Il motivo? La famigerata iscrizione all’asilo nido!
Soprattutto se sei alla prima esperienza capire tutti i passaggi e soprattutto usufruire delle agevolazioni in merito richiede un po’ di “pratica”.
Da dove partire?
Innanzitutto l’asilo nido è pensato per bambini dai 3 mesi fino ai tre anni. Puoi scegliere l’iscrizione in una struttura pubblica o privata. La prima tipologia prevede la possibilità di agevolazioni economiche in base a delle graduatorie. Quelli privati hanno un’offerta differente, e se accreditati presso il comune di riferimento, possono anch’essi rientrare in un sistema di contributi economici per le famiglie.
Per aiutarti nella scelta abbiamo scritto un articolo che approfondisce proprio questo tema: https://www.firenzeformatofamiglia.it/come-scegliere-lasilo-nido/
A questo link invece puoi consultare la lista degli asili nido di Firenze:
https://educazione.comune.fi.it/scuole-0-3
Ricordati che per il Comune di Firenze le domande d’iscrizione devono essere presentate entro le ore 12:00 del 06/06/2023 per la sola fascia dei PICCOLI (nati dal 01/09/2022 al 31/05/2023).
A questo link trovi tutti i dettagli sul portale del comune di Firenze Scheda iscrizioni servizi educativi
Deciso se avvalersi di un asilo comunale o privato il secondo passo è quello di valutare le sovvenzioni statali, dopodichè è utile anche considerare le agevolazioni economiche del territorio.
Nel caso di Firenze il Comune ha impostato una serie di iniziative destinate ai genitori e ai minorenni. Ad esempio la fascia 0-3 anni è una di quelle più attenzionate in materia di supporto alle famiglie.
Di seguito ti descriviamo alcune di queste agevolazioni, in particolare:
La sovvenzione preposta direttamente dall’INPS è quella del Bonus Nido e di supporto presso la propria abitazione.
Il bonus rientra nell’ambito degli interventi a sostegno del reddito delle famiglie e, in particolare, predispone un contributo per il pagamento di rette per la frequenza di asili nido pubblici e privati autorizzati. Il Bonus riguarda anche forme di assistenza domiciliare in favore di bambini con meno di tre anni, affetti da gravi patologie croniche.
La domanda deve essere sottoposta direttamente all’INPS, vale anche per un minorenne adottato, che sia in possesso dei requisiti richiesti.
Il quantitativo del bonus dipende dall’ISEE minorenni e è suddiviso in parametri mensili. Viene, infatti, erogato suddividendo l’importo massimo su 11 mensilità per ogni retta mensile pagata e documentata, direttamente al genitore che ha sostenuto il pagamento.
Vi sono tre scaglioni identificati dall’ISEE minorenni e per ognuno di essi vi è un budget annuo differente. Si hanno così Isee minorenni fino a 25.000 euro, poi da 25001 a 40.000 euro e per finire da 40.001.
A queste tipologie di bonus asilo nido si aggiunge poi quello presso la propria abitazione, suddiviso nelle medesime partizioni, ma con importi erogati differenti.
Per richiedere questo bonus deve essere presentato un certificato che attesti “l’impossibilità del bambino a frequentare gli asili nido in ragione di una grave patologia cronica”.
La domanda del bonus deve essere presentata entro la mezzanotte del 31 dicembre 2023.
Questa va presentata presso l’Inps in modalità online oppure tramite patronati.
Tutte le informazioni le trovi sul sito dell’Inps:
La Regione Toscana e il Comune di Firenze hanno creato appositi strumenti che possano essere di aiuto alle famiglie e agevolare così la partecipazione dei bambini all’asilo nido.
La Regione Toscana promuove il progetto NIDI GRATIS, grazie al Fondo Regionale Europeo, a cui possono accedere nuclei familiari con bambini e bambine residenti in Toscana, fino a 3 anni, con ISEE fino a 35.000 euro.
Questo contributo prevede uno sconto regionale che si applica alle famiglie a cui viene assegnato, per la quota che eccede il contributo rimborsabile da INPS, fino ad un massimo di € 527,27 per ciascuna mensilità (per un massimo di 11 mensilità complessive) da settembre 2023 a luglio 2024.
La domanda dovrà essere presentata dal mese di maggio.
A questo link la descrizione del progetto e tutte le info per accedere:
https://www.regione.toscana.it/-/nidi-gratis
L’operazione del Comune di Firenze dà la possibilità di pagare la stessa tariffa che verrebbe pagata ai nidi comunali, ma ti permette di frequentare un asilo nido privato accreditato. Per accedere va presentata domanda dei buoni di servizio.
Le richieste per il Buono servizio sono riservate alle bambine e ai bambini nati dal 01/01/2021 al 31/05/2023 residenti, con almeno un genitore, nel Comune di Firenze.
Possono essere presentate fino alle ore 12:00 del 06/06/2023 per la sola fascia dei PICCOLI (nati dal 01/09/2022 al 31/05/2023). Le altre età idonee sono scadute nei mese di febbraio.
Per poter richiedere l’assegnazione del Buono servizio sarà necessario disporre di ISEE per prestazioni agevolate rivolte a minori in corso di validità comprovante il valore non superiore a € 50.000,00
Tutte le info dettagliate le trovi sul sito del Comune di Firenze:
E adesso non ti resta altro che preparare anche i tuoi bambini a questa novità!
Qui ti consigliamo dei libri utili a introdurli a questa nuova esperienza:
]]>Se state leggendo questo articolo, vuol dire che avete intenzione di mandare il vostro bambino o la vostra bambina all’asilo nido, i dubbi e le ansie però sono molte, è la prima scelta importante a livello educativo che dovrete fare da genitori. Quindi, un bel respirone e… qualche consigli utile per riflettere con serenità sul servizio educativo 0-3 che fa per voi.
Sul territorio esistono tante proposte: nido domiciliare, nido privato, nido aziendale e nido comunale. Date le molteplici realtà potrete fare le vostre valutazioni, anche sulla base delle vostre caratteristiche ed esigenze familiari. Ogni servizio educativo saprà raccontarvi, accogliervi, delucidarvi e accompagnarvi… abbiate fiducia e fatevi guidare. Il bagaglio di preoccupazione e curiosità che porterete con voi ad una visita guidata della struttura sarà solo da valorizzare… le vostre domande non saranno mai banali! Fatele! E’ il rapporto di fiducia che si creerà in questo incontro che vi permetterà di decidete, si con giudizio e anche con il cuore.
Noi delle Maghe Magò, da nido privato accreditato dal Comune di Firenze quale siamo, operativo sul territorio da più di vent’anni, vogliamo aiutarvi ad affrontare al meglio le emozioni che emergono da questa importate scelta e valutare gli aspetti oggettivi per la decisione finale. Qui vi elenchiamo, quelli da valutare durante le vostre visite.
Normalmente l’anno educativo va da settembre-giugno/luglio, alcune strutture inseriscono durante l’anno secondo la disponibilità o al compimento dell’anno , anche a febbraio a volte…
La zona dove si trova l’asilo nido è importante tra le prime valutazione, deve essere dove vi torna più utile in base al vostro lavoro, a dove vivono i nonni o babysitter, automuniti o non. I nidi offrono varie fasce orarie di permanenza, mezza giornata o tempo pieno, con possibilità di pranzare, dormire e/o concludere la giornata. Anche se potreste riprenderlo subito dopopranzo, la nanna al nido può essere vantaggiosa e risolutiva a volte, una ruotine in più che gli permette di riposare meglio sia di acquisire maggior consapevolezza di ciò che il nido insegna
Possono esserci spazi di vario tipo: grandi realtà dinamiche e inclusive come gli openspace, le classi miste e eterogenee, oppure piccole realtà raccolte e intime come i ni nidi domiciliari. Nello specifico, ogni struttura può avere sia spazi interni (palestre, atélier) che esterni a contatto con la natura (terrazze, giardini o orti). Anche gli arredi sono importanti, predisposti secondo l’età e ripensati ogni anno in base alle esigenze dei bambini. I materiali e i giochi devono essere funzionali, sicuri e devono favorire il movimento e l’autonomia dei bambini facilitando l’esplorazione e la creatività quotidiana. Aguzza la vista! Se nell’angolo del gioco simbolico vedrai oggetti di uso comune, come ciotole di porcellana, pentoline di metallo, barattoli di vetro o latta, allora capirai quanta cura c’è dietro la scelta di arricchire una “semplice cucina” con materiali non di plastica. Quando siete li vi piace quello che vedete? Vi piacerebbe trascorrerci del tempo” Se si, ecco un primo passo verso la scelta giusta !
La mensa può essere gestita da una cucina interna alla struttura con cuochi ed ausiliari che rispettano le procedure di legge o da aziende di ristorazione che, con pasti veicolati soggetti a controlli quotidiani per l’igiene alimentare, vengono consegnati al nido prima di pranzo. L’alimentazione al nido è importante, iniziando dalla colazione, passando dal pranzo e concludendo con la merenda. La scelta degli alimenti deve essere fata soprattutto in base alla stagionalità e alla varietà. La mensa deve rispettare le esigenze di ogni bambino, seguendo il suo sviluppo e rispettando le possibili intolleranze
Che sia sicuramente qualificato e in continua formazione, presente in un numero adeguato e che investa sinceramente nella relazione affettiva: l’empatia e l’interesse degli educatori sarà decisamente il valore aggiunto nella scelta. Il nido è una comunità educante, composta da dirigente, educatori, coordinatori, ausiliari, cuochi e tirocinanti. Se lo staff sarà coeso e collaborativo, aperto al confronto, troverete di conseguenza un ambiente ben organizzato ma soprattutto sereno. Un buon clima che vostro figlio avvertirà.
Ogni struttura trasmetterà la propria filosofia educativa, dalla quale poter attingere in vista di una condivisione dell’orientamento pedagogico in cui credere e di cui fidarsi. Condividere permette di collaborare in maniera efficace e creare un ponte educativo tra famiglia e nido. Consiglio in cui crediamo molto: dove trovi più spunti educativi (un bel mix del meglio che la pedagogia offre e non legata ad un unico filo di pensiero) il tuo bambino si arricchirà maggiormente e troverà il modo migliore per farsi strada nel mondo. Un’altra accortezza, informatevi sulla modalità di ambientamento, in che tempi viene svolto e quale approccio verrà utilizzato.
Il nido è un luogo che accoglie l’intera famiglia. Una piccola grande comunità, potrete confrontarvi, trovare uno spazio in cui poter essere ascoltati e aiutati: un servizio di sostegno alla familiarità a 360°. Vi troverete coinvolti durante l’anno in incontri, dalla prima riunione/colloquio conoscitivo fino alla festa di fine anno. Sfruttate ogni occasione per mettervi in gioco, gli anni passano veloci 🙂
Ogni anno, agli open day, incontriamo tanti genitori, le domande, i dubbi, a volte i sensi di colpa che assalgano per lasciare il proprio piccolino o la propria piccolina sono tanti. E’ per questo, che insieme alle educatrici delle Maghe Magò, a cui devo un ringraziamento speciale per la collaborazione e esperienza, abbiamo scritto questo speciale “Come scegliere l’asilo nido”, che speriamo via sia di aiuto.
]]>Sboccia mamma è un video corso della durata totale di due ore e mezzo, suddiviso in 8 sezioni, ognuna delle quali dura pochi minuti (dai 4 ai 6) + due sezioni bonus. Non ci sono lungaggini, si va subito al sodo, l’autrice non si compiace della sua retorica che anzi, è molto informale, con sprazzi leggeri che regalano molti momenti di risate e sorrisi. Un percorso da fare accompagnati dall’autrice, Francesca Safina, in cui si fa un primo passo verso l’accettazione di come siamo e in cui si prende consapevolezza di non essere le sole a sentirci, talvolta, inadeguate come donne e come mamme.
Il percorso regala tanti materiali da scaricare sui quali fare delle riflessioni su noi stesse, una serie di test semi-seri molto divertenti che stemperano il tutto e, finalmente, uno strumento pratico (il nostro quaderno) che saremo noi stesse a costruirci e al quale potremo ricorrere, finito il video corso, ogni qual volta ne sentiremo il bisogno.
È tempo di sbocciare, come donne e come madri, di smettere di vivere con la costante sensazione di non essere e di non fare abbastanza, di sentirci da meno e sempre alla rincorsa di una perfezione che non esiste.
Ecco, in estrema sintesi, l’obiettivo del video corso realizzato da Francesca Safina, psicologa e psicoterapeuta, che non vi risolverà i problemi, ma vi fornirà degli strumenti e delle riflessioni alle quali potrete rifarvi, tutte le volte che vi sembrerà di annaspare nella vita, mentre cercate di adeguarvi ad un modello ideale di madre che non esiste: dolce, premurosa e attenta, ma in carriera; brava cuoca, ottima casalinga, splendida amante e certamente anche una gran figa, ma di classe! Una che passa 10 ore al lavoro e altre10 a prendersi cura dei figli (sì, parrebbe esistano creature che hanno sconfitto il tempo e riescano ad essere onnipresenti e perfette), senza dimenticare il compagno …
Se non lo avete ancora fatto, adesso è il momento di scegliere voi chi volete essere, perché è proprio questo il messaggio che emerge dal percorso “Sboccia mamma”. Puoi essere chi vuoi e non devi per forza scegliere una delle tre alternative che la società e i media ti mettono di fronte: 1- La “stronza” in carriera, danarosa e super figa 2- La madre coraggio che annulla se stessa per i figli 3- La donna perfetta che raccoglie tutte le virtù dell’universo, in un solo essere umano.
Una delle prime cose che mi ha colpito facendo il corso (sì, l’ho fatto, tutto, esercizi scritti e test compresi!) è quando Francesca Safina presenta le principesse e le eroine più famose della nostra cultura d’infanzia: hanno caratteristiche diverse, alcune sono dolci e arrendevoli, altre fiere e combattive, ma nessuna è madre. Tutte le principesse hanno compiti molto più importanti da assolvere: che sia raccattare un marito o salvare il mondo, nel loro percorso di vita e nel racconto che di esso ci viene fatto, non c’è spazio per la maternità. E se sono questi i modelli culturali femminili che ci accompagnano da sempre, non è un caso che a volte ci sentiamo un po’ confuse!
Se riusciamo a smettere di dare ascolto a preconcetti, veleni, paure, senso di colpa, e, soprattutto, se la smettiamo di autosabotarci, possiamo trovare la via per vivere un’esistenza in cui ci amiamo come persone, in cui i nostri desideri, i nostri sogni, e i nostri bisogni di donna siano rispettati, senza per questo rinunciare ad essere madri affettuose e accudenti. Sono tanti i temi che il video corso prende in considerazione: la metà sono riflessioni, considerazioni e consigli sull’aspetto femminile della nostra vita, l’altra metà, invece, è dedicato al nostro ruolo di genitori, al rapporto con i figli, alla gestione delle regole e ai modi in cui educare i bambini preservando la loro autostima e facendo in modo che le nostre aspettative non condizionino la loro vita.
Sono tanti motivi per i quali questo percorso penso sarebbe utile a tutte le donne, soprattutto per la varietà degli argomenti affrontati e per le strategie pratiche suggerite: sicuramente ci saranno temi e argomenti che vi toccheranno più da vicino, altri che forse avete già superato, altri ancora sui quali non vi è mai capitato di fare una riflessione, ma che una volta affrontati, vi daranno nuovi stimoli.
Il corso è pubblicato sulla piattaforma online gratuita Udemy, potete acquistarlo cliccando qui:
Solo per le lettrici di Firenze Formato Famiglia potrete ottenere gratuitamente una consulenza online personalizzata con la Dottoressa Safina. Vi basterà inviare il codice FIRENZEVIP alla mail [email protected] (al momento dell’acquisto del video corso).
Francesca Safina Psicologa, Psicoterapeuta sistemico relazionale e mamma. Si occupa di famiglie da più di un decennio e divulga sui social una psicologia leggera per tutti. Da non perdere la sua pagina Instagram la.psaico e sul sito www.lapsaico.it/
Studio di psicologia e psicoterapia, Via Pierpaolo Pasolini, 28 – 50013 Campi Bisenzio FIRENZE. Tel. 327 3125360 (sms, no whatsapp) Mail: [email protected]
]]>L’ostetrica è la professionista deputata all’assistenza della donna lungo il corso di tutta la sua vita. L’assistenza inizia con la nascita, attraversa la pubertà, l’adolescenza, la maternità fino alla menopausa e oltre.
Questa deve essere laureata ed iscritta all’albo professionale e ciò mette in luce le sue competenze ed il percorso formativo che l’ha portata ad esercitare la professione in vari ambiti.
L’ostetrica assiste e consiglia la coppia che decide di avere un bambino (periodo preconcezionale) e la donna durante il periodo della gravidanza, durante il parto e il puerperio, conduce con propria responsabilità parti fisiologici e presta assistenza al neonato fisiologico, promuovendo l’allattamento e sostenendo il bonding alla nascita.
mantenendo lo stato di salute, qualora invece individui una situazione di stato patologico saprà assisterla assieme al medico ginecologo. Si occupa anche di corsi di accompagnamento alla nascita, può integrare le sue conoscenze anche in ambito di acquaticità in gravidanza e neonatale e di massaggio al bambino. Supporta la coppia nell’introduzione dell’alimentazione complementare.
Assiste agli interventi ginecologici, si occupa di prevenzione dei tumori della sfera genitale femminile, promuove la salute riproduttiva della persona, occupandosi anche di contraccezione. Presta assistenza anche durante la menopausa , per affrontare i cambiamenti di questo momento e si occupa di cura e riabilitazione del pavimento pelvico per tutte le età.
L’ostetrica può lavorare in regime dipendente all’interno di strutture sanitarie (ospedali, cliniche, consultori e ambulatori) oppure in regime di libera professione (nelle case maternità e naturalmente presso il vostro domicilio).
L’ostetrica privata è quella figura professionale che “entra in casa delle donne”, che viene a contatto con il luogo più intimo delle famiglie e dove scopre le dinamiche familiari, che non potrebbero venir fuori con una consulenza in ambulatorio.
Dal mio punto di vista e secondo la mia esperienza ci sono momenti nella vita dove l’assistenza a domicilio è fondamentale, come l’assistenza alla gravidanza. Troppe donne fanno esami e controlli in luoghi freddi e magari vedendo sempre persone diverse. Affidarsi ad un’ostetrica privata serve ad avere una figura di riferimento, quella con la quale instaurare un rapporto di fiducia esclusivo, dall’inizio alla fine e anche dopo l’evento parto in sé.
Le visite in gravidanza possono essere tranquillamente gestite a domicilio, con orari concordati tra le parti, così come l’assistenza al travaglio, momento unico che a casa trova un’evoluzione e una serenità differente rispetto all’ambito ospedaliero, proprio per la modifica dell’ambiente. L’ambiente è molto importante per il corretto fluire ormonale e quando la gravidanza ed il travaglio sono fisiologici è doveroso garantire la fisiologia permettendo alla donna di stare nel proprio ambiente il più possibile e recarsi in ospedale solo al momento del parto. Così si eviteranno anche ingolfamenti dei reparti per ricoveri troppo anticipati.
Qualora la coppia lo desideri è possibile, ovviamente se la gravidanza lo consente, di effettuare il parto a domicilio, con le dovute cautele e formazione delle ostetriche che assistono.
I 40 giorni dopo il parto si definiscono puerperio e sono giorni in cui la ripresa fisica della mamma si scontra con nuove dinamiche familiari, nuovi ritmi e gestione del neonato. Allo stesso tempo per il bambino dovrà avviarsi l’allattamento e tante dinamiche interne si dovranno assestare, dalla digestione, la maturazione intestinale, la reazione agli stimoli, il bisogno di contatto…
Dunque in tutte queste settimane è indispensabile ridurre al minimo gli spostamenti, per non stressare troppo il neonato e far sì che anche la mamma attraversi le sue fasi e si senta pronta a uscire e a gestire il neonato senza problemi al di fuori della propria casa.
Dalle mie esperienze ho trovato un ottimo riscontro nell’assistenza domiciliare alle neomamme, in quanto potevano rimanere nel loro nido e non necessariamente rispettare un orario impostato e definito da un ambulatorio, ma anzi venendo incontro alle loro esigenze, sia per gli orari, ma anche per le dinamiche di mamma/bimbo (ed esempio più volte al giorno se vi è la necessità di visionare l’allattamento).
Penso che un’assistenza personalizzata e il più possibile fisiologica sia importante per tutte le coppie, che devono poter scegliere l’assistenza che ritengono più opportuna per loro.
Ostetrica Giulia Senesi, via Renato Fucini 27, Calenzano
50041 Firenze. Tel. 348 5317554, pagina Facebook: Ostetrica Giulia Senesi.
Giulia riceve su appuntamento presso 2 strutture:
La domanda può essere presentata a partire da lunedì 16 novembre e fino al 16 febbraio 2021 da entrambi i genitori, la condizione è che siano residenti nel Comune di Firenze all’atto della richiesta.
Per informazioni dettagliate sulla modalità di presentazione e sull’invio delle domande (con la possibilità di leggere il bando completo) collegatevi alla pagina https://servizi.comune.fi.it/servizi/scheda-servizio/bonus-nuovi-nati.
Il sostegno economico è riconosciuto alle famiglie in difficoltà più esposte alle conseguenze del Covid-19 con figli nati a partire dal mese di gennaio fino al 31 dicembre prossimo.
Il pagamento del bonus agli aventi diritto sarà corrisposto entro 30 giorni dalla data di approvazione della graduatoria. Il bonus è erogabile in un’unica soluzione con bonifico su conto corrente bancario o postale intestato al richiedente.
Il sarà erogato fino a esaurimento del budget disponibile, in parole povere, prima si fa richiesta, meglio è.
La Direzione Servizi sociali ha proposto l’Isee corrente, in questo modo è possibile individuare quelle famiglie che hanno subito la perdita, la sospensione, la riduzione del contratto di lavoro o ancora il decremento del 25% del reddito complessivo del nucleo familiare.
Coloro che ne avranno diritto, riceveranno un bonus di 1.500 euro in presenza di un valore Isee corrente compreso tra € 0 ed € 10.000 e un bonus pari ad € 1.000 con valore Isee corrente compreso tra € 10.000,01 ed € 20.000.
Nel caso in cui il budget disponibile fosse inferiore, rispetto all’ammontare complessivo dei bonus erogabili il Comune procederà, al momento dell’approvazione dell’elenco degli aventi diritto, a redigere una graduatoria dei beneficiari (entro il prossimo mese di febbraio) secondo i seguenti criteri:
Spesso le donne in gravidanza si chiedono cosa pensi il bambino all’interno dell’utero, se senta o percepisca ciò che avviene attorno a lui, all’esterno. La risposta è indubbiamente si. In questo post vi racconto come si realizza e perché è così importante Il primo legame fra il neonato e la mamma alla nascita “bonding”, questa è la parola inglese che riassume il processo.
Dunque, fin dal principio, vi è una connessione molto profonda con la mamma, che va oltre il legame fisico attraverso il cordone ombelicale.
In realtà, un neonato che nasce e non presenta difficoltà di adattamento al mondo, ha dei diritti come essere vivente, in primo luogo NON separarsi dalla madre.
Durante la gravidanza, il legame che si instaura tra bambino-mamma-papà pone le basi per il rapporto che avranno tra loro.
Al momento della nascita, il bambino adagiato sulla pancia della mamma, nel pelle-a-pelle, ritroverà le sue certezze e instaurerà un contatto profondo e intimo con la madre, unico ed irripetibile. Infatti quando il pelle-a-pelle non avviene è indispensabile proporre un REBONDING il prima possibile, per recuperare questo momento di intesa madre-figlio.
Importantissimo durante la fase del bonding non interferire nel contatto e nel dialogo mamma-bambino-papà. Tutte le procedure non necessarie possono essere rimandate alla fine del post-partum.
Anche i rumori e i movimenti della sala parto non devono essere bruschi e le luci saranno abbassate per mantenere il rispetto di questo momento.
Non bisogna avere fretta, ma capire e rispettare le sue tempistiche. Durante queste fasi il bambino inizia anche a sperimentare e ad avvicinarsi al seno per poi attaccarsi senza alcun ausilio. Il pelle-a-pelle, oltre a favorire l’attaccamento già in sala parto, favorisce nel neonato la termoregolazione e riduce il rischio di ipoglicemia neonatale e nella madre aiuta la contrazione dell’utero e riduce il rischio di perdite ematiche importanti.
Certo che sì, è molto importante garantire un pelle-a-pelle immediato in sala operatoria, per non perdere l’occasione del bonding, dato che questa tipologia di nascita interrompe il processo biologico fisiologico.
È basilare garantire un taglio cesareo rispettoso.
Durante la degenza in ospedale, è chiaro che per favorire il più possibile il legame e per mantenere mamma-bambino sempre insieme, dovrà essere garantito il rooming-in, ovvero la permanenza del neonato in stanza con la madre 24h24, che favorisce inoltre le poppate ogni qual volta il bambino le richieda e quindi un allattamento che si avvia in modo corretto.
Al ritorno a casa, è consigliato effettuare nuovamente il pelle-a-pelle nei giorni successivi, tenendo in braccio e massaggiando il proprio bambino. Non dimentichiamo che il tatto è il senso più sviluppato nei neonati e quindi attraverso questo loro comunicano.
Per quando riguarda i padri, anche loro devono essere coinvolti nel processo del bonding. Purtroppo, spesso non vengono inclusi nelle procedure di attaccamento quando invece sono loro che favoriscono la creazione della triade come parte attiva della famiglia per garantire un legame mamma-bambino-papà armonioso.
ma il legame più forte si instaura alla nascita e dunque deve essere rispettato e condiviso tra i membri della triade. Sta agli operatori sanitari garantire il rispetto e creare le condizioni perché tutto avvenga in modo fisiologico. Qualora per motivi di immediato intervento non sia possibile garantire il bonding, sarà indispensabile poter supportare la coppia al fine di riproporre tale momento tramite il rebonding, così da riunire il filo “spezzato” e chiudere il cerchio per avviarsi ed affrontare in modo sereno il puerperio.
Ostetrica Giulia Senesi, via Renato Fucini 27, Calenzano
50041 Firenze. Tel. 348 5317554, pagina Facebook: Ostetrica Giulia Senesi.
Giulia riceve su appuntamento presso 2 strutture:
Le nostre famiglie sono messe sotto stress. Da genitori potremmo sentirci carenti di strumenti per fronteggiare questa convivenza forzata ed è fondamentale capire che siamo in un minestrone di emozioni, di informazioni, di cambiamenti.
Per sopravvivere a questa reclusione ci servono flessibilità, comprensione, onestà. Vediamo nel dettaglio.
Il telegiornale si guarda una sola volta al giorno. No alle abbuffate di talk show e approfondimenti, i nostri cervelli si saturano di negatività. Per i più grandi vigiliamo come sempre, parliamo e discutiamo della giusta misura di informazioni.
Perché i figli siano sereni, servono genitori sereni. Per cercare serenità ripartiamo da noi stessi, volendoci bene durante la giornata con piccoli momenti solo per noi (una doccia, un libro, una puntata di un telefilm, il silenzio). La vostra ansia e panico diventeranno le loro emozioni e se abbiamo bisogno di aiuto chiediamolo (ci sono servizi gratuiti di sostegno psicologico).
Il “ti capisco” è fondamentale in questo momento. È naturale avere emozioni ballerine, sensazioni aggrovigliate nello stomaco, è sano non capire, sentirsi strani. Bambini stanchi o agitati, adulti in pensiero, ragazzi sfiniti, ognuno di noi è un nido di sensazioni diverse. Parliamo, accettiamo, condividiamo
Finito tutto questo avremo perso qualcosa, sofferto, ma anche imparato tanto, osservato di nuovo, sentito per la prima volta.Saremo più consapevoli rispetto alla morte, e quindi anche disposti a godere della vita. Avremo capito quanto ci serve la tecnologia, ma quanto sia inutile nel farci sentire davvero vicini e stiamo scoprendo quanto un abbraccio, uno sguardo complice durante la ricreazione, una risata insieme al balcone, siano insostituibili.
Il Coronavirus passerà, ma ciò che avremo imparato e fatto fiorire in noi e nei nostri figli rimarrà in noi per sempre.
Non sono in grado di capire questioni adulte.
Sotto i 7 anni non si percepisce il pericolo come da adulti, non serve dettagliare troppo quello che sta succedendo, è inutile e rischia di spaventare senza motivo. Utilizziamo parole semplici per spiegare perché siamo a casa (una piccola guida la trovate qui: https://www.casasafina.it/2020/03/04/il-coronavirus-spiegato-ai-bambini/ )
Inoltre non hanno la comprensione del tempo, non servirà a niente dire tra un mese usciamo (rassicura solo noi genitori), come non comprendono da quanto tempo sono fermi in casa: concentriamoci sulla serenità giorno per giorno.
La paura è naturale, è una dotazione biologica e i bambini hanno paura, come è normale, per loro l’intero mondo è ignoto. Panico e angoscia, invece, sono emozioni mediate dall’esperienza e dall’elaborazione cognitiva. Se i nostri figli piccoli sono impanicati stanno respirando il nostro panico: non è di loro che dobbiamo occuparci, per aiutarli, ma di noi stessi.
Quelle che vengono a mancare in questi giorni sono le abitudini di sempre. Dobbiamo impegnarci per ricreare il più possibile delle routine anche a casa. I bambini piccoli ne hanno fortemente bisogno, è rassicurante, serve a vivere bene la giornata. Impostiamo alcuni appuntamenti durante la giornata, diamogli dei punti fermi.
Se lavoriamo da casa non sarà facile organizzarsi con i piccini, se invece siamo a casa non lavorando sarà difficile non annoiarsi. In ogni caso dobbiamo organizzare cosa fargli fare. La strategia migliore è utilizzare l’equilibrio. Non servono ricette precostituite, ogni bambino o bambina, ogni famiglia, ha la sua dinamica a casa.
Dai 7 anni spiegare fa bene, scoprire insieme certi dettagli, discutere. Soprattutto gli adolescenti potrebbero aver voglia di capire meglio, di comprendere questa emergenza globale. Scopriamo quali informazioni sono migliori, ascoltiamo insieme punti di vista diversi sulle cose, parliamone in casa, se ce lo chiedono. Dai 12 anni i ragazzi e le ragazze sono portati alla riflessione, al confronto, a spacchettare le informazioni e sviluppare un pensiero critico: anche in questi giorni chiusi in casa è importante nutrire il bisogno di analizzare e elaborare il mondo, dobbiamo essere noi genitori a fornire il giusto appoggio. Se qualcosa non sappiamo affrontarla, documentiamoci, leggiamo insieme.
Non forziamo i nostri figli su questioni che non sentono primarie. Potrebbero aver bisogno di elaborare da soli, non chiedendovi niente. Potrebbero viverla serenamente godendo del fatto che non si va a scuola, potrebbero essere invece molto dispiaciuti. Assecondiamo il loro andamento emotivo senza forzarli ad esprimersi, ma cerchiamo di esserci nel momento in cui vogliono aprirsi e parlarne.
La tecnologia aiuta, ma non è abbastanza. Mancano le risate per strada, mancano gli sguardi complici quando si gira la prof, manca la distensione di correre dietro a un pallone, di ballare insieme, di ascoltare musica dando noia agli adulti in piazza. E questo è insostituibile. Paradossalmente l’aiuto fondamentale della tecnologia in questo periodo ci dà la prova di quanto sia limitata e parziale. Grazie tecnologia, se non ci fossi staremmo tutti peggio, però non ci basti. Ci servono gli abbracci, i baci in bocca, i pizzicotti, le spinte, i cazzotti, le scuse a testa bassa.
Non possiamo nasconderci e nascondere loro che le cose dopo rimarranno le stesse. Non sarà così. Ma quando mai la vita è uguale a sé stessa? Viviamo continuamente cambiamenti, novità, nuove fasi della vita, lutti, fallimenti, vittorie, progressi. Il problema di questo momento è che sta succedendo molto in fretta, molto forte e per tutti contemporaneamente. Ma noi esseri umani siamo progettati per adattarci al cambiamento, per reagire alla crisi con creatività, per sfruttare le difficoltà come apprendimenti, crescita.
Pensare al futuro facendoci terrorizzare da cosa succederà non ci serve, e neanche tremare all’idea che ci vorranno ancora giorni e giorni per arrivarci. Ma ci è utile per il pensiero positivo.
Sarà bello stare di nuovo bloccati del traffico come ogni lunedì mattina, fare la fila alla posta, passare un attimo dal supermercato per prendere il pane. Sarà bello abbracciarsi di nuovo, correre insieme alle Cascine, scegliere l’evento giusto per il week end consigliato da Firenze Formato Famiglia.
Stiamo sereni perché quel futuro, è innegabile, arriverà.
Per approfondimenti seguite Casa Safina su www.casasafina.it
Per consigli psicologici seguite Francesca Safina anche su Instagram: la.psaico
In rete è disponibile, redatto in maniera chiara e attraverso semplici slide, un vademecum che si intitola “Smartworking ai tempi del Covid-19”. Il documento porta la firma dell’architetto Silvia Brandano che lo ha messo a disposizione di tutti coloro che lo volessero condividere (citandone la paternità, mi sembra chiaro, ma è sempre bene ribardirlo).
Silvia Brandano è specializzata in progettazione di ambienti smart, confortevoli e sicuri a sostegno di aziende smartworker, liberi professionisti e freelancer e lavora su questo tema da più di 10 anni. Non solo, vanta conoscenze tecniche come bioarchitetto-progettista di ambienti lavorativi & RSPP. In questo frangente, ha scritto e messo a disposizione un vademecum gratuito su come lavorare da casa con i figli e la famiglia.
Ma anche la vita quotidiana e l’equilibrio psico-fisico di tutti noi genitori che ci troviamo a casa con i figli, tutti chiusi fra quattro mura che da nido, rischiano di essere percepiti come prigione.
e con un atteggiamento consapevole, può dare il suo contributo ad allentare le tensioni e i nervosismi che si generano mettendo in campo azioni consapevoli, utilizzando al meglio gli strumenti digitali e le modalità di lavoro da remoto.
Il link per trovare il vademecum è questo: Smartworking ai tempi del Covid-19.
Contiene premesse rassicuranti e sicuramente il vademecum è motivante, se vi doveste sentire, in qualche momento, scoraggiati. Dal nostro punto di vista (parliamo da redattrici di Firenze Formato Famiglie e da mamme con bambini a casa), è stato utile prenderne atto, sopratutto nel prendere consapevolezza dei seguenti punti (nel vademecum bene approfonditi):
Le pagine seguenti del vademecum, inoltre, vi illustreranno non solo come riorganizzare la vostra giornata lavorativa e familiare impostando determinate regole, ma anche come allestire lo spazio nel quale lavorate tenendo conto di fattori come:
https://m.facebook.com/111060030497735
Architetto Silvia Brandano, tel. 338 161 0934, [email protected]
“Mamma ho preso 5”
“Babbo perché il mio amico prende sempre Bravissimo e io no? Non sono bravissimo?”
Quante volte ci troviamo di fronte alle nostre figlie e ai nostri figli che sono delusi da un voto preso? Quante volte li consoliamo perché non hanno preso 10 come si aspettavano o li sgridiamo quando hanno preso 5 per l’ennesima volta? Osservate le loro facce… vuote, affrante, tristissime, arrabbiate, oppure apparentemente distaccate. La scuola è la loro vita, racconta tanto di loro. Ma non tutto.
Quando insegnanti di ogni ordine e grado esprimono il loro giudizio sul compito stanno valutando, per l’appunto, il compito stesso. Il bambino, la ragazza, non valgono 4, 7, 9, bravo, benissimo, ottimo. Le valutazioni raccontano la performance, giudicano il risultato di una prova. Un voto classifica la prestazione, nient’altro.
Il voto racconta di un momento, fotografa un istante. Magari ho studiato molto ma quella mattina non mi sentivo bene. Magari mi sono impegnato più che potevo ma questo argomento proprio non lo capisco. Al di là di un voto, che serve per la scuola, ci sono periodi diversi, ci sono bambini e bambine che si impegnano anche se non sempre la prestazione è brillante. Riconosciamo il loro percorso, i miglioramenti nel tempo, quanto ci mettono del loro. Oltre al voto.
Stacchiamo il voto dal rapporto con l’insegnante. “Gli sto antipatica perché mi mette sempre insufficiente”. NO.
Oltre un voto c’è un mondo di affetto e complicità alla scuola primaria, e va coltivato a prescindere dai voti sul quaderno. C’è ridere insieme, c’è poter contare sulla maestra, c’è “credo in te”.
Alle medie inferiori e superiori il rapporto è meno affettivo ma ugualmente importante. Vi ricordate la vostra prof severissima dalla quale però avete imparato di più? Crescendo il rapporto si basa sul rispetto, sulla stima, sulla capacità di offrire strumenti per crescere, anche se il compito non dà risultati che brillano.
Non si sovrappongono mai all’amore. “Io ti voglio bene sempre”. Questo concetto è FONDAMENTALE.
Se sbagli io non smetto di volerti bene, se prendi dei voti insufficienti io ti amo come prima. Sei amabile anche quando il voto è scarso. Perché il mio amore per te non dipende dagli standard che raggiungi, ma dipende dal fatto che sono tua mamma, tuo babbo, e ti amo per questo. E proprio perché ti amo incondizionatamente ti incoraggerò a fare meglio, a dare il massimo per te stesso, a metterci tutta la passione che hai. Ti incoraggerò ad essere tu, il primo soddisfatto di te stesso (o te stessa).
Intorno alla scuola c’è un mondo: lo sport, le passioni a casa, il saper fare, le particolarità del carattere. Non riduciamo i nostri figli alla scuola, ai voti, a come funzionano in quel contesto. Incoraggiamoli a sviluppare tutto di sé stessi, anche fuori dai banchi.A maggior ragione se i voti non sono brillanti, coltiviamo bene il tempo fuori scuola permettendogli di trovare soddisfazioni in mille altre cose della loro vita.
Diciamolo chiaro ai nostri figli e alle nostre figlie:
“Il voto della maestra è sul compito che hai fatto. Non su di te come persona. Tu sei tu, sei un bambino/a”
“La maestra non ha detto quanto vali tu, ma quanto vale il tuo compito. E stavolta valeva meno perché non ti è riuscito, non avevi studiato abbastanza, non ti sei impegnata o magari eri molto stanca e non ti sei concentrata. Ma tu non cambi di valore, sei sempre tu, meravigliosa”.
“Capita di sbagliare sai? Tante volte io prendevo 5 a matematica, ma non è che valevo 5. È che il mio imparare la matematica non era sufficiente”.
E poi continuiamo a parlarne con loro per cercare di migliorare il modo in cui studiano, capire dove sbagliano, parliamo con le insegnanti e progettiamo insieme! Se i nostri figli vivono 8 ore di giudizio continuo, ogni giorno, è normale che si sentano sovrastati, a volte scoraggiati, specie se non sono i primi della classe.
Un riconoscimento della persona, delle sue caratteristiche meravigliose, delle sue doti nascoste, riconoscere l’allegria di nostro figlio o figlia, la sensibilità, la creatività, insomma ogni ingrediente prezioso che ha ognuno dentro di sé.
Dobbiamo essere un porto sicuro per loro, sempre, in ogni ambito delle loro vite. Anche quando le reazioni della scuola non ci convincono, anche se non siamo d’accordo fino in fondo.
A noi piacerebbe che più che la prestazione si valutassero anche l’impegno e la passione che ci mettono i bambini e le bambine ma, questo si sa, nella scuola di oggi non è così e dobbiamo adattarci a ciò che troviamo. Anche se a casa possiamo continuare a premiare passione e impegno, anche nei compiti.
Se volete approfondire il tema dell’autostima, oltre ai voti, potete leggere altri articoli ai link:
7 novembre 2019: entra in vigore il decreto attuativo sui dispositivi che dovrebbero aiutare i genitori a non dimenticare i bimbi in auto. Tante però sono le domande rimaste in sospeso, prima fra tutte:
Da subito. Legge alla mano, si sarebbe potuto andare a marzo 2020. Tuttavia le ultime notizie confermano che l’obbligo è effettivamente entrato in vigore proprio dal 7 novembre 2019 e non più dal 6 marzo 2020. Il colpo di scena è contenuto nella circolare del ministero dell’Interno 300/A/9434/19/109/12/3/4/1, diramata nel pomeriggio della vigilia, 6 novembre.
Il decreto è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale e, a partire dal 7 novembre, è formalmente in vigore indicando quali caratteristiche devono avere i sistemi antiabbandono introdotti dalla legge 117/2018 che ha modificato il Codice della Strada.
Sì. Non è più valido quanto specificato dalla legge n. 117 del 2018, cioè l’obbligatorietà dei sistemi antiabbandono che sarebbe dovuta scattare solo 120 giorni dopo l’entrata in vigore del decreto.
molti dubbi sulle date ed è scattato il panico fra i genitori che temono di non avere il tempo per informarsi prima di acquistare un prodotto. Tra l’altro, nei negozi, ancora non ci sono un numero di prodotti sufficienti a coprire la richiesta per circa 1,8 milioni di bambini di età inferiore ai 4 anni.
Dubbi anche sui prodotti in commercio: rispettano davvero i dettami della normativi? La Ministra dei Trasporti firmando il decreto ha preso in considerazione solo una parte delle modifiche segnalate dal Consiglio di Stato e, di conseguenza, è possibile considerare “adatti allo scopo” la maggior parte dei prodotti presenti sul mercato. Per riassumere, sia che si tratti di sistemi integrati nel seggiolino o indipendenti, l’importante è che il dispositivo scelto:
I prodotti senza sensore di peso che per rilevare il bambino devono “attivati” (Chicco Bebècare easy tech, ma anche il sistema integrato nei seggiolini Cybex) e quelli che richiedono l’attivazione del Bluetooth sullo smartphone, talvolta è disattivato, contrastano con il punto del decreto in cui si afferma che “il dispositivo deve essere in grado di attivarsi automaticamente SENZA ulteriori azioni da parte del conducente”.
Anche per i prodotti esterni, cioè non già integrati nel seggiolino, la norma richiede che “non devono alterare le caratteristiche omologative” ma attenendosi a questo concetto, nessun prodotto “indipendente” potrebbe essere utilizzato sui prodotti omologati secondo la ECE R44, ma anche per i prodotti omologati secondo la norma ECE R129 o Isize sono in realtà “modificati” in termini di misure qualora si utilizzasse un sistema con cuscinetto.
Prendere in considerazione i dispositivi indipendenti perché si possono spostare facilmente da un seggiolino all’altro. Purtroppo in questo momento ancora non è possibile accedere al bonus dei 30 euro previsto dal decreto fiscale collegato alla Finanziaria 2020.
non si devecambiare seggiolino; è possibile passarli da un seggiolino all’altro, man mano che il bimbo cresce e usarli su più auto; non si è costretti all’acquisto di un seggiolino in particolare (sono ancora pochi i modelli che hanno il sensore integrato) ed è possibile scegliere il seggiolino che sembra più adatto alle proprie esigenze.
La maggior parte dei modelli è dotata di un sensore di peso da mettere sotto il bambino, ma poiché il decreto non definisce le caratteristiche dimensionali e fisiche volte a garantire la compatibilità dei sistemi indipendenti con tutti i seggiolini e ha “scaricato” ai ai fabbricanti la responsabilità della conformità, i produttori di seggiolini indicano suggeriscono più o meno esplicitamente che nessun prodotto è utilizzabile eccetto quello da loro venduto (così fanno Foppapedretti, Inglesina, Chicco).
Questo perché in teoria nessun dispositivo dovrebbe interferire con prodotti di sicurezza già omologati, in quanto potrebbero mettere in discussione la sicurezza del seggiolino. Secondo gli esperti di laboratorio, in ogni caso, un cuscinetto di pochi millimetri non pregiudica la sicurezza e tuttavia, senza l’ok dei produttori, in caso di incidente, su chi ricade la responsabilità?
Il sistema integrato limita la scelta a pochi modelli, al momento è disponibile su alcuni seggiolini Chicco e Cybex. Questi seggiolini con sistema integrato sono più pratici rispetto a quelli universali, ma potrebbero avere una durata più limitata rispetto al seggiolino stesso. La batteria non è così facile da cambiare e in alcuni casi occorre farla sostituire dal produttore. Tenendo conto che la batteria si scarica dopo alcuni anni, circa 3 o 4, se si ha un solo figlio, va tutto bene, ma se in famiglia ci sono altri fratelli a cui lo si vorrebbe passare, è una scocciatura sapere che si dovrà intervenire per sistemare il seggiolino per continuare a utilizzarlo. Senza contare che il software potrebbe diventare in poco tempo obsoleto rispetto allo sviluppo tecnologico degli smartphone.
Secondo la norma che al momento si conosce, sarebbe stato stanziato un fondo di 14,1 milioni di euro nel 2019 che andrebbe a sommarsi agli stanziamenti già previsti dalla Finanziaria dell’anno passato per un totale di 1 milione di euro nel 2019 e 1 milione di euro nel 2020. Questo vuol dire che sarà dato un contributo di 30 euro per ciascun dispositivo acquistato, fino ad esaurimento delle risorse (15,1 milioni di euro nel 2019 e 1 milione di euro nel 2020). Se 1,8 milioni sono i bambini interessati dall’obbligo, è matematico che le risorse previste non sono sufficienti a coprire le richieste di tutti.
Inoltre, entro 30 giorni dall’entrata in vigore del decreto (entro dicembre) saranno date istruzioni per il riconoscimento del contributo.
Che tutti hanno diritto al contributo, ma i soldi non sono abbastanza, con la conseguenza che otterrebbe il contributo solo chi si attiva subito per richiederlo. Ci si augura che ci sia un aggiustamento di rotta che risolva il problema, nel
I prodotti universali con un sensore sul seggiolino e che danno l’allarme immediatamente, prima che il genitore scenda dall’auto evitando in toto l’abbandono. I sistemi che necessitano di App e bluetooth dipendono dal corretto settaggio dello smartphone, dal suo stato (carica e copertura di rete) e comunque avvertono l’adulto della dimenticanza solo quando si è già allontanati dall’auto.
Dispositivi o meno, il principio base è sempre e comunque questo: è pericoloso lasciare i bimbi chiusi in auto anche solo per pochi minuti.
Molte delle morti di bambini per ipertermia sono stati causati dall’aver lasciato volontariamente il bimbo in auto da solo, anche solo per pochi minuti e con una temperatura esterna non troppo elevata.