Come dare una punizione, un castigo efficace che insegni ma non umili

Vita vissuta: ieri pomeriggio, sulla spiaggia, un preadolescente ha rifilato alla sua mamma una mitragliata di rispostine al veleno che d’istinto mi sarebbe venuta voglia di alzarmi dalla sdraio e prenderlo a calci nel sedere (ovviamente mi sono fatta i cavoli miei). La mamma aveva tutte le ragioni del mondo, ma da lì è partita una scenata a scena aperta che ha coinvolto tutta la costiera e autorizzato una serie di anziani incarogniti ad una bella filippica su come sono “irrispettosi” giovani di oggi (detesto questi discorsi).

Insomma, ve la faccio breve, il “tu per tu” fra mamma e ragazzino ha raggiunto toni alti, troppo alti e alla fine la madre ha posto fine al conflitto dando una serie di punizioni che diventavano sempre più gravi a mano a mano che il bambino cercava di ribattere. Non stiamo a discutere sulle ragioni delle punizioni, il ragazzetto aveva sbagliato, ma ha senso fare una scenata in pubblico, alzare la voce e quindi, umiliare e zittire chi ci sta di fronte, anche se è un ragazzino?

Secondo me, no.

Mia madre mi sgridava e mi puniva duramente, se necessario, e qualche volta mi sono beccata anche qualche scappellotto, ma a casa, faccia a faccia, senza un pubblico che stesse lì a guardare, e questo lo trovo corretto.

Ma come reagire nel modo giusto alle provocazioni e ai capricci?

Mi è rimasto in testa un bel discorso tenuto dalla pedagogista Alessia Dulbecco che ha tenuto una serie di incontri per i genitori allo Spazio Co-Stanza che mi è stato di grande utilità e che cerco di applicare in famiglia: niente sensi di colpa da parte nostra se decidiamo di dare una punizione e togliamo qualcosa, questo aiuta i ragazzi a confrontarsi con la frustrazione di non avere sempre tutto e subito. Poi dare punizioni che siamo in grado di mantenere, niente televisione per un paio di giorni è un castigo che è più facile sostenere da parte nostra piuttosto che punizioni a lunghissimo termine alle quali poi cediamo per stanchezza o per impossibilità effettiva a mantenerle. Ma soprattutto, quello che la dottoressa Dulbecco mi ha insegnato, è NON mettersi a tu per tu con i ragazzi berciando e rispondendo alle provocazioni: nel momento che un bambino o un ragazzo si comporta male, interrompere la comunicazione con lui chiarendo che non ci faremo coinvolgere in questo giochetto e che non siamo assolutamente d’accordo con il suo modo di comportarsi.

Passata la bufera, comunicare che apprezziamo le scuse e non parlarne più: ricominciare a rivangare, rinfacciare, riportare a galla tutto quello che è successo non serve a niente.

Mostrarsi arrabbiati, senza umiliare

A tutti noi adulti se il nostro partner ci facesse una scenata in pubblico ci scoccerebbe terribilmente e ci metterebbe in imbarazzo, lo stesso vale per un ragazzino. Se poi gli ammonimenti a smettere non servono e siamo proprio in un momentaccio no, diamo una punizione meditata che sia commisurata all’età del nostro bambino.

In età prescolare un punto da considerare è che rimandare la punizione e dire “stasera facciamo in conti” non ha molta efficacia, i bambini piccoli vivono solo nel momento presente e avvertono la privazione solo se avviene sul momento. Con la crescita aumenta anche la consapevolezza delle proprie azioni e delle conseguenze. Stare un paio di giorni senza tablet per aver combinato una grossa marachella o aver dato una rispostaccia, sarà un’occasione per rifletterci su.

Vi consiglio di leggere il sito curato da Alessia Dulbecco, tanti consigli utili sull’educazione dei ragazzi e sostegno ai genitori: http://www.alessiadulbecco.com

Alcuni consigli utili presi qua e là dal web e dall’esperienza di altre mamme

Premiare il buon comportamento

Quando la punizione è il fulcro della disciplina, i genitori tendono a trascurare i comportamenti ammirevoli dei loro figli. E’ molto più efficace  il rinforzo positivo del rinforzo negativo.  Premiare buone azioni stimola i bambini a consolidare comportamenti eticamente corretti. Il che non significa che si dovrebbe dare al bambino dolciumi e schifezze  ogni volta che  fa una cosa positiva,  il rinforzo positivo va per gradi, dal dire “bravo, hai fatto un buon lavoro, sono orgoglioso di te a fare un piccolo dono o concedere un programma speciale se l’azione fatta è davvero straordinaria.

Essere chiari sulle regole

Se le regole sono vaghe o dette solo quando il danno è stato fatto,  il bambino avrà difficoltà a seguirle. Le regole della casa e del come ci si comporta fuori vanno spiegate in modo chiaro e quando il bambino è in uno stato d’animo tranquillo per ascoltare.

Fab Four 100%

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Neutralizzare le obiezioni

Come si fa a controbattere di fronte a un bambino mette in discussione e ribatte alle nostre argomentazioni? Evitando il botta e risposta mettendosi a loro stesso livello, come se foste due amici che discutono. Per esempio, se il bambino dice: “Questo non è giusto,” , basta rispondere “Lo so.” Se il bambino dice: “Tutti i miei amici hanno questo o possono fare quest’altro”, rispondere , “Lo so.” Oppure si può usare la frase, “E cosa ho detto?” Ricordando che stiamo facendo rispettare le regole che avete già discusso con il vostro bambino. A volte meno si dice, il più chiaro il vostro punto di vista  diventa.

Fare un bel respiro, calmarsi e prendersi il tempo per evitare reazioni troppo violente con i figli

Sappiamo benissimo, come persone e come genitori  che non si può essere in grado mantenere la calma e reagire subito.

Prendetevi qualche secondo per  calmarvi prima di affrontare la situazione, magari anche comunicando al bambino che avete bisogno di un attimo di tempo per capire che cosa avete intenzione di fare a tale proposito. Quando le vostre emozioni saranno sotto controllo, tirate fuori il sentimento dell’ empatia per il vostro bambino, e poi prendete una decisione sulle  conseguenze del suo comportamento.

Essere coerenti con le regole che avete stabilito insieme ai vostri bambini

A volte attenersi alle regole è impegnativo per i genitori come lo è per i bambini, ma non essere coerenti nel far rispettare le regole” mette tutto quello che diciamo e la nostra autorevolezza in discussione. Se i ragazzi non sanno cosa aspettarsi dai loro genitori, saranno disorientati.

Se avete dato una punizione, non fate marcia indietro per paura di rovinare il divertimento del vostro bambino. Tenete a mente che i bambini beneficiano sempre dei limiti. Le regole offrono ai bambini la sicurezza di sapere che  loro genitori vegliano su di loro. A mano a mano che i bambini crescono, si può adottare un approccio più flessibile. Intorno all’età compresa tra 9 e 12 anni, i bambini dovrebbero avere un po ‘di margine di manovra per testare le regole.

Date il buon esempio!!!!

Che vi piaccia o no, i vostri figli vi osservano sempre. Possiamo essere prodighi di  consigli, ma la nostra condotta personale fa un’impressione più duratura delle tante belle parole che possiamo dire. Gli esseri umani imparano attraverso l’imitazione, quindi se  volete che il vostro bambino siano onesti, educati, rispettosi dell’altro, fatelo anche voi, a casa come fuori.

Detto questo, siamo tutti d’accordo che educare i figli è un lavoro durissimo, e nonostante tutti gli sforzi,  ci saranno sempre giorni buoni e giorni cattivi.

Adesso vi saluto, mentre scrivevo questo bell’articolo i due maschi di famiglia si stavano lanciando addosso delle macchinine e le femmine urlano che vogliono la colazione … Vado a cercare di mettere in pratica quello che vi ho scritto