Conflitti e mediazione

Vi siete mai chiesti se litigare sia una cosa naturale???

a cura della Dottoressa Alessandra Ciucchi, psicologa

La risposta è affermativa. Il litigio è una risorsa che appartiene al dibattito delle opinioni e delle idee ed è impossibile non litigare.

Ma cos’è un conflitto?

E’ una divergenza nella quale ognuno degli attori coinvolti cerca di imporre il proprio punto di vista senza fare concessioni all’altro.

Possiamo definire il litigio come un evento naturale, che coinvolge bisogni e valori personali. L’aspetto positivo di un contrasto riguarda il fatto che esso possa determinare una crescita o un cambiamento.

Non sempre litigare è sinonimo di risorsa poiché si tende a eliminare l’ascolto e attivare il conflitto. Per poter risolvere una lite è opportuno rimanere sull’argomento dello scontro e scoprire il vero problema, quando può sembrare difficile trovare una soluzione ad esso. I conflitti hanno un livello di rischio differente a seconda dell’importanza della relazione in cui siamo immersi e alle quali abbiamo attribuito valore. Sappiamo tutti, quanto siano dolorosi e difficili da gestire i contrasti, ma l’aspetto più preoccupante è la carica di aggressività che possiamo manifestare in queste circostanze, che rende la discussione distruttiva.

Per stimare la difficoltà di un litigio è utile prendere in considerazione diversi punti di vista

In questo modo possiamo anche capire quali sono i litigi che ci creano maggiore disagio. I punti che dobbiamo valutare e che creano situazioni sgradevoli dipendono:

Dalla persona o dal gruppo che abbiamo davanti

Dal ruolo che svolgiamo e che svolge l’altro

Dal luogo e dalle sue caratteristiche

Dall’intensità delle emozioni e dei sentimenti

Quindi è buona norma riflettere sui punti sopra citati, per non far degenerare una discussione.

Non è da sottovalutare la modalità con cui le persone si comportano di fronte ad una discussione. Esistono tre differenti stili di comportamento che vengono messi in atto in queste circostanze:

Stile di evitamento

Viene messo in atto da chi ha una percezione negativa del conflitto. I comportamenti che ci permettono di riconoscere l’evitamento di una persona sono: silenzio, arrendersi, mancanza di coinvolgimento, postura dimessa, incapacità a mantenere il contatto oculare, esprimere indecisione e passività e trattenere informazioni. Lo svantaggio di questa strategia è che può far esplodere il conflitto in maniera inaspettata. Lo stile evitante esprime paura, debolezza e bassa autostima. Non c’è il controllo della situazione e si allontana l’altro impedendo così di chiarirsi.

Stile di ostilità

Chi è ostile non ha capacità di ascolto e dialogo durante un conflitto. Queste persone pensano che il litigio sia un’occasione di scontro e il loro obiettivo è di far sentire all’altro la loro capacità di vincere. Lo stile antagonista si riconosce dai seguenti comportamenti: tenere un comportamento di sfida, attaccare l’altro, invadere lo spazio altrui, interromperlo quando parla, ascolto selettivo prendendo informazioni che rafforzano l’ostilità, voler dominare, sentire il conflitto come una lotta, usare stereotipi per descrivere l’altro.

Stile di soluzione dei problemi

Chi è proiettato verso la risoluzione del problema, considera il conflitto come una tappa evolutiva della relazione. Percepisce se stesso e gli altri come un valore, poiché l’autostima protegge dall’evitamento o dall’annullamento dell’altro. I comportamenti messi in atto da chi ha uno stile di soluzione dei problemi sono: evitare le offese, porre domande a se stesso e agli altri, parlare per se stessi, mantenere contatto visivo e postura aperta, dichiarare ed esaminare sentimenti e bisogni, percepire il conflitto come opportunità, ascolto efficace in modo da prestare attenzione alle opzioni, avere confidenza, assertività e cooperazione.

I segnali che fanno capire se il litigio è stato costruttivo:

– Ci sentiamo più leggeri

– Abbiamo voglia di fare

– Abbiamo appetito

– Siamo consapevoli di cose su noi stessi e dell’altro che prima non sapevamo

– Abbiamo voglia di passare del tempo con la persona con cui abbiamo discusso.

I segnali post litigio che dicono che il conflitto è stato distruttivo:

– Ci sentiamo stanchissimi

– Abbiamo dolore in qualche punto del corpo (tensioni muscolari, mal di stomaco, cefalea)

– Teniamo il muso

– Rimugini sul motivo della discussione

– Evitiamo la persona con cui hai litigato.

Conclusioni e invito alla riflessione

Possiamo concludere ribadendo che il concetto di conflitto non deve essere inteso come un elemento negativo, ma se adeguatamente gestito è un’opportunità per migliorare le relazioni interpersonali. È importante sviluppare un dialogo costruttivo con gli altri ed essere disponibili ad ascoltare i contributi diversi dal proprio. Inoltre, attuare un comportamento strategico, in modo da evitare delle reazioni aggressive, e chiedersi in anticipo come verranno percepite le azioni, aiuta ad evitare forti malintesi e a preservare dei buoni rapporti con gli altri.

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Giommi R. (2006). La mediazione nei conflitti familiari. Giunti: Firenze.

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