Ragazzi vittime del cyberbullismo, avere il coraggio di chiedere aiuto ad un professionista

di Silvana Russo, psicologa e psicoterapeuta

“No, un attimo. C’è di peggio. Tu hai ragione, il peggio è che continua anche a casa. Non smettono un momento di tormentarti e pensi: non so nemmeno chi sia questa persona, come può dire che disprezza la mia esistenza?” [dal film Cyberbully – Caleb – 2011]

Il termine cyberbullismo fu coniato dall’educatore canadese Bill Belsey nel 2002, e ripreso nel 2006 da Peter K. Smith e collaboratori che proposero una definizione di cyberbullismo molto legata al concetto di bullismo “tradizionale”: Il cyberbullismo è “un atto aggressivo e intenzionale, condotto da un individuo o gruppo di individui, usando varie forme di contatto elettronico, ripetuto nel corso del tempo contro una vittima che ha difficoltà a difendersi” (Smith et al., 2008).

Come spiega il comma 2 dell’art. 2 del disegno di legge, tutt’ora in discussione in parlamento (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=ListEmendc&leg=17&id=43814)

per «cyberbullismo» si intende qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione e si intende altresì qualunque forma di furto d’identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di minorenni, realizzata per via telematica.

Il cyberbullismo, un caso nella pratica

Laura, arriva da me in lacrime accompagnata dalla madre, dal padre e da un nonno, seriamente provato. Il primo a parlare è il nonno che mentre cerca di spiegarmi l’accaduto, si accalora e sgomento mi chiede che sta succedendo in questo mondo!

Laura ha 13 anni ma già da due, come poi mi spiega la madre Susanna, fa uso di internet e soprattutto di Facebook, dove si era iscritta con il permesso dei genitori con data di nascita falsata.

simboli socialPoi continua Giulio, il padre, hanno lasciato che si divertisse, così sembrava, che comunicasse con “gli amici” e sembrava che quella insidiosa timidezza fosse come per magia scomparsa! Noi, mi dice, non usiamo Facebook, non ci interessa e non ne abbiamo il tempo, lavoriamo dalla mattina alla sera. Laura, quando esce da scuola va dai nonni e noi l’andiamo a riprendere verso le 18:00.

Lei adora stare dai nonni.

Laura non parla, è come congelata, il viso non ha nessuna mimica. Capisco che non è caso di chiederle nulla, se vorrà intervenire il clima che si è venuto a creare è disteso e accogliente.

La madre scoppia a piangere e singhiozzando mi spiega che sono arrivati a me poiché il poliziotto che ha accettato la denuncia gli consigliato di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per sostenerli in questo lungo percorso.

Laura interviene, sorprendendomi, e mi dice che non si era resa conto di niente e che tutti i giorni i sui compagni di classe giocano e “scherzano” con tutti sui social. Poi mi dice, ho sentito improvvisamente di essere risucchiata da un buco nero e così ho avuto pensieri scuri come la pece!

Il fatto:

Laura, in realtà, non dice che la persecuzione nei suoi confronti era di lunga durata. Lei sperava che con l’arrivo delle vacanze estive la cosa si sarebbe risolta, ma niente! Poi l’inizio della seconda media ed i problemi scolastici che prima non esistevano compaiono, fioccano 4, 5 ed anche una nota.

I genitori vanno a parlare con i professori e con la coordinatrice di classe e sentono dire sempre la stessa cosa. Laura rispetto alla prima media ha avuto un tracollo importante nelle sue prestazioni scolastiche.

cyberbullismoAnche l’attenzione in classe è deficitaria. Insomma, anche loro non se lo spiegano, e gli consigliano di farsi aiutare da un’ educatrice a casa.

Laura mi spiega, dopo qualche incontro, che in prima media fece amicizia con una ragazza dal carattere decisamente più ardito del suo. E questo le piaceva e se aveva accettato di essere sua amica, lei una tartaruga, questo era veramente eccezionale. Cinzia però era anche un po’ aggressiva e succedeva che durante l’ora di educazione fisica si divertiva a ridacchiare e schernire le sue compagne. Era un po’ una leader e riusciva a farsi volere bene anche dai professori. Insomma un mito!!!

Ma basto poco che questo momento magico si interruppe. Laura si ferma, respira e con gli occhi lucidi mi spiega che per ben due volte aveva dato buca a Cinzia perché aveva da studiare.

Il mondo improvvisamente cambiò.

Cinzia, la leader, aprì un gruppo su Wattsup chiamato “contro Laura” al quale era stata chiaramente invitata. Quando lo lesse la testa le prese fuoco e nessun pensiero riusciva ad entrare o uscire. Passarono così alcuni mesi durante i quali i suoi hobby non le interessavano più. Smise di andare anche a lezione di chitarra. Il suo tempo lo trascorreva con il telefono in mano e al computer. Giulio, il padre mi spiega che non avevano dato troppa importanza a questi nuovi atteggiamenti. Pensando che fossero conseguenza della crescita.

Laura era aggressiva con i suoi genitori e persino con i suoi nonni. Rispondeva male per qualsiasi cosa. Un giorno il nonno provò a mettere in dubbio l’utilità del pc e ciò provocò una reazione incredibile. Laura prese la porta e uscì di casa. La nonna le corse dietro e quando la raggiunse provò una strana sensazione, quella di non conoscere veramente sua nipote.

Poi, siccome la bottiglia era abbastanza colma, Laura singhiozzando si confessò con la nonna.

Dopo vari incontri Laura mi confessò che alla fine c’era stato anche un lato positivo in tutta questa storia. Aveva finalmente ripreso contatto con se stessa e mi confidò che stava aiutando una sua amica a uscire da questo vortice. La professoressa di lettere, dietro sua sollecitudine, organizzò un incontro con esperti in materia e Laura raccontò con orgoglio la sua esperienza e come ne era uscita.

Laura si è fortificata, aprendosi e lavorando sulla sua sofferenza ha avuto modo di conoscersi meglio e riuscire a gestire i suoi spazi informatici e non. I genitori si sono documentati sull’uso di Internet e dei suoi pericoli ma anche delle sue opportunità. Questo è un link della Polizia di Stato utile per comprendere meglio le regole da seguire:

http://img.poliziadistato.it/docs/interno_opuscolo_vita_da_social.pdf

Per un consiglio, un consulto, dubbi relativi ai vostri bambini e ragazzu, potete consultare Silvana Russo:

 

SilvanaDott.ssa Silvana Russo – Psicologa, Psicoterapeutacell. 346.3531165

[email protected]

http://www.psicologiaebenessere.altervista.org/