Shaun vita da pecora

di Alessia Alessandri

shaunsiaffaccia640Da quando c’è Adriano ho scoperto che se anche non si parla, osservando ci si capisce lo stesso.

Strana coincidenza, gli ultimi lungometraggi animati europei tratti dalle serie tv Minusculela vita segreta degli insetti e Shaun the sheep sono entrambi senza dialogo e ci piacciono tanto!

Dei deliziosi insetti poeticamente francesi di Minuscule abbiamo già parlato; adesso andremo a farci deliziare gli occhi dalla serie tv inglese Shaun vita da pecora, già vincitrice dell’International Emmy Award come miglior programma per bambini e ragazzi, e vista in 170 paesi del mondo.

Vi ricordate i sensazionali Wallace e Gromit, la coppia di plastilina ‘cane con padrone’ più famosa del mondo? Bene, il piccolo Shaun apparve per la prima volta nel 1995, nel ‘loro’ Una rasatura perfetta, cortometraggio premiato con l’Oscar. Il personaggio della piccola pecora intraprendente ebbe tanto successo che il regista Nick Park e lo Studio Aardman Animation due anni dopo lo fecero diventare il protagonista di una serie tv tutta sua (ebbene sì, Shaun è uno spin off di successo!) e ancora oggi, ogni giorno su Rai Yoyo, possiamo seguirne le avventure (per ora siamo a 4 stagioni, 120 episodi, in corso).swaum

Questo il trailer ufficiale del lungometraggio, attualmente nelle sale italiane, dove il nostro gregge è protagonista, in un susseguirsi di spericolate avventure tra la campagna e la grande città:  http://www.aardman.com/work/shaun-the-sheep-the-movie.

Shaun vita da pecora e gli episodi della serie TV

Gli episodi della serie tv sono invece ambientati in una fattoria inglese, ricostruita con plastilina, argilla, ed altri materiali reali, curata nei minimi dettagli.

Le storie si succedono nei vari ambienti della fattoria, ma anche all’interno della casa, col padrone, che – come mi ha fatto notare Adriano – ha gli occhiali ma non gli occhi.

La tecnica usata per l’animazione è la stessa di Wallace and Gromit, ovvero lo Stop Motion (detta da alcuni claymation, o clay animation – da clay ovvero argilla/plastilina).

shaun6Ogni pupazzo in plastilina ha all’interno uno scheletro che gli permette di non disfarsi ad ogni movimento; con tutte queste figure inserite nell’ambientazione, si ricrea la scena precedentemente disegnata nello story board e la si fotografa. Servono 12 immagini al secondo per creare il movimento – ovvero per animare un episodio di 8 minuti si devono utilizzare 5760 fotogrammi!

Trovo molto divertente guardare in rete o sui dvd di Shaun the sheep e Wallace and Gromit i contenuti speciali offerti dalla Aardman, in particolare i making of delle varie produzioni: questa tecnica mi ricorda i giochi nella casa delle bambole e i soldatini nel campo, e pare impossibile che qualcuno la usi ancora nell’epoca del 3D. Qui il canale you tube ufficiale dello studio di animazione  inglese: https://www.youtube.com/user/aardman

I personaggi di Shaun vita da pecora non sono veramente muti, anzi è bellissimo il linguaggio degli umani che utilizzano il “grammelot” (in Italia reso celebre da Dario Fo) ovvero un misto di suoni onomatopeici pieni di espressività che sembrano – ma non contengono – parole.

Molta la musica che sottolinea i movimenti, esasperate le occhiate che si danno i vari personaggi, esagerate tutte le azioni, che portano le varie storie quasi sempre al limite del disastro.

In ogni episodio infatti troviamo una piccola grande idea, svolta con grande maestria per non fare annoiare mai.

Chi è Shaun e perché piace ai bambini

bitzerShaun è una giovane pecora di un gregge guardato dal cane Bitzer che ricorda molto il caro Gromit, con un padrone allevatore miope che non si accorge mai di niente, con il postino perseguitato, il toro perennemente arrabbiato, i maiali inutilmente dannosi e dispettosi, le papere, il gallo, il gatto – che una volta tanto non piace a nessuno -, le galline (impossibile non pensare a Galline in fuga, altro lungometraggio Park/Aardman) e persino una famiglia di extraterrestri…

Non c’è una morale, qui soprattutto … succedono cose! Shaun è spericolato, simpatico e soprattutto molto curioso, ed ogni episodio ci fa stupire di quello che si sono inventati gli autori, a volte persino troppo, quindi se cercate di far rilassare vostro figlio… guardate altro!

Per i più piccoli è stata creata infine un’altra serie tv, dove l’agnellino Timmy – quello piccolissimo, col ciuccio e la mamma coi bigodini – diventa a sua volta il protagonista! Questo spin off dello spin off si intitola Piccolo grande Timmy, ed anche questa serie fa parte del palinsesto di Rai Yoyo.

Per i cinefili

Incredibili e poco conosciuti gli esordi della casa di produzione Aardman di David Sproxton e Peter Lord, che dai primi anni Ottanta si dedica all’animazione di personaggi in plastilina, quando ebbe la geniale idea di “abbinare registrazioni dal vivo di conversazioni reali a pupazzi animati, ottenendo effetti stranianti  che tuttavia sfociano in un cinema dalla volontà documentaristica e di denuncia. Su questo principio lavorano due serie di corti, Conversation pieces (1981) e Lip Synch (1989), e soprattutto Interviste mai viste (Creature Comforts) realizzato sempre nel 1989 da Nick Park. Il film, che abbandona il tono da cinéma-vérité di Sproxton e Lord per adottare piuttosto una comicità surreale (ed esilarante), accosta delle interviste, in cui persone comuni descrivono la loro esistenza, alle immagini di animali-pupazzi in plastilina. Il risultato è un racconto in cui le figure degli animali si fondono in maniera spiazzante e tuttavia incredibilmente fluida con le voci umane: l’accuratissima sincronizzazione e, soprattutto, la capacità degli animatori di restituire i gesti e i tic quotidiani degli uomini attraverso il filtro delle creature animali fanno paradossalmente dell’opera un ritratto profondamente umano della società inglese” (cito dal bel manuale dell’amica Chiara Tognolotti: Anna Antonini – Chiara Tognolotti, Mondi possibili. Un viaggio nella storia del cinema di animazione, Il principe costante Edizioni, Milano, 2008, p.161)

E a proposito di curiosità, chissà se nessuno ha mai notato che il nome del cane protagonista è – azzardo a dire – un omaggio a Billy Bitzer (21 aprile 1874 – 29 aprile 1944), lo stretto collaboratore del ben più famoso regista del cinema degli esordi David Griffith.

Bitzer fu un pioniere ed innovatore e sviluppò le prime tecnologie cinematiche per la American Mutoscope Company, prima che essa diventasse la Biograph Company, fino all’apice della collaborazione con Griffith in Nascita di una nazione (1915) e Intolerance (1916). Come si trova su Wikipedia: “tra le innovazioni effettuate da Bitzer troviamo: la dissolvenza per la chiusura di una scena; la chiusura d’iride in cui un cerchio, chiudendosi, chiude la scena; la fotografia sfocata, con l’aiuto di una diffusione della luce sullo schermo; il filmaggio interamente mediante luce artificiale anziché quella solare; luci, primi piani e riprese lunghe per ricreare uno stato d’animo; perfezionamento della fotografia opaca.”

E se non è vero che alla Aardman volevano omaggiarlo, pazienza anzi meglio, così lo abbiamo fatto noi qui, in un contesto veramente assurdo!

Alessia e AdrianoAlessia Alessandri, nome di battaglia LaleLaly, mamma di Adriano, cantante e impiegata in un’ Università Americana, fiorentina doc, oltre al suo Adriano coltiva una passione travolgente per la musica, sopratutto quella dal vivo