cambio stagione

Cambio di stagione dei  vestiti, non è presto se lo facciamo a tappe

In una famiglia di sei persone, con 4 bambini in crescita, il cambio di stagione è ha le caratteristiche dell’epopea, con la casa modello mercato delle pulci per giorni, le scatole in sala, le magliette parcheggiate sui termosifoni e la sensazione di non venirne a capo. Negli anni mi sono resa conto che è molto più costruttivo organizzare un cambio di stagione dei vestiti a tappe, piuttosto che dedicare a questa operazione una due giorni di full immersion quando non se ne può proprio più fare a meno, quando cioè  fuori vedi i figli degli altri in sandali e tu hai ancora i cassetti con le maglie di pile e i dolce vita di lana, perché dopo le 19.00 ancora fa freschino :-0

Inoltre, ho notato che fare “una stracanata”, vale a dire partire la mattina alle 6.00 con l’obiettivo di portare a termine il cambio di stagione dei vestiti in giornata e darci dentro come una matta, significa andare fuori di testa dopo 4/5 ore, avere la schiena a pezzi, il nervo scoperto e la partaccia pronta a colpire chiunque che, nel raggio di mezzo metro, dica la parola sbagliata.

Il cambio di stagione dei vestiti pianificato

Allora, proprio  per evitare abbrutimenti, da un paio d’anni, io il cambio di stagione lo faccio a piccole tappe e in maniera particolarmente pignola e non perché questo mi dia soddisfazione, in realtà essere precisa e pignola va contro la mia indole, ma ormai consapevole che la memoria, da una stagione all’altra, è davvero corta, la precisione di oggi, mi permetterà di essere più efficiente e meno nevrotizzata fra 6 mesi.

Detesto perdere coscienza di quello che già possiedo, ricomprare qualcosa e poi scoprire che quel capo di abbigliamento per i bimbi lo avevamo già e quindi abbiamo sprecato denaro che avremmo potuto investire nel comprare altro.  Ok, d’accordo, c’è anche il piacere dell’acquisto del vestitino in più, del paio di scarpe un po’ più fru-fru, ma se ne sono consapevole va bene, se invece non lo sono e poi lo scopro ci rimango malissimo.

Tanti vestiti, tanti bambini, tanto scambio fra mamme

Con 4 bambini ho un grande giro di scambio abiti con amiche e conoscenti con figli e ho fatto la scelta di passare tutto quello che ai miei bimbi non sta più, senza conservarlo.

Forse può sembrare strano, ma è così, io non conservo i vestiti del maschio più grande e aspetto 3/4  anni in attesa che vadano bene per il fratellino minore,  preferisco passare il guardaroba del grande ai figli di amiche che saranno in grado portare quel vestito la stagione successiva. Ho deciso questo perché conservare vestiti per un tempo troppo lungo fa correre il rischio di non azzeccare la taglia e la stagione per i bambini più piccoli (mica tutti crescono allo stesso modo), inoltre, i vestiti conservati in cantina o in garage o in altri posti, possono deteriorarsi se attaccati da umidità o tarme, non si sa mai. Più di tutto però non mi piace il principio di tenere fermi due o tre anni dei capi che potrebbero risolvere la stagione ad una amica con figli di poco più piccoli dei miei. Ho visto che nel tempo questo tipo di atteggiamento funziona perché ciò che do, ritorna, ovviamente non ritornano quei vestiti, ma ne rientrano in famiglia altri e non mi sono mai dovuta pentire di avere regalato qualcosa. Apertura verso gli altri genera apertura e solidarietà, da provare, ve l’assicuro.

Scordarsi di quello che già si possiede

Ma torniamo al cambio di stagione dei vestiti, dicevo che con tanti figli,  ma probabilmente anche già con due, da una stagione all’altra ci si dimentica di quello che si è conservato e, se non si è sistemata  la roba con un criterio, si perde la consapevolezza di quello che già si possiede o che nel frattempo ci hanno passato altre amiche.

Mi ricordo che qualche anno fa andai a compare abbigliamento da montagna per i bambini, scordandomi che l’anno prima mi aveva passato un sacco di tute, giacche a vento, moonboot un’amica con due figli. La scatola con la sua attrezzatura, messa in una sacchetto anonimo, defilato in un angolo della cantina, è venuto fuori solo l’estate successiva quando mi sono chiesta che mai ci fosse in quel sacchetto (credevo decorazioni per l’albero di Natale, la zona era quella) e potete immaginare la rabbia quando ho avuto la consapevolezza che non solo avevo ricomprato tutto, ma che quelle cose a quel punto non sarebbero andate bene più a nessuno.

Scatole trasparenti, con il contenuto ben descritto e dettagliato

scatola dettaglioAdesso quindi mi muovo per tempo e conservo ogni metà stagione, adesso che siamo alla metà di aprile, conservo quello che nel mio archivio vestiti va sotto il nome di INVERNO PIENO.

Compro grandi scatole dell’Ikea rigorosamente trasparenti e con coperchio e conservo quello che è inerente ai mesi più freddi dell’anno: piumini, maglioni di lana, maglie di pile, magliette di cotone pesante a collo alto e mezzo collo. Nella scatola metto un foglio di carta A4 in cui indico, in maniera dettagliata, il contenuto, per esempio:

INVERNO PIENO, BAMBINA, 6/7 anni: pantaloni velluto, maglie di pile, maglioni di lana, sciarpe, guanti e cappelli. Dopo inserisco un sacchettino di quelli apposta con profumo e anti tarme, oppure una manciata di palline di legno al cedro e porto in cantina. Quei vestiti pesanti che so che la stagione successiva di sicuro non andranno bene, magari perché già un po’ striminziti, li lavo e, invece di conservarli, li passo subito alle amiche con i figli che so per certo che li metteranno l’inverno successivo. In questo modo mi libero subito del superfluo ed evito l’accumulo di cui dovrei comunque disfarmi l’inverno successivo.

In cantina troverò altre scatole con indicazioni dettagliate che mi permetteranno di prendere quello che mi serve senza doverci sprecare troppo tempo e buttare all’aria troppa roba. Per esempio, in questa stagione: PRIMAVERA, BAMBINO, 10 anni: pantaloni cotone lunghi, maglioncini di cotone, magliette cotone leggero, polo a maniche corte.

Queste scatole conterranno solo vestiti della taglia adatta, poiché gli oggetti della mezza stagione che l’anno prima avevo giudicato al limite della taglia, li avevo già fatti partire per altri lidi, ad altre famiglie.

Dettagliare le scatole non è eccesso di pignoleria, ma una strategia veramente efficace per avere la piena consapevolezza di ciò che c’è e del momento giusto per tirarlo fuori.  Il cambio di stagione fatto a tappe ha anche il vantaggio di non ridursi con pile e pile di panni sporchi da lavare, ripiegare e imbustare per il riposo stagionale. In un paio di pomeriggi, ieri e oggi,  ho lavato i maglioni di lana più pesanti, li ho ripiegati, messi nella scatola, preparata l’etichetta descrittiva e, infine, ci ho lanciato dentro una manciata di palline al profumo di cedro, ottime per tenere lontane bestioline indesiderate, con questi ci rivediamo a novembre prossimo. Se poi volete strafare, delle belle dritte su come insegnare ai bambini a tenere in ordine l’armadio e come noi stesse farlo, molto utile per me 😉 http://www.nonsprecare.it/come-si-organizza-al-meglio-larmadio-dei-bambini

armadio

I negozi di usato per bambini in conto vendita, una buona alternativa

In alternativa, al passaggio di mano dei vestiti da una famiglia all’altra, c’è la possibilità di portare i vestitini che non stanno più ai nostri bambini presso i negozi di conto vendita usato.

Baby Bazar 

Baby Bazar è un franchising specializzato in usato per bimbi. http://www.babybazar.it/ A Firenze ci sono due negozi,

uno è Baby Bazar Firenze Quartiere 4, Via Bezzuoli 16/18 – Firenze – FI
Telefono: 055 7322664
E-mail: [email protected]

l’altro è Baby Bazar Rifredi, Via Adolfo Antognoli, 40/42 – Firenze – FI
Telefono: 055 5308936
E-mail: [email protected]

Bimbo bazar, conto vendita articoli per bambini, via reginaldo Giuliani 119, tel. 055 933 1050 https://sites.google.com/a/bimbobazar.com/bimbo_bazar/home

 

Ecobimbo, negozio con abbigliamento e accessori per l’infanzia, si trova in  Via Giotto, 67, 50018 Scandicci (FI),
tel. 055 730 0065

Conto vendita per l’infanzia, via ponte del lepri 13, 50015 Grassina, (FI) Tel: 055643292

Di sicuro ce ne saranno anche degli altri, io li ho trovati googlando.

Prima di andare è sempre meglio fare una telefonata perché spesso i negozi che propongono il servizio di conto vendita ricevono chi vende l’abbigliamento usato solo su appuntamento o in giorni e orari prestabiliti. I ricavi sono modesti, quindi non immaginate di farci chissà quanto, in ogni caso è comunque un modo per ricarvarci qualcosa, magari sul completino “elegante” che una zia senza figli ci ha regalato per Natale tutto pizzi e balze, dello stilista di grido, assolutamente scomodissimo e importabile che  al bimbo (scalciante) abbiamo imposto solo per il tempo di un pomeriggio (quello in cui la zia è venuta a trovarci).