Vi presentiamo Lorenzo Cirri, è un avvocato fiorentino e, nei prossimi mesi, sarà per noi un interlocutore prezioso

Del perché una rubrica che affronti le tematiche del diritto di famiglia e del lavoro su un sito che si chiama Firenze Formato Famiglia non c’è molto da spiegare, è abbastanza intuitivo e siamo certi che gli spunti, i consigli, le riflessioni che verranno alla luce nei prossimi mesi saranno di utilità a moltissimi. Quello che però ci preme sottolineare è perché proprio con l’Avvocato Lorenzo Cirri inizia la collaborazione e le ragioni partono da una nota della sua biografia sul suo sito www.avvocatofirenze.it, sito che vi consiglio di andare a sbirciare perché contiene moltissime risposte alle domande relative ai temi caldi del diritto di famiglia e del diritto del lavoro. Sul sito sono presenti anche molti video, una sorta di tutorial pratici ricchi di consigli che andranno a coprire, ne siamo certi, le nostre limitate conoscenze nei vari campi del diritto.

Oltre la giurisprudenza

Accanto alla sua formazione in giurisprudenza, l’avvocato Cirri ha completato nel 2009 la Scuola triennale di Counselling presso la Associazione di Psicologia Umanistica di Firenze, e nel 2010 ha superato l’esame dell’Associazione Italiana Counsellor (Aico) iscrivendosi all’albo nazionale relativo. Questo interesse a conoscere se stessi, portato avanti accanto alla professione avvocatizia, è stato un passaggio utile per imparare a capire gli altri. Quando si tenta di abbattere, o almeno ridurre, i “filtri” che impediscono di guardarsi dentro, ne beneficia anche la propria capacità di vedere il prossimo e comprenderlo.

Per noi che ci avviciniamo al campo della legge e alle tematiche ad essa connesse sotto la spinta di una necessità, questa formazione ci porta a pensare che esista un’alternativa possibile a quella del farsi la guerra durante un processo di separazione, quando occorre dirimere un conflitto e ci sono due parti in causa.

Da questo punto di partenza è iniziata la nostra intervista e l’avvio della collaborazione con il nostro sito.

Un problema da risolvere, una causa di separazione da affrontare, un consulto per un problema di lavoro richiedono che ci si debba rivolgere ad uno studio legale e, nel nostro immaginario, ci prepariamo ad affrontare una battaglia. Ma deve essere per forza così?

Non necessariamente” ci ha spiegato l’avvocato Cirri, “l’avvocato deve essere regista di una relazione di aiuto con il cliente. La figura dell’avvocato intesa come funzionale in una relazione d’aiuto mette l’accento sulla sua funzione di appianatore e risolutore dei conflitti. Un professi​onista ​ che si pone come sostegno nel processo di abbattimento della rabbia, facilita l’analisi della situazione e propone al cliente reali alternative al conflitto o alla guerra“.

Pero ci immaginiamo l’avvocato come una figura agguerrita che lotta per far prevalere le proprie ragioni, o meglio quelle del cliente che rappresenta

Questa è solo una delle visioni possibili, ma non è l’unica. Nel diritto di famiglia, che è la mia attività principale, oltre a quella del diritto del lavoro e assitenza nel campo del civile, ritengo non esista mai una questione di ragione e di torto, piuttosto ci sono dinamiche che hanno portato alla fine della relazione da indagare e comprendere al fine di trovare un accordo che tuteli l’aspetto più importante della famiglia,  i figli. Quando si ha ben chiaro in testa questo punto, ecco che il ruolo dell’avvocato viene percepito non più tanto come quello di un panzer, ma come quello di un appianatore dei conflitti e di un facilitatore del processo di separazione secondo una via di consensualità.”

Diversi studi documentano che i minori coinvolti attivano un automatismo per il quale si sentono loro stessi responsabili della separazione. E’ appunto nell’interesse dei bambini la ricerca di un nuovo asset, di un nuovo sistema relazionale della famiglia. Io dico sempre ai miei clienti di creare un ponte, cioè un canale di comunicazone nuovo fra i genitori in modo tale che il figlio possa passare da un abbraccio all’altro nella maniera più serena possibile”.

Sembra quasi che ne esca il messaggio, per chi ci legge, di stare lontano dagli avvocati in caso di separazione, è una provocazione?

In un certo senso sì, me compreso. Provocazioni a parte, una strada da considerare, un invito da seguire è quello di ​fissare ​un incontro con un mediatore familiare professionista che abbia preferibilmente una formazione come psicoterapeut​a​.

L’avvocato è una figura abituata a combattere asserragliata sulla sua roccaforte a difesa del cliente. In molti casi il suo ruolo di strenua difesa  del cliente finisce per mette da parte l’aspetto della pacificazione ​come primo passo per la creazione di​ un nuovo assetto familiare basato sulla serenità e sul dialogo. Come possiamo immaginare questo ha conseguenze devastanti per i minori coinvolti. Il mediatore familiare è una figura equiprossima ai due separandi che non esprime giudizi, che non propone soluzioni, ma che riesce a far crescere una soluzione nuova prendendo in esame aspetti che non possono essere presi in considerazione dagli avvocati concentrati piuttosto sugli assegni familiari, su a chi va la casa, e come dividersi nella cura del figlio“.

“Il che non toglie nulla alla professione dell’avvocato: la coppia può scegliere di presentarsi da​l​ mediatore familiare e redigere un accordo. L’accordo verrà​poi portato dall’avvocato e questo la formalizz​erà​ legalmente o tramite la negoziazione assistita (procedura nuova che esiste da un paio d’anni e che permette in toto di non presentarsi in tribunale)​,​ o tramite un ricorso giudiziale congiunto che si esauri​rà​ con una sola udienza”.

Tutti gli aspetti pratici della separazione, gli accordi che si prendono, sono un aspetto importante che veicola anche la serenità personale

“Certo che sono importanti, ma devono venire in un secondo momento, prima occorre aver imparato a superare la crisi di coppia e aver compreso che una famiglia ci sarà sempre, perché passa dalla tutela del benessere emotivo dei figli. Il concetto che nonostante la crisi di coppia, la famiglia debba rimanere in piedi è difficile da accettare, ma occorre lavorarci, poi vengono gli accordi”.

Una domanda forse un po’ forte, ma per te che di separazioni ne hai trattate centinaia, hai individuato degli​ elementi ricorrenti che portano alla fine di una relazione?

Fra i cosidetti killer dell’amore​,​ sicuramente c’è quello dell’addossare all’altro le responsabilità e le colpe.

Giudizio, critica, squalifica e distanza affettiva sono i 4 elementi di fallimento di una relazione ricorrenti quando andiamo ad analizzare la​ crisi della coppia matrimoniale. Un altro aspetto importante nelle sit​uazioni​ di crisi matrimoniale, quelle per le quali si arriva a rivolgersi ad una avvocato,​ è un fattore di tipo educativo culturale: quello di negare a se stessi il diritto di sapere cosa volere, in particolare nella coppia”.

Perché molti padri spariscono dopo la separazione?

Mi rifiuto di credere che questo sia dovuto ad una mancanza di affetto nei confronti dei propri figli, anzi, queste persone soffrono un dolore inestimabile e inguaribile.  Penso piuttosto si leghi al fatto che​per molti uomini sia enorme la difficoltà ad accettare che la famiglia rimanga in piedi nonostante la fine della relazione di coppia. Questi uomini rinunciano al loro ruolo di padre in una nuova famiglia perché non riescono a distinguere la cessazione della coppia dalla cessazione della famiglia e vedono insostenibile il ruolo di genitore a fronte del cessare del ruolo di marito”.

In definitiva, anche come avvocato, il messaggio che passa è quello di fermarsi un momento prima di cominciare una guerra intorno alla fine di un matrimonio

Sì, e valutare attentamente  la scelta dell’avvocato prediligendo figure che si pongono come pacificatori, piuttosto che come quelle di gladiatori, perchè questo può segnare una rotta diversa, meno dolorosa e devastante per tutti, soprattutto per i figli, nel percorso di separazione. Nella mia esperienza ho visto arrivare persone provate dalla fine di una relazione matrimoniale e concentrate unicamente sul rimprovero e il giudizio nei confronti del partner che sono riuscite A realizzare un percorso di separazione sereno, superando il desiderio feroce di farsi una guerra. Attaccare l’altro, additarlo come il cattivo della situazione e portatore di tutti i mali è più facile rispetto a scegliere di mettersi nei panni dell’altro e quindi usare dot​i​ che ormai ​sono​ sconosciut​e​:  l’empatia e l’intelligenza emotiva. Cercare di capire l’altro, placare la propria rabbia e i propri risentimenti permette, alla fine, l’arrivo ad un punto di incontro. E’ molto più facile arrabbiarsi che sforzare di capirsi”.

Dal litigio al confronto, quindi?

Sì, e spesso se ci sono due avvocati il confronto può essere più difficile perché si tende a parlare solo degli argomenti inerenti ​a​ gli aspetti pratici della separazione. Se la separazione viene gestita da un mediatore o da un avvocato in grado di usare strumenti che vadano al di là delle competenze universitarie, forse l’opportunità di avviare un tipo di separazione meno traumatica c’è e questo lo vedo costantemente nel mio lavoro”.

Vi aspettiamo su questo sito una volta al mese con l’Avvocato Lorenzo Cirri, per parlare di separazioni, soprattutto, ma anche di diritto del lavoro e di altri aspetti relativi alle procedure legali, prendendo in considerazione altri aspetti, oltre a quelli tecnici, che passano da un percorso personale di sviluppo di empatia e di volontà a voler costruire un nuovo modo di essere famiglia nel rispetto dei propri figli.

Avvocato Lorenzo Cirri

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