Fino a qualche anno fa ritenevo che passare la domenica mattina a cucinare fosse una perdita di tempo (sai quante cose da fare in città ci sono?), un’attività noiosa, per me e per i figli (mentre io cucino, loro che fanno?) e sinceramente anche un po’ triste, l’idea della madre ai fornelli mi riportava ad un’immagine di donna dotata di ben poche attrattive.
Poi mi sono ricreduta, spinta da alcune considerazioni che via via hanno costituito un’impalcatura di buoni motivi.
Innanzitutto, sono stanca di farmi rifilare dai supermercati prodotti cari, scadenti, in ridotte quantità (quanti vasetti di ragù pronto sono necessari per sfamare una famiglia numerosa?), sprecando materie prime, denaro e oltretutto intossicandoci di conservanti.
In secondo luogo, nella ridda dei programmi settimanali, con impegni da mantenere, sport a cui partecipare, riunioni scolastiche, festicciole e visite ad amici fino a qualche tempo fa si arrivava al fine settimana stremati e infarcire anche il sabato e la domenica di impegni ci esauriva, più che divertirci.
I bambini nel frattempo si nevrotizzavano e disimparavano a gestire il loro tempo libero: di fronte ad una giornata senza niente di programmato, andavano in confusione: “Oggi che facciamo? Dove andiamo? Cosa posso fare in casa, a cosa gioco? Io mi annoio!!!”

Si è reso necessario, per la mia famiglia, impadronirsi nuovamente del tempo libero, imparando a goderne apprezzando programmi che non richiedano il pagare un biglietto, ma che ci si deve inventare e costruire insieme.
Cucinare insieme, allora, ha assunto un nuovo significato, è diventato un progetto che coltiviamo con orgoglio: “lo abbiamo fatto noi!”.

La pasta fatta in casa è una di quelle ricette che permette condivisione con i figli (il piacere del manipolare) e da risultati gastronomici deliziosi.
Chi obietta che la casa si sporca, che la farina vola, che i pezzetti si appiccicano al pavimento ha le sue ragioni, le stesse probabilmente per cui non si gioca con il didò, non si invitano amici a casa perché poi c’è da ripulire, le tempere non vanno via dai vestiti, con l’acqua non si gioca per principio … Con questa categoria di genitori non si vince mai … Io preferisco ripulire e chiedere (imporre?) ai bambini di aiutarmi dopo magari faticare un po’, però godermi l’attività con loro, ci sarà un tempo futuro in cui casa sarà anche troppo pulita, ordinata e silenziosa …

Ho ereditato dai miei suoceri una macchinetta per la pasta degli anni 70 già appartenuta ai loro genitori e con quella stendo la pasta, faccio tagliatelle e tagliolini, preparo i ravioli ecc… ecco le dosi per la pasta:

1 chilo di farina di grano tenere 00
10 uova
una manciata di sale

e se poi l’impasto dovesse risultare troppo duro, un pochino d’acqua, niente di complicato, no?
In ogni caso, su internet, basta digitare su qualsiasi motore di ricerca “pasta fatta in casa” e c’è l’imbarazzo della scelta e si trovano anche tanti trucchetti per migliorare la resa (tipo far riposare la pasta mezz’ora prima di stenderla per renderla più elastica).

Se il progetto è più ambizioso e si desidera cimentarsi con la pasta ripiena, tanto meglio: sarà un’altra occasione per rifilare alle creature la verdura in un contesto più accattivante rispetto al minestrone.
Questa domenica ci siamo buttati sui ravioli di zucca, niente male:
ravioli 1

Ci siamo divertiti: mentre io preparavo i ravioli i bambini con la pasta hanno fatto “i capelli di Rapunzel, un aereo, un kebab, una casa” e poi non mi ricordo:

ravioli 2

Insomma è stata una bella domenica mattina, che non solo non ci è costata niente, ma ha prodotto un notevole risparmio: per produrre un piatto unico che ha sfamato la mia famiglia e quella dei miei suoceri non sono arrivata a spendere 5 Euro di materie prime.

ravioli 3