capuccinoMi piacciono le sorprese anzi, io sono una maniaca delle sorprese, mi piace farle e anche riceverle perché mi danno emozione, brivido, mi regalano una piccola scarica di gioia inaspettata nella routine di tutti i giorni. Mi piacciono così tanto che quando compro uno snack per me e lo porto anche alla collega di lavoro che poi vorrebbe restituirmi i soldi, preferisco non avere indietro niente sul momento e, in seguito,  ricevere un cappuccino inaspettato un giorno X a caso del mese. Quel cappuccino che ogni tanto arriva mentre sono in tutt’altro affaccendata (lei entra al lavoro un’ora circa dopo di me), ah quel cappuccino!!! Il migliore della settimana.
Tanto quanto le sorprese, mi piacciono le piccole sfide, quelle azioni per le quali ti metti in gioco facendo qualcosa che normalmente non faresti, che un po’ ti fa paura, perché non sai esattamente come gestirai. Stasera, elemento sorpresa e piccola sfida da superare sono andate di pari passo e adesso che sono a casa a godermi il mio decaffeinato, mi sento soddisfatta di come sono andate le cose. Ma partiamo da principio.

La spesa saltata

polase21Oggi, il tempo che avrei dovuto impiegare per fare la spesa, l’ho usato per invitare last minute un’amica con figlioletta a casa mia a bere un  Polase (ah, non lo sapevate? Adesso non va più di moda invitare a casa a bere un caffè, adesso alle mamme stravolte come me che non si fermano un minuto offro direttamente un bicchiere di Polase, quello sì che tira su). Ho fatto proprio bene a forcare la spesa, perché l’amicizia non sfama, è vero, però appaga, e alla cena si può sempre rimediare con una pasta all’olio dell’ultima ora venduta alla famiglia come scelta meditata:

“Stasera una pastina all’olio così stiamo più leggeri bimbi e …. Tesoro, è inutile che apri il frigo, perché dentro c’è solo l’eco delle tue parole e comunque, non eravamo tutti a dieta?”

Alle chiacchiere con l’amica sono seguiti gli spostamenti per raggiungere gli sport di ogni bambino e si sono fatte le 19.30 una volta che tutti erano stati recuperati. A quel punto ho pensato che, non essendoci la sera il marito a cena a casa per sopraggiunti impegni di lavoro, forse potevo organizzare una sorpresa per i bambini e, mentre cominciava la litania del “Mamma, cosa si mangia stasera?” ecco il colpo di teatro 😉 “Bimbi, stasera vi porto a cena fuori, vi va di andare a mangiare una pizza?”

Una pizza con la mamma

lune“SIIIIIIIII” coro…. Prevedibile, chi la vorrebbe la pastina triste al posto della pizza? Io no, e manco loro. Quindi pizza è stata, avevo già scelto il ristorante e li ho portati in un posto davvero carino che si chiama Lune d’acqua dove la pizza è buona, i prezzi accessibili e l’arredamento e l’illuminazione caldi e accoglienti. Un posto bello e family friendly. Per me è stata la prima volta al ristorante da sola con i bambini infrasettimanalmente, durante il periodo scolastico, io e loro senza altre persone di supporto, in  maniera inaspettata e non programmata. Diversi elementi avulsi dal nostro quotidiano che hanno entusiasmato i bambini proprio per l’inaspettata sorpresa e per la deviazione da una routine che conoscono bene e si aspettano. Un altro elemento che ha lasciato a bocca aperta i bambini è stata la sensazione di trasgredire alle regole: “stasera?” “solo noi?” “anche se domani c’è scuola?” E da lì senso di responsabilità per aver ottenuto una sorta di promozione sociale in famiglia anche perché, prima di andare, abbiamo fatto un patto.

Il nostro patto

Ovviamente andare da sola al ristorante con 4 bambini ha richiesto che ognuno di loro mi promettesse un comportamento esemplare e, prima di entrare, abbiamo fatto un patto: “bambini io vi porto volentieri, ma sono sola e quindi ognuno di voi si deve impegnare al massimo: aspettare il proprio turno per farsi tagliare la pizza, stare seduti composti senza dare segni di insofferenza, rimanere al tavolo se avessi dovuto accompagnare uno di loro al bagno, collaborare con me perché le cose funzionassero. Devo dire che i bimbi hanno avuto un comportamento da film “happy family U.S.A. Style”: pazienti anche se affamati, educati con il cameriere, collaborativi (anche troppo, visto che Corinna si è offerta di sparecchiare non solo il nostro, ma anche il tavolo della coppia vicina).

La sfida per me

Andare a cena fuori con i bambini da sola per me è stata dall’altra parte una piccola sfida perché non l’avevo mai fatto: in genere le cene al ristorante con i bimbi sono un evento da famiglia al completo o un’occasione per grandi raduni scolastici e sportivi con altri adulti di supporto. Per me è stato molto piacevole condividere la serata con loro conversando, commentando la loro giornata a scuola, facendo progetti per il fine settimana e il tutto sentendomi padrona della situazione. Avrei sinceramente fatto a meno dei complimenti del gestore per il coraggio, ma mi ha fatto piacere sentirmi dire che in 15 anni di attività era la prima volta che vedeva una donna sola con 4 figli a cena al ristorante e, ancor di più, mi ha fatto un gran piacere il calice doppio di prosecco che mi ha offerto “perché se lo merita proprio signora!!”  E poi sarà forse grazie a quel prosecco o al fatto che non ci fosse il marito a fulminarmi con lo sguardo, che ho anche avuto il coraggio di farmi dare un cartone da asporto per portare a casa le mezze pizze lasciate, come al solito, dai piccoli. Chiaro che gliele rifilerò domani per merenda.