Quello di Santa Croce è uno dei più particolari quartieri storici di Firenze. Ha una storia molto antica e conserva in sé testimonianze storiche che vanno dai romani al ‘900. Volete scoprire i suoi lati più curiosi con i vostri figli? Seguite allora questo percorso tra i suoi vicoli e le sue architetture, ci sono almeno 8 attrazioni del quartiere di Santa Croce Firenze da visitare con i bambini e sulle quali saperne di più … Eccole:

il quartiere di Santa Croce con i bambini cosa vedere, cosa raccontare loro, le curiosità e i punti di interesse.

1- Piazza Santa Croce

La piazza di Santa Croce è il cuore maestoso del quartiere. Anticamente questa zona di Firenze era sempre molto acquitrinosa perché era soggetta agli straripamenti dell’Arno e si trovava fuori dalle mura cittadine.

La Basilica di Santa Croce costituisce il primo insediamento di questo territorio. I francescani decisero di realizzare una basilica con l’aiuto economico delle più importanti famiglie della zona (Bardi, Peruzzi, Cerchi, Alberti, Baroncelli). Come ricompensa i frati diedero la possibilità di seppellire a terra, nella basilica, i membri delle più importanti famiglie. Successivamente la basilica si trasformò in un vero e proprio Pantheon fiorentino, ospitando le tombe dei più celebri rappresentanti della città: Michelangelo, Galileo, Macchiavelli, Foscolo, Ghiberti ecc …

2- Il calcio storico in piazza Santa Croce

Nella piazza ogni anno si gioca il calcio storico fiorentino, un gioco diffusosi nel 1400 e giocato tra i rappresentanti dei quattro quartieri storici. In piazza sono ancora visibili i due cerchi che segnavano la “mezzeria”, cioè la linea che divideva in due il campo di gioco. Nel 1565 vennero murati i due dischi di marmo sulla facciata del Palazzo dell’Antella e sull’edificio di fronte, che avevano anche un’altra funzione: contro di essi l’arbitro lanciava la palla per dare inizio alla partita. Per questo motivo furono chiamati battipalla. Il cerchio posto sul lato sinistro, un cerchio bianco e rosso, aveva anche lo scopo di indicare la grandezza del pallone con cui giocare.

3- Le targhe delle alluvioni

Il quartiere di Santa Croce è da sempre uno dei quartieri più colpiti dalle alluvioni dell’Arno. Per questo motivo girando per le sue strade è più facile imbattersi nelle targhe commemorative delle più devastanti alluvioni. La targa più antica si trova accanto alla chiesa di San Remigio, una chiesa romanica dedicata al vescovo di Reims e sorta per ospitare i francesi in pellegrinaggio verso Roma. Accanto a questa chiesa, all’incrocio con via de’ Neri, sorge la targa dell’alluvione del 1333, con un dito ad indicare l’altezza raggiunta dall’acqua. In questa alluvione pensate che crollarono sia Ponte Vecchio che Ponte Santa Trinita. All’angolo tra via Ghibellina e via delle Casine sorge un’altra targa angolare molto diversa dalle altre. Qui la linea indicativa dell’alluvione è scolpita all’interno del bugnato angolare, con la scritta “1547 ARNO FU QUI A 13 D AGOSTO”. Accanto ad essa ve n’è un’altra in metallo che ricorda invece l’altezza dell’acqua raggiunta nell’alluvione del 1844.

Le ultime due targhe del quartiere sono poste in Piazza Santa Croce, verso Via Verdi, indicanti la più devastante alluvione subita dalla città, quella del 4 novembre 1966, e più in basso quella a ricordo dell’alluvione del 13 settembre 1557.

4- L’anfiteatro romano

Le tre strade confinanti con la piazza: via torta, via de’ Bentaccordi e piazza de’ Peruzzi, circoscrivono l’antico anfiteatro romano. Percorrendo queste strade si ha la sensazione di girare intorno al Colosseo, ma nel nostro caso le antiche strutture romane furono inglobate nelle case e nei palazzi medievali, facendo scomparire completamente l’architettura antica.

5- Le strade dei mestieri

Quando Vasco Pratolini descrisse Santa Croce nel romanzo Il quartiere, definì questa zona luogo di “Operai, e più propriamente, falegnami, calzolai, maniscalchi, meccanici, mosaicisti.” Questa sua caratteristica, ancora viva nel ‘900, risale alla vita fiorentina del medioevo. Tutta la zona, infatti, brulicava di botteghe e fondi destinati alla lavorazione di pelli. Un ricordo di questi mestieri ritornano grazie ai nomi delle strade del quartiere come corso dei Tintori, via dei Vagellai (i vagelli erano le caldaie dei tintori di stoffe), via dei Saponai.

6- San Pierino: la chiesa che non c’è più

Nell’attuale Piazza Salvemini, sorgeva fino al 1700 la chiesa di San Pier Maggiore annesso a un monastero femminile. La chiesa fu distrutta perché giudicata pericolante e di essa, oggi, restano solo gli archi del portico antistante la chiesa, due dei quali tamponati. L’Arco di San Pierino un tempo era ricco di botteghe storiche: il buzzurro (castagne e derivati), il pizzicagnolo (salumi e formaggi), la fiaschetteria e la friggitoria.

7- Il quartiere di Dante: a caccia del suo profilo

All’interno del quartiere di Santa Croce trova posto anche quello che viene definito oggi “il quartiere di Dante”, un piccolo isolato nel quale si pensa avessero luogo la casa torre degli Alighieri, la casa della famiglia di Beatrice e la Badia Fiorentina. Tra queste antiche strutture medievali sorge l’attuale Casa Museo di Dante.

In questa piccola piazzetta, se si osserva attentamente per terra, è possibile trovare il profilo del celebre poeta fiorentino scolpito nella pietra serena. Ben visibile in inverno quando le piogge mettono in risalto la figura, senza dubbio è più difficile individuarla in estate con le calde temperature. Portate con voi una bottiglietta d’acqua e buona ricerca!

Sul lato della chiesa della Badia Fiorentina sorge un’interessantissima targa che vieta il gioco della pallottola, un gioco che veniva praticato dai bambini e dai ragazzi tra i vicoli della città con delle biglie. Potremmo in parte considerarlo l’antenato del gioco delle bocce.

8- La piazzetta di San Martino

Nella piccola piazzetta di San Martino sorge l’antichissima torre della Castagna. Prima della costruzione di Palazzo Vecchio, qui si riunivano i Priori di Firenze a discutere della città. Per votare le varie decisioni, i priori usavano mettere in un sacchetto, per esprimere il proprio voto, delle castagne. Si pensa che il termine “ballottaggio” provenga da questa usanza, perché a Firenze le castagne lesse vengono chiamate “ballotte”.

Scoprire Firenze con i bambini giocando

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