Alzi la mano chi si è trovato a gestire almeno una volta un capriccio dei figli: TUTTI.

Ovvio, perché i capricci fanno parte del quotidiano di molti noi genitori.

a cura di Francesca Safina psicologa e Sadia Safina pedagogista, autrici del blog Casa Safina

Cos’è un capriccio: quando un bambino o bambina si impunta, a giudizio dell’adulto, senza una ragione apparente, nel voler o non voler fare qualcosa che gli viene imposta.

Quindi, paradossalmente, se gli adulti non esistessero nella vita dei bambini, i capricci non esisterebbero, giusto?

Due punti cardine da cui partire:

I CAPRICCI NON SONO DEI BAMBINI. I capricci sono NELLA relazione con noi adulti. Sono una questione che riguarda strettamente il rapporto adulto/bambino, non dei bambini e basta. Quindi, per capire e attenuare i capricci, dobbiamo esclusivamente concentrarci SULLA RELAZIONE, non sul bambino.

I BAMBINI NON FANNO CAPRICCI. I capricci non esistono! Non ci credete? Il capriccio non è altro che UN DISAGIO del bambino/a o una difficoltà nel gestire una certa situazione, un divieto, nel capire una regola messa dall’adulto. Può essere una richiesta di attenzioni, una frustrazione per non essere ascoltati, uno sfogo emotivo di fronte ad un bisogno inascoltato. E questo è proprio il punto:

Dietro al capriccio c’è il bisogno di essere ascoltata/o e capita/o, c’è un’immaturità emotiva che deve essere compresa, aiutata a crescere.

I pianti illimitati vanno assecondati? Assolutamente no! Ma vanno capiti e contenuti con amore, utilizzando 5 semplici passi, 5 ingredienti essenziali all’estinzione del capriccio.

Ecco i 5 passi per farli sparire

1- Far sentire COMPRESI

Durante un capriccio, a voce bassa e dolcemente dire “Ti capisco. Capisco che questa cosa ti fa molto arrabbiare, forse sei anche tanto triste adesso”, “Mi sembri molto arrabbiata, e anche stanca, lo capisco”.

Lo sappiamo bene che non è facile. Ma la relazione con il vostro bambino/a la pilotate voi, siete voi gli adulti, o no? O forse vi aspettate che una difficoltà la risolva vostro figlio/a? Vi aspettate che la rabbia del vostro bambino/a possa placarsi da sola come per magia? No, assolutamente. Dovete trovare il modo di calmare vostro figlio, voi adulti. Ovviamente senza urlare come pazzi sopra i loro pianti, con la massima calma.

2- Non far sentire SOLI

Offrire sempre un abbraccio

“Io sono qui, vuoi un abbraccio?”, oppure provare direttamente ad abbracciarlo, abbracciarla.
Gli abbracci contengono, fanno sentire accolti e hanno anche un effetto calmante sull’attivazione del sistema nervoso, imbizzarrito durante il pianto. Quindi abbracciatevi quando siete felici, ma anche quando siete tristi o arrabbiati, vostro figlio/a lo riconoscerà immediatamente come qualcosa che fa stare bene!

3- LIMITI: ribadire l’importanza della regola data, con amorevolezza.

Spiegare il perché del divieto o del comportamento dell’adulto. Con poche e semplici frasi, confermando il comportamento avuto. Con calma. Pacatezza.

I bambini hanno bisogno di limiti, che ancora non sanno darsi da soli.

Sarebbe utile stabilirle insieme le regole in casa e fuori casa, fin da piccoli. Sarebbe utile anche spiegare che un comportamento del bambino può rattristare molto un adulto, sarebbe indispensabile che un bimbo/a sapesse cosa e come agire in una situazione e che se poi crede di fare diversamente dobbiamo parlarne prima, mettersi d’accordo. Ci saranno momenti in cui qualcosa di stabilito insieme verrà cambiato, decisione presa insieme però. Delle volte sarà prevalente il pensiero del genitore, molte altre quello del piccolo/a.

4- RIDERE

Le frasi “adesso smettila” oppure “ora falla finita” non serviranno minimamente a niente.

Solo dopo aver agito i punti precedenti, averli fatti sentire capiti e sostenuti, si può procedere con il distogliere l’attenzione, con il vero trucco magico: ridere!
Ridere è la chiave per aprire tutte le porte con i piccoli, è la loro linfa vitale!
 Quindi via alle “stupiderie”, create un nascondino estemporaneo, fate le facce (di solito irresistibili), iniziate a balzellare per un finto mal di piedi procurato da una malattia esantematica dal nome improponibile, simulate un episodio di pizzicore acuto con bolle invisibili, insomma, qualsiasi idea bizzarra vi venga in mente per alleggerire il clima e cambiare argomento. Il pianto cesserà in un attimo.

5- RIFLETTERE. Cercare di capire l’origine del capriccio

Interrogarsi su cosa stava succedendo in quella situazione che il bambino o la bambina non riusciva a capire, non poteva gestire (tipo fare le cose di fretta, tipo passare 6 ore a fare shopping!!!).

Perché sono stata cosi rigida? Perché non ho guardato mio figlio/a negli occhi e non ho cercato di capire? Perché non mi sono fermata, non ho respirato, non ho pensato? Dove era il mio pensiero? Quale era il mio scopo?

Fate tesoro dei vostri errori

se ve ne accorgete in una situazione difficile con i vostri figli/e… non c’è niente di male a dire “tesoro mio, mamma/babbo si è sbagliata/o, scusami. Adesso facciamo come piace a te, mi sembra la soluzione migliore”

Impareranno a chiedere scusa quando sarà necessario, con voi, con i loro amici… impareranno che sbagliare serve, che dopo uno sbaglio tutto può ricominciare di nuovo più bello di prima. 
Capire cosa io genitore stavo sbagliando e provare, in una prossima volta, a riconoscere una situazione come fragile, a vedere in un momento difficile un potenziale capriccio e a prevenirlo.

Avete tutti gli strumenti necessari, usateli sapientemente e con consapevolezza e coscienza.

E se continuano capricci continuamente … Evidentemente qualcosa non sta funzionando tra noi e loro.

Casa Safina – Stile libero per essere genitori

Casa Safina è il nome del sito di Francesca e Sadia Safina, cugine, madri e professioniste nel campo della psicologia Francesca e  in quello della pedagogia Sadia. Casa Safina, nelle parole delle autrici, “un posto accogliente in cui offriamo le nostre ricette e “corsi di cucina per famiglie”, vi raccontiamo le nostre visioni per essere genitori, figli e figlie”.

Una visita merita tutta: http://www.casasafina.it/

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