Bowie is con i bambiniLa mostra “Bowie is” al Museo MAMbo di Bologna finirà il 13 novembre, andateci e con i figli!!

Inizio con questa informazione laconica e basilare perché … non potete perdervela!

Di Alessia Alessandri

Quando avrete scelto il giorno, prendete i biglietti della mostra e subito dopo quelli del treno: a tal proposito considerate il nuovissimo sconto del 30% che trovate in basso a destra, scorrendo la pagina ufficiale davidbowieis.it

Noi abbiamo optato per una Freccia Firenze-Bologna delle 9:30 (arrivo ore 10:07) ed i biglietti della mostra con indicazione della fascia oraria alle 11:00, ma se volete pranzare tranquilli vi consiglio la prima fascia oraria delle 10.00.

Siamo arrivati al MAMbo in circa 20 minuti a piedi dalla stazione Centrale, ma solo perché seguivamo divertiti il passo a zig zag di Adriano e Giorgio che spingevano i loro passeggini, invece che starci sopra (un classico, no?).

Consiglio senza ombra di dubbio il biglietto a fascia oraria (15€) perché solo così salterete la lunga fila che precede l’entrata.

I bambini sotto ai 7 anni non pagano.

Dai 7 ai 15 anni pagano 10€.

David_Bowie_Is_orizzontale600Per le famiglie c’è il servizio “Baby Bowie”

È previsto inoltre un importante servizio per le famiglie che entrano in mostra, il “Baby Bowie”, negli spazi della “Experience Bowie” (link: http://www.mambo-bologna.org/progettispeciali/experiencebowie/) dove i bambini tra i 4 e gli 11 anni portanno stare con degli animatori per 2 ore e mezzo, al prezzo di 10€.

Per altri dettagli chiamate l’ottimo Dipartimento educativo MAMbo, tel. 051 6496627 (martedì e giovedì 9.00 – 17.00).

Il nostro percorso alla mostra “Bowie is” insieme ai bambini

Potete tranquillamente decidere se usufruire del parking per i bambini quando siete alla cassa. Noi abbiamo optato per entrare alla mostra tutti insieme: due coppie e due bambini di 4 anni. Io già prevedevo di non vedere niente – e dovere quindi tornare – ed invece i due piccini, nonostante l’ingresso gratuito, hanno avuto la loro cuffia per seguire la mostra, e grazie a quella hanno resistito addirittura un’ora, divertendosi, ammaliati da colori e suoni, azzardando anche dei balletti, e seguendo parecchi video insieme a noi grandi, che, essendo fan di Bowie eravamo in stato di trance.

I bambini poi, con uno di noi, sono andati a mangiare al buon self service /café del Mambo: 18€ menu all you can eat, e metà prezzo per i piccoli. Per andarci dovete uscire dal MAMbo e sappiate che non vi faranno rientrare in mostra (mentre lo shop ed il guardaroba sono accessibili).

L’audioguida è inclusa nel biglietto e non va snobbata

La parte sonora della mostra inoltre si attiva automaticamente a seconda della zona in cui siete, permettendovi di seguire il vostro percorso con naturalezza e facilità, conducendovi “in un viaggio emozionale attraverso le influenze artistiche che lo stesso Bowie ha citato come formative”.

Vorrei fare un grande applauso ai curatori Victoria Broackes e Geoffrey Marsh del V&A Museum di Londra, perché questa mostra è stata allestita in modo perfetto. Più di 300 “oggetti” del nostro, video interviste, spezzoni di concerti e apparizioni, una sala in cui vengono proiettate le scene cinematografiche più significative dell’attore Bowie, schizzi di palco del regista Bowie, abiti del costumista Bowie, testi autografi, pentagrammi e tutti gli album del musicista Bowie, disegni e quadri del pittore Bowie, e non per ultimo il Verbasizer (link importante: https://www.youtube.com/watch?v=x3IKLMgFaDA ) – una chicca, tra le tante della mostra – ovvero un software per comporre testi che utilizzava la tecnica del “cut-up”, che il visionario Bowie aiutò a sviluppare negli anni ’90 e con cui compose i testi di Outside nel 1995. Il tutto esposto con maestria e non lasciandoci mai soli.

Il genio di Bowie anche nelle intuizioni informatiche

Aggiungo una mini digressione: non stupitevi di questo aspetto high tech: Bowie era avanti a tutti anche nelle intuizioni informatiche, tanto da entrare nel guinness dei primati (link: http://www.guinnessworldrecords.com/world-records/first-artist-created-internet-service-provider) per avere lanciato nel ’98 BowieNet, il primo internet provider che in cambio di 20 dollari al mese non offriva solo la possibilità di connettersi online ma anche di creare una propria homepage personale, con lo scopo di creare una comunità di artisti: un “social” ante litteram!

Ma sto divagando.

“Bowie is” è curata in modo magistrale ed è semplicemente bellissima!

E’ esaustiva dal punto di vista culturale, ma ti coinvolge emozionalmente, e quindi è divertente!

La maestosità di alcune sale sono il correlativo oggettivo della grandiosità di Bowie stesso, uno tra i pochi artisti al mondo che con questa mostra può vantare di avere avuto – non scordiamolo – una retrospettiva in vita al Victoria & Albert Museum di Londra, una glorificazione in vita del suo talento. Al V&A aveva anche sbancato: sold out dal 23 marzo all’11 agosto del 2013, anno del ritorno all’attività discografica del nostro, a 10 anni da “Reality”, con l’album ed i video di”The next Day”.

Questa l’unica differenza emozionale con la mostra originaria: la “Bowie is” italiana è adesso, ormai In memoriam.

Ma via via che si cammina, si legge, si ascolta e si apprende, grazie allo splendido allestimento salgono – tante e varie – le emozioni e sfido qualsiasi amante dei mille volti di Bowie a non esaltarsi nell’ultima sala: un “acquario” gigantesco dove si è immersi nella Bowietudine. Vedrete voi stessi, sedetevi, guardate, ascoltate, leggete, camminategli intorno, e scorgete i costumi di scena che appaiono dietro alle tele dove vengono proiettati, da terra fino al soffitto ed ovunque, dei live strepitosi.

Quanto tempo occorre per vedere la mostra

Calcolate 2.30/3 ore per vedere la mostra, ed almeno 30 minuti in quest’ultima sala vertiginosa. Dopo di ché, ecco l’ultimo titolo che ha lo stesso incipit di tutti gli altri titoli delle sezioni della mostra, ma che ho trovato – almeno adesso – inopportuno: “Bowie is FOREVER”.  Diciamo che se chiudeva anche la mostra originaria, aveva di certo un sapore diverso.

E poi, comunque, lo sapevamo già.

Alessia e AdrianoAlessia Alessandri, nome di battaglia LaleLaly, mamma di Adriano, cantante e impiegata in un’ Università Americana, fiorentina doc, oltre al suo Adriano coltiva una passione travolgente per la musica, sopratutto quella dal vivo.