di Sara Fagioli

veleno

Lo sapevate che l’olio Johnson’s può essere usato come anticalcare?

Sì proprio quello che vanta meravigliose proprietà calmanti e idratanti, quello che – per intenderci – dovrebbe rendere la nostra pelle morbida e vellutata come quella di un bambino! Idiozie: Johnson’s Baby Oil contiene quasi esclusivamente paraffina liquida e profumi sintetici.

E la paraffina liquida (sinonimo di mineral oil, Paraffinum Liquidum, Petrolatum, e il suo derivato Cera Microcristallina) è un derivato della lavorazione del petrolio che può essere usato – ad esempio – per non far depositare il calcare sulle rubinetterie, grazie al suo altissimo potere idrorepellente.

 

Come questo tanti altri prodotti pubblicizzati per il benessere e la pulizia dei nostri bimbi (e non solo) sono in realtà delle bufale, o, peggio, rappresentano un pericolo per la nostra salute. Come, ad esempio, la cara vecchia crema Nivea, sì, quella in barattolo blu. Si tratta di un’acqua in olio, pesante, occlusiva e praticamente impossibile da assorbire, che crea uno strato di petrolio sull’epidermide. L’unico utilizzo che mi sento di consigliare è per pulire le scarpe o rinnovare le borse. nivea.jp scarpe

 

E come si fa a capire quando i prodotti cosmetici sono inutili o dannosi? È necessario imparare a leggere l’INCI. Di che si tratta? Gli ingredienti del prodotto cosmetico finito sono riportati in etichetta secondo un linguaggio internazionale, detto INCI (International Nomenclature for Cosmetic Ingredients), unico per tutti gli stati membri dell’EU ed impiegato anche in altri paesi, ad esempio USA, Russia, Brasile. Questa nomenclatura contiene alcuni termini in latino (riferiti ai nomi botanici ed a quelli di ingredienti presenti nella farmacopea), mentre la maggioranza è in inglese e nel caso dei coloranti si utilizzano le numerazioni secondo il Colour Index (per es. CI 45430). L’adozione del codice INCI è stata introdotta alla fine degli anni Novanta dall’EU nell’ottica di fornire maggiori tutele al consumatore: per legge l’etichetta deve riportare la lista degli ingredienti elencati secondo un ordine decrescente di peso al momento della produzione. Per intenderci: più ce n’è, più l’ingrediente si trova in alto nella lista. E uno degli ingredienti che non vorremmo vedere mai in cima alla nostra lista è, per l’appunto, la paraffina liquida e tutte le sue varianti, ma anche i PEG e PPG Polyethylene glycol e Propylene glygol. Alcuni i derivati del petrolio, nonostante che i rischi che comportano siano stati appurati, sono largamente utilizzati in cosmetica.

 

Il suffisso –eth, invece, ci fa riconoscere un’altra categoria di sostanze che mi sento di sconsigliare: i tensioattivi etossilati, anch’essi molto usati (Sodium pareth sulfate, Sodium laureth sulfate, o anche Coceth e Mireth). I tensioattivi svolgono azione lavante e aumentano la “bagnabilità” delle superfici. Queste sostanze subiscono il processo di etossilazione che ha un alto impatto ambientale, in tale processo è utilizzato l’ Ossido di Etilene, altamente tossico. Durante il processo di etossilazione possono formarsi particelle di Diossano, classificato dalla Commissione Europea come cancerogeno. L’alternativa sono i tensioattivi di origine vegetale non etossilati (suffisso –yl).

 

I suffissi –one o –xane indicano i cosiddetti siliconi, sostanze sintetizzate chimicamente. Per le loro particolari caratteristiche chimico-fisiche sono molto usati nella cosmetica tradizionale come additivi. Formano sulla pelle o sui capelli un film invisibile che dà una momentanea e illusoria sensazione di morbidezza. Vengono molto usati anche nella preparazione delle creme solari per renderle idrorepellenti, con notevoli conseguenze sull’ambiente, poiché tali sostanze, disciolte nelle acque marine o fluviali sono difficilmente biodegradabili.

Il Dimethicone, che si trova in moltissimi prodotti, è un agente cancerogeno.

 

I polimeri sintetici sono anch’ essi di derivazione petrolifera e servono solamente a dare al prodotto la consistenza desiderata. Li possiamo riconoscere dai prefissi acryl- e polymer–.

 

Infine i profumi sintetici (indicati in etichetta genericamente col nome di Parfum), la maggior parte di questi sono di origine chimica e possono causare allergie o sensibilizzazioni.

Quindi il mio consiglio è di non scegliere un prodotto per il suo buon profumo, ma di preferire prodotti che non ne contengano affatto e profumarci in un secondo tempo con estratti naturali o anche chimici, che non vengano però a contatto almeno con le zone più delicate del nostro corpo o con la delicatissima pelle dei neonati o dei bambini.