Le fasi del parto, cosa aspettarsi e come prepararsi spiegato da Cara Ostetrica Firenze

di Elena Magini e Chiara Muratori, Cara Ostetrica, Firenze

logo ALBERO VITAA partire dalla 30- 32 esima settimana di gravidanza si entra nel così detto terzo trimestre (abbiamo già parlato dei trimestri in gravidanza in questo articolo: http://www.firenzeformatofamiglia.it/2015/02/19/parliamo-di-gravidanza-con-cara-ostetrica-firenze/) quello della separazione, quando si fa concreta l’idea del parto e matura la voglia di conoscere il cucciolo. In casa si prepara il nido che poi lo accoglierà, il babbo tinteggia la cameretta, le nonne preparano il corredino, la mamma sceglie i dettagli e tutta la famiglia si prepara ad accogliere il nuovo arrivo.

Quando tutto è pronto, valigia per andare in ospedale compresa, è naturale la comparsa del senso di ansia e, perché no, la paura nella mamma che di lì a poco dovrà affrontare il travaglio e il parto. La cosa importante da ricordare è che in quel momento non si è soli,  il bambino sarà protagonista quanto la mamma e, insieme, troveranno il miglior modo per conoscersi.LOGO CARA OSTETRICA

 

“Le mamme sanno già tutto, ma non lo sanno. Noi dobbiamo convincerle che loro sanno partorire e i loro neonati sanno nascere”  

midwife(cit. L. Braibanti  1921-1989, medico ginecologo pioniere in Italia della nascita senza violenza e dell’allattamento naturale che grazie anche ai suoi incontri con Frederick Leboyer ha elaborato una concezione della medicina in cui si integrano gli aspetti biologici, psicologici e sociali.)

Con queste parole, sfatiamo il mito che le ostetriche “ fanno nascere i bambini”, come ci dice Braibanti, il vero ruolo dell’ostetrica è quello di accompagnare le donne e i bambini in questo stupendo viaggio, credendo nelle loro potenzialità e aiutandoli a tirarle fuori attraverso una relazione terapeutica di conoscenza, stima e fiducia reciproche.

Da qui l’importanza di poter scegliere la giusta figura professionale che può accompagnare la coppia nel momento che precede e segue la nascita, con professionalità e continuità assistenziale. L’ostetrica rappresenta un punto di riferimento a cui affidarsi, senza farsi condizionare da racconti ed esperienze altrui, perché ogni bambino, ogni travaglio e ogni nascita sono estremamente singolari.

Ogni parto è diverso dall’altro, così come lo è ogni donna

mamma partorisceIl travaglio non parte per tutte le donne nello stesso modo e nello stesso momento. Sicuramente non succede di entrare in travaglio all’improvviso. In condizioni di fisiologia, quando ci si  avvicina al termine della gravidanza, il corpo della mamma si prepara e comincia a dare alcuni importanti segnali fisici ed emotivi: le attività quotidiane diventano sempre più faticose e la voglia di conoscersi cresce. L’utero, che già ha iniziato a contrarsi in modo sporadico, casuale e non doloroso nell’ultimo trimestre, si fa via via più sensibile e si iniziano a produrre quantità crescenti di ossitocina, ormone dell’amore, fino ad entrare nella fase dei prodromi che precede il travaglio vero e proprio.

 Cosa sono i prodromi?

E’ quella importante fase di adattamento che precede il travaglio, in cui l’attività contrattile dell’utero è piuttosto presente e generalmente dolorosa, ma non  ancora regolare. E’ una fase in cui è importante non affrettarsi a correre in ospedale, ma in cui è d’aiuto l’intimità di casa propria, la vicinanza del marito e della propria ostetrica che presta assistenza a domicilio. Questo perché non sempre è automatico che questa dinamica contrattile sfoci in travaglio: potrebbe trattarsi di un falso allarme e verificarsi una pausa di ore, o giorni, prima della nascita.

Quando si può dire di essere in travaglio?

nascuta La fase dei prodromi ad un certo punto si evolve in travaglio, cioè in una dinamica di contrazioni più intense e regolari che hanno lo scopo principale di dilatare il collo dell’utero e di indirizzare il bambino nel canale del parto per nascere.

Non è sempre facile capire quando si è davvero in travaglio e quando il parto si avvicina, e la valutazione spetta ovviamente all’ostetrica sia che ci si trovi ancora a casa o che ci si trovi in ospedale.  A casa l’ostetrica monitora il benessere materno e neonatale, ascolta il battito del bambino e valuta il fisiologico progredire del travaglio, quando ritiene sia il momento giusto, accompagna la coppia nel punto nascita scelto, entra insieme al marito in sala parto dove continua a sostenere la mamma anche durante le spinte, e partecipa alla nascita del piccolo che viene assistita dalla collega di turno dell’ospedale.

All’ostetrica libera professionista è consentito l’accesso in tutte le sale parto e sale operatorie e, in questo delicato momento, rappresenta per la donna un saldo sostegno, oltre ad essere la figura competente che può confrontarsi con l’equipè medico-ostetrica della struttura.

Prima di arrivare al parto

coppiaE’ importante che ogni donna e ogni coppia prenda le informazioni necessarie per poter liberamente decidere come e dove trascorrere i prodromi e il travaglio e dove vorrebbe che la nascita del proprio figlio avvenisse, ognuno in base ai propri desideri e alle proprie esigenze. E’ importante sapere quali opportunità esistono per vivere al meglio questo importantissimo momento. La nascita della famiglia comincia prima che il bambino nasca e certo il parto è solo un passaggio fondamentale da vivere nel miglior modo, per avviare una buona relazione mamma-bambino. La dinamica di adattamento e di costruzione delle relazioni all’interno del nuovo nucleo familiare non si limita certo al momento del parto, ma continua per tutto il periodo del puerperio, quei 40 giorni così delicati e importanti in cui si gettano le basi della nuova vita col bambino e nei quali il sostegno e l’aiuto di un professionista possono risultare uno strumento prezioso per il benessere psico-fisico della mamma, del bambino e dell’intera nuova famiglia.

“La madre ha diritto ad un buon parto e il bambino ha diritto ad una buona nascita… e Tutti noi meritiamo un buon inizio”. Frédérick Leboyer

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