Quando i genitori si separano … Un breve vademecum come punto di partenza

La piccola storia di Alice e della sua valigia

dottor Tommaso Eredi, psicologo e psicoterapeuta

Mi chiamo Alice e ho 5 anni e mezzo. Oggi la mamma e il babbo, sono venuti insieme aprendermi a scuola. E’ stato bello! Non era mai successo ed ero tanto contenta! Dopo mi hanno portato ai giardini e poi in un posto bellissimo a mangiare il panino con l’hamburger. Oltre al panino, nel piatto c’era una montagna di patatine fritte, che mi piacciono tanto. guendina

Io ho pensato che doveva essere proprio un giorno speciale, perché mi hanno comprato anche un bicchiere grande di Fanta con la cannuccia! Ci soffiavo dentro e mi divertivo a fare tutte le bollicine! Poi mentre mangiavo il panino, ho visto la mamma strana… ha iniziato a guardare il babbo senza dire niente e faceva strani versi con gli occhi.

Il babbo però restava zitto e scriveva delle cose nel cellulare.  Allora la mamma mi ha guardata e ha iniziato a parlare. Parlava con me, ma non mi guardava e qualche volta balbettava un po’… sembrava timida.

Mi ha detto che da domani il babbo non starà più con noi e che andrà a vivere in un’altra casa. Il babbo continuava a stare zitto e a scrivere sul cellulare: io credevo che lui non stesseattento e che non gli interessasse. Quando la mamma ha finito di dire questa cosa, hainiziato a piangere e io non sapevo cosa dire… Il babbo allora ha detto alla mamma dismetterla e lei si è arrabbiata con lui.

“E’ colpa tua se piango!” gli ha detto,

“Vai via e non

hai neanche il coraggio di dirglielo!”. Allora si sono arrabbiati tutti e due e hanno iniziato adirsi cose brutte e siamo tornati a casa in silenzio. Ero tanto spaventata, proprio cometutte le volte che babbo e mamma hanno litigato. Questa volta, però, è più brutto.

Io non loso dove andrà il babbo.

Ho tanta paura che non torni più!

Ora sono qui nel mio letto, sotto le coperte. La mamma mi ha letto una storia degli gnomi del bosco e poi mi ha detto di chiudere gli occhi e dormire, ma io non ci riesco. Lei è andata  di là con il babbo e stanno parlando ad alta voce. Il mio elefantino Lele è qui con me e gli canto la ninna nanna, ma non riesco a dormire.

Io penso. Penso, penso, penso.

Penso che forse il babbo e la mamma hanno litigato tanto, perché io facevo confusione e non ubbidivo.

Penso che se dai nonni io non avessi rotto il bicchiere, il babbo non si sarebbe arrabbiato tanto con me. Penso che se in campagna non mi fossi persa nel bosco, il babbo e la mamma non si sarebbero spaventati e arrabbiati. Penso anche che la mamma è triste perché io faccio troppi capricci. Penso che è colpa mia se il babbo va via e la mamma piange. E’ tutta colpa mia e sono brutta! Penso che forse è meglio se vado via io, non il babbo. Ho paura…”

Dopo la separazione dei genitori, alcuni bambini in certi casi sono esposti ad un sentimento di perdita, equiparabile ad una esperienza di lutto

La storia di Alice è la storia di tanti bambini che, come lei, sono costretti a dividersi tra il padre e la madre. Bambini con la valigia, pendolari sospesi nello spazio indefinito che si dipana tra due case, due letti, due spazzolini da denti… due vite. Bambini che si trovano alle prese con una scelta vissuta come profondamente incomprensibile, in certi casi travolti da una guerra più grande di loro, che li priva di uno spicchio di serenità.

Il grumo di emozioni e di vissuti che domina gli adulti nello scenario della separazione, rischia talvolta di coinvolgere gli stessi bambini, che tendono a sentirsi colpevoli per non averli saputi tenere insieme. Bambini in certi casi esposti ad un sentimento di perdita, equiparabile ad una esperienzadi lutto; ad una dimensione di precarietà, che rischia di divenire ai loro occhi certezza, tratto distintivo di ogni legame affettivo, imprescindibilmente destinato a naufragare e, perciò, pericoloso, indegno di essere vissuto fino in fondo.

Bambini costretti a schierarsi con il padre per accontentarlo, poi con la madre per non deluderla, eternamente traditori e perciò indegni di amore.

Ma come dovrebbero comportarsi i genitori per aiutare i loro figli ad affrontare e vivere in modo funzionale un evento ed una condizione del genere?

Tenendo fermo il fatto che ogni situazione costituisce,  per certi aspetti, un caso a sé che necessita di riflessioni sensibili e specifiche strategie, tentiamo di tracciare di seguito una sorta di

vademecum generale per  fornire ai genitori alcune indicazioni per gestire la  separazione tutelando l’interesse dei propri figli.genitori che si separano come fare

1- I bambini non devono essere lasciati nell’incognita del silenzio. E’ semprenecessario comunicare loro ciò che sta accadendo. Ovviamente, le spiegazionidovranno essere più chiare, semplici e concrete possibile, in relazione alla specificaetà dei bambini. Si deve tenere conto del fatto che non sono per forza necessari idettagli tecnici e legali, poichè i bambini necessitano, piuttosto, di essere rasserenati sulle conseguenze pratiche che la separazione porterà nella loro vita quotidiana: dove andranno a vivere, quanto tempo passeranno con ciascuno deigenitori, se nella nuova casa avranno la loro stanza… ma soprattutto che non perderanno nessuno dei due genitori.

2- I bambini necessitano di essere rassicurati sul fatto che ciò che staaccadendo non dipende da loro. Non devono assumersi la responsabilità della decisione degli adulti: la separazione dei genitori non dipende da una loro colpa, né dal fatto che i genitori possano non volere loro bene, ma semplicemente dal fatto che non vanno più d’accordo tra loro come prima. Continuare a stare insieme potrebbe solo fare stare male tutti. E’ inoltre necessario che essi sappiano che mamma e babbo continueranno comunque ad amarli per sempre.

3- Ogni bambino reagisce a modo suo alla notizia della separazione dei genitori. La reazione può dipendere da variabili quali l’età, il carattere e, naturalmente, la personalità. Alla tristezza iniziale, può susseguirsi una grande rabbia, che può tradursi in una profonda provocatorietà o, per contro, una sorta di impenetrabile apatia. Alcuni assumono un atteggiamento iper-adeguato, sperando inconsciamente di salvare in tal modo la situazione familiare. Indipendentementedallo stile adottato, però, la reazione va sempre colta, compresa ed accolta.

4- I bambini devono sentirsi autorizzati ad esprimere liberamente il proprio affetto per i genitori. Non devono essere posti nell’incresciosa condizione di dover scegliere da che parte stare, con chi e contro chi schierarsi. Ciò conferma come, al cospetto dei propri figli sia sempre e comunque auspicabile evitare di esprimere una critica all’indirizzo dell’altro genitore: è sempre raccomandabile evitare di biasimarlo più o meno esplicitamente, sia per quanto concerne l’esercizio della genitorialità, sia per ciò che attiene le sue caratteristiche personali e la sua vita privata.

5- I genitori non devono lasciarsi pesantemente condizionare dai propri mondi emotivi, bensì anteporre sempre le esigenze e le necessità dei figli. Una separazione attiva inevitabilmente negli adulti, emozioni molto intense, spessodifficili da gestire. D’altronde, se esposti a tali intemperie, i bambini rischiano di soffrire oltremodo, senza disporre degli strumenti per gestire vissuti eccessivamente acuti per loro. E’ necessario allora che i genitori tentino di tenere sotto controllo la rabbia e le emozioni più intense, sforzandosi di mettersi nei panni dei più piccoli, per capire ciò che provano davvero, anche quando non hanno il coraggio di esprimerlo apertamente.

6- I genitori devono essere in grado di mantenere fra di loro una relazione cooperativa, fondata sul un’accurata e matura compartecipazione del progetto educativo condiviso: la relazione coniugale può concludersi, ma la relazione coniugale dovrà durare per tutta la vita. I genitori dovranno soprattutto trovare il modo di comunicare tra loro il più possibile in relazione a ciò che riguarda i figli.

7- Sostenere i propri figli non significa concedere loro qualsiasi cosa, in nome dei propri sensi di colpa. Da principio, il senso di responsabilità è sostanzialmente inevitabile, ma non si deve mai dimenticare che bambini non possono assoluta di decidere liberamente per la propria vita. Essi infatti necessitano di limiti, i “no che aiutano a crescere”, che costituiscono l’ossatura grazie a cui far funzionare la propria esistenza: qualsiasi gioco, senza regole diviene un’attività terribilmente noiosa ed insignificante, oltre che sterile ed anti-evolutiva.

8- Talvolta, dopo la separazione, i genitori intessono ulteriori relazioni di coppia, dando talvolta vita ad una nuova famiglia. Procedere con calma è fondamentale, soprattutto per i figli, che necessitano del giusto tempo emotivo per accettarel’ingresso in famiglia del nuovo partner di uno dei due genitori. Infatti, l’idea di poterriconoscere a questo un ruolo genitoriale, può indurli a sentirsi in colpa nei confrontidell’altro genitore biologico (R. E. Emery).

Film e libri che affrontano il tema della separazione dei genitoridue nidi

Kramer contro Kramer

Genitori e figli. Agitare bene prima dell’uso

Caso mai

Letture consigliate:

Due nidi, di Anholt Laurence e Coplestone James

Questo prezioso contributo è stato scritto dal dottor Tommaso Eredi, psicologo e psicoterapeuta

Dottor Tommaso ErediPsicologo, psicoterapeuta ad orientamento sistemico-relazionale, si dedica alla pratica clinica con singole persone e famiglie. Collabora con l’Istituto degl’Innocenti di Firenze, occupandosi specificatamente di affidamento eterofamiliare, di adozione, Spazio Neutro e tematiche connesse alla migrazione. Giudice onorario presso il Tribunale per i Minori di Firenze ed esperto in tutela minorile, è Consulente Tecnico di Ufficio presso il Tribunale Ordinario di Firenze. Si è occupato, inoltre, delle problematiche psicologiche connesse all’infertilità. Ha collaborato con varie agenzie formative all’interno di seminari, workshop e corsi di formazione. Ha partecipato a numerosi convegni con interventi di natura scientifica.

Il Dottor Tommaso Eredi collabora con l’Associazione Co-Stanza, per domande e consulenze, potete contattarlo a questo indirizzo:

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il dottor Eredi cura un percorso di sostegno alle famiglie proprio sul tema “bambini con la valigia”, per info e dettagli, Spazio Co-Stanza:
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