per giorno.

La paura è dei bambini, l’angoscia e il panico no.

La paura è naturale, è una dotazione biologica e i bambini hanno paura, come è normale, per loro l’intero mondo è ignoto. Panico e angoscia, invece, sono emozioni mediate dall’esperienza e dall’elaborazione cognitiva. Se i nostri figli piccoli sono impanicati stanno respirando il nostro panico: non è di loro che dobbiamo occuparci, per aiutarli, ma di noi stessi.

Il problema primario per loro è lo stravolgimento della routine quotidiana.

Quelle che vengono a mancare in questi giorni sono le abitudini di sempre. Dobbiamo impegnarci per ricreare il più possibile delle routine anche a casa. I bambini piccoli ne hanno fortemente bisogno, è rassicurante, serve a vivere bene la giornata. Impostiamo alcuni appuntamenti durante la giornata, diamogli dei punti fermi.

Impegnarli nel modo giusto

Se lavoriamo da casa non sarà facile organizzarsi con i piccini, se invece siamo a casa non lavorando sarà difficile non annoiarsi. In ogni caso dobbiamo organizzare cosa fargli fare. La strategia migliore è utilizzare l’equilibrio. Non servono ricette precostituite, ogni bambino o bambina, ogni famiglia, ha la sua dinamica a casa.

Potrebbe aiutare inserire questi ingredienti:

  • Momenti fissi e abitudinari, prevedibili (i pasti, il cambio o il momento bagno, il momento tv).
  • Momenti liberi per mamma e babbo, in cui ci si prende cura di sé.
  • Momenti di gioco autonomo e solitario. Non possiamo vivere appiccicati, fa male a tutti! Incoraggiamo prima pochi minuti, poi arriviamo anche alla mezz’ora. Lasciamoli soli nella loro cameretta con i loro giochi, in sicurezza, con fiducia.
  • Momenti di gioco insieme. Possiamo farci ispirare dal web, oppure partecipare alle loro attività. Condividere un momento, facendo sì che sia un bel momento. Se dovete farlo col muso o con lo sclero addosso lasciate perdere, meglio metterli alla tv che nutrirli del vostro stress!
  • Momenti di gioco creativo. Usciamo dai nostri soliti schemi, lasciamoci guidare dalla fantasia dei bambini utilizzando i materiali per casa, in cucina, negli armadi, in bagno.
  • Momenti vuoti. Non siamo al baby parking, la noia ci serve! Facciamo sì che ci siano nella giornata dei bambini anche momenti lentissimi, momenti di niente, tranquillità, silenzio.
  • Momenti di tecnologie (dosiamoli bene!).

Per chi ha bambini grandi o adolescenti

La comprensione è fondamentale, ma va guidata

Dai 7 anni spiegare fa bene, scoprire insieme certi dettagli, discutere. Soprattutto gli adolescenti potrebbero aver voglia di capire meglio, di comprendere questa emergenza globale. Scopriamo quali informazioni sono migliori, ascoltiamo insieme punti di vista diversi sulle cose, parliamone in casa, se ce lo chiedono. Dai 12 anni i ragazzi e le ragazze sono portati alla riflessione, al confronto, a spacchettare le informazioni e sviluppare un pensiero critico: anche in questi giorni chiusi in casa è importante nutrire il bisogno di analizzare e elaborare il mondo, dobbiamo essere noi genitori a fornire il giusto appoggio. Se qualcosa non sappiamo affrontarla, documentiamoci, leggiamo insieme.

Rispettiamo il modo di viverla di ciascuno

Non forziamo i nostri figli su questioni che non sentono primarie. Potrebbero aver bisogno di elaborare da soli, non chiedendovi niente. Potrebbero viverla serenamente godendo del fatto che non si va a scuola, potrebbero essere invece molto dispiaciuti. Assecondiamo il loro andamento emotivo senza forzarli ad esprimersi, ma cerchiamo di esserci nel momento in cui vogliono aprirsi e parlarne.

  • Se hanno lezioni online lasciamo che le gestiscano come preferiscono, diamogli libertà e fiducia.
  • Gli amici mancano, tanto. Non possiamo farci nulla. Possiamo solo accogliere questo disagio, usare di nuovo il “ti capisco”, il “mi dispiace”.
  • Per loro è un dramma emotivo, la vicinanza con i pari è uno dei nutrimenti più importanti, specie per i ragazzi e le ragazze più grandi. Accogliamo questo dolore come accoglieremmo, da buoni genitori, ogni altro disagio nei nostri figli: con amore e comprensione.

La tecnologia aiuta, ma non è abbastanza. Mancano le risate per strada, mancano gli sguardi complici quando si gira la prof, manca la distensione di correre dietro a un pallone, di ballare insieme, di ascoltare musica dando noia agli adulti in piazza. E questo è insostituibile. Paradossalmente l’aiuto fondamentale della tecnologia in questo periodo ci dà la prova di quanto sia limitata e parziale. Grazie tecnologia, se non ci fossi staremmo tutti peggio, però non ci basti. Ci servono gli abbracci, i baci in bocca, i pizzicotti, le spinte, i cazzotti, le scuse a testa bassa.

La vita cambierà

Non possiamo nasconderci e nascondere loro che le cose dopo rimarranno le stesse. Non sarà così. Ma quando mai la vita è uguale a sé stessa? Viviamo continuamente cambiamenti, novità, nuove fasi della vita, lutti, fallimenti, vittorie, progressi. Il problema di questo momento è che sta succedendo molto in fretta, molto forte e per tutti contemporaneamente. Ma noi esseri umani siamo progettati per adattarci al cambiamento, per reagire alla crisi con creatività, per sfruttare le difficoltà come apprendimenti, crescita.

Il futuro

Pensare al futuro facendoci terrorizzare da cosa succederà non ci serve, e neanche tremare all’idea che ci vorranno ancora giorni e giorni per arrivarci. Ma ci è utile per il pensiero positivo.

  • Dobbiamo proiettarci nel futuro per avere obiettivi nutrienti.
  • Parliamo di cosa vorremmo fare appena potremo ripartire, quali nuove cose vorremmo scoprire, quale posto vorremmo visitare, nuovi sogni. Se vi va potete scriverlo, su dei foglietti, che poi rileggeremo tra qualche mese.

Sarà bello stare di nuovo bloccati del traffico come ogni lunedì mattina, fare la fila alla posta, passare un attimo dal supermercato per prendere il pane. Sarà bello abbracciarsi di nuovo, correre insieme alle Cascine, scegliere l’evento giusto per il week end consigliato da Firenze Formato Famiglia.

Stiamo sereni perché quel futuro, è innegabile, arriverà.

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