Compiti per casa alle elementari come non impazzire

KoriI compiti per casa sono lo scoglio sul quale si infrange la nostra armonia familiare e meno male che sono tutti iscrittti ad una scuola a tempo pieno, perché se dovessi ipotizzare compiti tutti i pomeriggi mi sarei già defenestrata (cioè lanciata giù dal 10° piano). Sul momento dei compiti si scaricano sulla nostra famiglia nervosismi, frustrazioni, ansie e stress e più mi riprometto di stare tranquilla, più lo sforzo invece diventa immane. Una mamma, 4 figli, i compiti a casa: tutti che pretendono attenzione, essere seguiti, avere spazio per lamentarsi e io che non so da che parte sbattere la testa, finché caccio un paio di urli bene assestati, qualcuno si mette a piangere, scoppia il caos del litigio e per riprendere in mano la situazione si perde tempo prezioso e ti rendi conto che è passata un’ora e a malapena si è fatto un problema e mezza scheda di italiano.

Compiti per casa alle elementari come non impazzire, oppure impazziamo pure

bickiI compiti sono noiosi. Attenzione, non sto parlando dello studio. Io adoro studiare e dello studio ne ho fatto la mia vita. Parlo dei compiti: problemi scemi, schede idiote, esercizi ripetitivi, campi da compilare con informazioni banali e poi colorare e colorare e colorare; per me stare dietro a tutto questo è una tortura, mi annoio e mi innervosisco di fronte agli intoppi dei bambini che si inchiodano su questo o quell’altro. Forse non avrei dovuto scriverlo, forse ci si aspetta che un bravo genitori si presti a seguire nei compiti con serenità, tranquillità e abnegazione; forse il resto del mondo è così e sono io che sono poco portata, proprio non lo so e in questo faticoso pomeriggio di sabato, in cui mi sono rifugiata a scrivere chiedendo mezz’ora di tregua ai figli e comunque uno di loro mi ha seguito per fare alcune operazioni e mi frignucola alle spalle perché la prova non torna, vorrei tanto essere in uno di quei gruppi di mutuo aiuto in cui ci si siede in cerchio, si parla a turno e ci si sfoga, tipo alcolisti anonimi: “Buonasera, mi chiamo Lorenza, ho 43 anni e detesto i  compiti”.

Farsi aiutare dalla letteratura, dagli esperti, da internet? Ma funziona? Insomma …

Io sono andata spesso a curiosare sul web per vedere se trovavo un decalogo magico che mi desse qualche dritta su come organizzarsi sul momento dei compiti, come trovare qualche strategia, qualche consiglio davvero efficace, quello che ho trovato sono stati articoli molto bene indicizzati per essere trovati da google, ma per nulla utili e pieni zeppi di ovvietà. Ve ne segnalo uno che mi è piaciuto perché almeno non è banale e ha in sé un pizzico di ironia che non guasta: http://www.giovanigenitori.it/blog/impariamo-a-fare-i-compiti/2938/

In particolare, il consiglio numero 2 è stato il mio punto di partenza, ve lo cito:

“Per il seienne il trattino, la letterina, la sillaba o il numerino, chiedono uno sforzo pari allo studio di dieci pagine di chimica o filosofia, per cui non usate la frase “ma è così facile”. Dite piuttosto “ce la puoi fare” . Con quest’ottica di fare un compito e non subire una punizione, state trasmettendo a vostro figlio un po’ di autostima. Non esistono gli asini a scuola, tu sai farlo. Se però siamo di temperamente nervoso, deleghiamo il compito di seguire il pargolo a chi, in famiglia, ha fatto qualche corso di yoga (…)”

Benissimo, giusto, quindi non umiliare il bimbo che si inceppa e delegare sopratutto che per me ha significato “Lindalasignorinadeicompiti” (tutto attaccato, come la chiamano i figli). Linda mi costa 20 Euro a settimana e al flusso dei compiti dà una bella “sgrossata”, se mi passate il termine: viene il sabato mattina, passa due ore con i bambini e li segue con i compiti. Non è tanto il fatto di aiutarli, i compiti li fanno più o meno da sé, piuttosto li monitora e le due ore che i bimbi passano con  Linda, sanno che è il tempo in cui si fanno i compiti, senza sconti o perdite di tempo.

Dove si fanno i compiti?

compiti a terraOttimo anche il consigli numero 3 che il sito offre, cito: “Fare i compiti sul tavolo della cucina permette, a chi prepara la cena, di supervisionare il lavoro senza perdite di tempo.” Ottimo nel senso che ho deciso di fare esattamente il contrario, perché i compiti si impara a farli da soli e non è vero che mentre prepari la cena supervisioni il lavoro senza perdere tempo, mentre prepari la cena è vero piuttosto che finisci di infuriarti ancora di più perché il soffritto si brucia e poi, all’ora di cena, quindi a fine giornata, che si fanno i compiti? Ma che idea scema è? A fine giornata i bambini sono troppo stanchi per tante cose, soprattutto per i compiti!!

I compiti si fanno in un luogo tranquillo, da soli e la mamma è a disposizione per controllare o dare aiuto in caso di intoppo.

Questo funziona meglio, poi io mi arrabbio se vengono a chiedere ogni 3 minuti, ma quello è un altro discorso, confido che prima o poi i tempi si allunghino e imparino ad autogestirsi (con il primogenito, che ha 10 anni, ci siamo quasi).

I compiti non si devono fare per forza a sedere,(la scrivania è un posto perfetto per gli adulti, ma i bambini che non hanno dolori, magari preferiscono altre posizioni) e, soprattutto quando c’è da studiare, concedo di sistemarsi come preferiscono, basta che siano concentrati: spesso li becco in posizioni assurde, ma se questo è efficace, va bene così.

Le nostre regole, le condivido con voi: a volte funzionano a volte no, ma aiutano

1- I compiti del fine settimana non si fanno la sera, ma la mattina: si fissa un orario e si cerca di rispettarlo (con Linda e il resto con i genitori). Ogni 30 minuti si può fare una pausa di 10.

2- La mamma legge la consegna e si assicura che tutto sia stato capito, poi il bambino fa da solo il compitocori compiti

3- Si controlla solo alla fine dell’esercizio, non si può venire di continuo (difficilissimo, spesso disatteso, ma in miglioramento, credo)

4- Niente giocattoli nell’area in cui si fanno i compiti

5- Niente urla (promessa da mantenere da entrambe le parti, non sempre si riesce)

6- Studiare non è poi così male

Il punto 6 ve lo devo spiegare. Come detesto schede, operazioni e prove, così mi piace lo studio e vorrei che anche i bambini lo apprezzassero. Poiché leggere, studiare e informarmi sono una passione, condividerla è un modo per provare a far amare lo studio e per fare i compiti con loro in un modo che mi piace e non mi crea frustrazione. Gli argomenti del libro (il vecchio sussidiario 🙂 ) possono essere approfonditi, ampliati e “praticati” in tanti modi: dai laboratori tematici offerti dai musei (etruschi, romani e longobardi sono oggetto costante di laboratori del progetto Musei con Vista su Fiesole e Firenze), ai documentari di scienze sul canale satellitare Discovery, dai video su youtube alle informazioni su wikipedia e internet … Insomma, quello che so fare io, cioè informarmi e studiare, lo condivido con loro e lo rendo un bel momento, visto che davvero per me lo è e magari è un modo per controbilanciare il mio astio mal celato per le schede di matematica.

Se per questo sabato non avete /hanno ancora finito con i compiti, buon fine settimana