di Maddelena Bavazzano

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La grande delusione per una vacanza programmata e tanto desiderata in Provenza questa estate e poi saltata per il protrarsi di un’influenza della mia piccola Emma (quasi 4 anni): questo è stato il motivo scatenante per la nostra fuga a Parigi (9-11 novembre 2013). Il viaggio è stato deciso e prenotato a settembre, calendario scolastico alla mano, cogliendo al volo la chiusura delle scuole per il patrono cittadino.

 

Quando a Camilla (6 anni) ho comunicato che ci saremmo rifatte del viaggio saltato in Francia andando a Parigi lei mi ha candidamente risposto “mamma ma io voglio andare in Francia non a Parigi”…Vai a spiegarle che saremmo andate nella capitale!!!!

 

Iniziare un paio di mesi in anticipo ti permette di risparmiare, perlomeno per il volo…la cosa più conveniente è partire da Pisa servita dalla compagnia low cost Easyjet, ma si può trovare qualcosa di economico anche da Firenze, servita sia da Air France che da Vueling (vuoi mettere la comodità di decollare e atterrare praticamente da casa?!?)

 

Prima di partire mi sono fatta un giro su internet, copiando in qua e in là per i blog, per trovare suggerimenti su cosa fare e cosa vedere (in pochi giorni) con i bimbi!!

 

Due chiacchiere poi con una mamma con bimbi coetanei delle mie che aveva già fatto la medesima esperienza è stata utilissima!! I consigli pratici li trovi solo così… le guide non servono a niente e come mamma so quanto servono le cose pratiche!!

E’ mia abitudine (il mio compagno direbbe fissazione!) farmi un vademecum prima di partire di cosa fare, dove andare, con tutti gli appunti raccolti: io ho avuto la fortuna di avere un amico italiano ormai trapiantato a Parigi che mi ha aiutato a districarmi, rispondendo a domande del tipo “che biglietto della metro mi conviene fare? dall’aeroporto come raggiungo la città?”

Cose che sembrano stupidaggini, ma che ti aiutano sul posto a prendere una decisione velocemente

Avere poi solo tre giorni (scarsi, tenendo conto del viaggio) mi ha spinto a fare più cose possibili da casa, ma iniziamo con i suggerimenti.

Cosa vedere a Parigi (con figli al seguito)

 

In tre giorni puoi solo assaporare quello che Parigi può offrire. Noi abbiamo escluso a priori Eurodisney che oltre a portarti via un’intera giornata (e un bel po’ di soldi), con il freddo e il rischio pioggia non ti godi neanche tanto!! Abbiamo optato per la Parigi classica!

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Abbiamo deciso (proprio su suggerimento dell’amica mamma) di far vedere alle bimbe Il gobbo di Notre Dame pochi giorni prima di partire: una volta là le abbiamo quindi portate a vedere Notre Dame (e gli amatissimi gargoyle!) Sono stata scoraggiata a portarle in cima alla cattedrale dove si possono vedere da molto vicino; ci sono infatti un sacco di scalini ed Emma si era appena svegliata.. .ma ci sono stata quando non avevo le figlie e vale davvero la pena!

 

Scordavo: nella mia maniaca preparazione del viaggio avevo dimenticatoo la cosa più importante: il passeggino. Se il bimbo/a è piccolo e si addormenta ancora durante la giornata il passeggino è d’obbligo e non sarà così difficile trasportarlo anche sulla metro (sempre meglio poi che portare un bimbo addormentato in braccio!!)

 

La Tour Eiffel è meta obbligatoria, anche solo da fuori, stando con il naso all’insù ad osservarla.. dalla terrazza del Trocadero secondo me è la visione migliore (in discesa si arriva direttamente sotto la torre).

 

Per salire sopra la torre con l’ascensore il consiglio è di prenotare tramite internet per evitare code eccessive.

 

Dato il freddo noi non abbiamo affrontato il giardino del Lussemburgo, meravigliosa

opera di Caterina de’ Medici, che vale davvero la pena visitare in giornate miti, soprattutto per la vasca con le barchette manovrabili con un bastone dai bambini (e dagli adulti).

 

Una cosa deliziosa è passeggiare senza meta per il quartiere Marais (quartiere ebraico e gay), con la bellissima Place de Vosges e la Bastiglia, e quartiere latino, pieno di ristoranti (i ristoratori ti attirano dentro a qualsiasi ora del giorno ed è davvero difficile resistere agli odori e ai sapori,

 

Se i vostri bambini e i vostri compagni sono amanti dei libri (come i miei) non dimenticate di fermarvi alle bancherelle di libri usati, sia quelle sul lungo senna (i famosi bouquinistes), che quelle nel quartiere latino, dove trovi per pochi spiccioli libri usati conosciuti dai bambini (fiabe disney e non), in lingua francese: un modo divertente per avvicinarli ad una lingua diversa!

 

Parigi ha un bellissimo spazio a Porte de la Villette, dove, oltre ad un parco meraviglioso con aree dedicate i bambini, c’è la Città della scienza, il più grande museo della scienza in Europa, con spazi per bambini divisi per fasce di età (2-7 e 5-12). Se fa freddo è un bellissimo ed intelligente modo di passare il tempo (e non costa neanche tanto!).

 

Cosa mangiare

 

Una premessa doverosa è che mangiare a Parigi costa caro!! A colazione meglio un croissant in boulangerie (forno) che in brasserie (bar) e poi assicuro che le boulangerie francesi sono talmente piene di cose appetitose che possono soddisfare qualsiasi palato! Non dimenticate di prendere una baguette, fa così francese, ed è così buona!!!boulangerie

 

Tutti i quartieri sono pieni di piccoli supermercati dove poter comprare un po’ di prosciutto e fare un bel panino!!

 

Se volete spendere meno ci sono comunque le maggiori catene alimentari che ai bambini, si sa, piacciono tanto.

 

Se poi volete andare a cena fuori, il mio amico parigino ci ha portati in un caratteristico posto che suggerisco: Bouillon Chartier. I prezzi non sono eccessivi e soprattutto è simpatico, pittoresco e chiassoso, armatevi di pazienza però, non si può prenotare e c’è sempre coda. Noi – arrivando alle 18.50 – abbiamo fatto un’ora di coda (per stare poi dentro un’ora esatta).

 

 Vorrei concludere con un’ovvietà, ma che a me sta molto a cuore: una vacanza, se pur breve, è un toccasana per noi e per la nostra famiglia. A noi ha permesso di prenderci una pausa, in tutti i sensi: una pausa dal lavoro, una pausa dalla quotidianità, una pausa dall’Italia (!?) e una pausa dal sistema di regole che viviamo tutti i giorni, adulti e bambini, regole del lavoro, della scuola, della casa, regole di orari, scadenze.brasserie

 

Sì, la nostra vacanza è stata anche un’occasione per dirci l’un l’altro “si parte e per tre giorni mangiamo e facciamo quello che ci va”, senza badare ai compromessi e ai patti fatti e se lo mettiamo bene in chiaro all’inizio del viaggio, scopriamo magicamente che funziona, che stiamo bene,

e quando torniamo a casa ci rimane il ricordo piacevole di una pausa effettivamente goduta, condivisa e che non vedi l’ora di rifare!