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Cucinare senza glutine, meno facile del previsto

 

Va sempre tutto bene, finché non tocca a te. Io l’ho provato con il disturbo dell’apprendimento di mia figlia Guendalina: sei solo e intorno a te pochi sanno davvero di cosa si stia parlando; prima ancora mi era successo con l’altra bambina, che sveniva improvvisamente e le convulsioni ci spaventavano a morte non capendo di che si trattasse (epilessia? Una malformazione cardiaca, un problema vasovagale?) Grazie al cielo poi solo quest’ultimo, però abbiamo vissuto un bel semestre di angoscia.

Quando insensibilità e ignoranza sono più che fastidiose

Da bambina, in famiglia, convivevamo con il diabete di mio padre. Finché il  problema rimaneva all’interno dei confini familiari tutto bene, quando ci si confrontava con la società, gli amici, l’ambiente esterno, ahiahi che guai!! Io ero piccola, ma ricordo discorsi del cavolo come: “Ma dai!!! Un bicchiere di vino cosa ti può fare?” “Non assaggi nemmeno un pezzettino di dolce? Non ci ho messo tanto zucchero!!”, “Che male vuoi che ti faccia un caffè con mezzo cucchiaino di zucchero!!”
Ma come gli saranno girate le scatole a mio padre! Perché per un diabetico gli zuccheri sono un veleno e quindi non c’è un morsino, un pezzettino, un cicinino … Ti dico che non lo posso mangiare, non insistere e non solo, se dici di essere mio amico, mi inviti a cena, condividi del tempo con me, INFORMATI!!
E se negli anni ’80 non era facilissimo tenersi informati, adesso l’accesso alla rete rende intollerabile tanta ignoranza. E veniamo al punto delle persone celiache, quelle che sono intolleranti al glutine. In particolare mi interessano i bambini celiaci che sono i soggetti più vulnerabili. Noi fino a questo momento ne abbiamo conosciuti e frequentati più d’uno, quindi non è un fenomeno raro, anzi sono sicura che se ci si guarda intorno troviamo un bambino intollerante al glutine in una classe sì e in una no.
Che si parli di celiachia o altro, quando le nostre vite e quelle della nostra famiglia si incrociano con le vite di persone che sono portatrice di un qualche problema, disturbo, patologia che renda necessario prendere degli accorgimenti, è nostro dovere informarci e collaborare. Qui si parla di bambini celiaci, perché adesso è capitato a me di incontrarli sulla mia strada, ma il discorso include tanto altro.

Meno facile di quello che sembra

In classe dei miei gemelli c’è una bambina intollerante al glutine e come lei lo è suo padre e così la sua sorellina. In occasione di una festa di classe, ho deciso che avrei cucinato gluten free approfittando anche del fatto che un’amica ha un sito suo, gingerglutenfree dove avrei potuto sbirciare consigli e imparare qualcosa in più su diversi modi di alimentarsi.  Sinceramente, l’avevo fatta un po’ troppo facile. L’idea originale era quella di fare le pizze, per noi classiche con la farina 00,  per loro senza glutine comprando una farina apposta.

Che ci vuole, mi dicevo, compro la farina specifica, gli ingredienti per condire, mi accerto che siano senza glutine ed è fatta. Quindi alle 14.00 del pomeriggio mi appresto a fare l’impasto normale e, quando è a lievitare, penso che sia arrivato il turno degli impasti senza glutine. Eh no!! Non ho preso adeguatamente sul serio il problema contaminazione: c’è farina di grano tenero un po’ ovunque: sui banchi della cucina, sul mattarello, sulla spianatoia. E la macchina per il pane, che io uso anche come impastatrice? Pur sciacquandola, non ero sicura che fosse immune da tracce di glutine. Quindi, prima di ripartire con un nuovo impasto, ho dovuto ripulire tutta la cucina, fare una lavastoviglie, rimettere in ordine tutto… e cominciare da capo … ludo cucinamentre Corinna e Ludovico, molto preoccupati, supervisionavano il mio lavoro raccomandandosi: “Attenta mamma!!! lo sai,  Elena ha il glutine che la fa andare all’ospedale” Eh lo so!!! accidenti la miseria …

Anche dopo i lavaggi, non mi sento sicura dei miei utensili da cucina, sopratutto la macchina impastatrice che non mi sembra completamente sterile (sul fondo tracce di farina rimangono a testimonianza di anni di uso di ingredienti con glutine). Riparto e cambio programma!

Dalla pizza si passa al dolce

Faccio una torta: devo solo trovare una planetaria fresca di lavastoviglie, poi ci vuole il forno, una teglia pulita  ed è fatta.

Ma prima devo fare la torta e poi, solo una volta che sarà pronta e impacchettata, potrò riprendere in mano l’impasto della pizza per gli altri che ancora lievita in una zona recintata della cucina.  Altro tempo che vola via, sono le 17.00, di pronto ho solo l’impasto della pizza normale che deve aspettare e mettersi in coda alla preparazione della torta, la cena è alle 20.00, merda.

senza glutine alimentiAllora torta al cioccolato sia, gli ingredienti sono tutti senza glutine, il cioccolato l’ho preso apposta con il bollino, le uova ok, burro no problem, la farina è sempre la stessa che avrei usato per la pizza, vediamo cosa mi manca, Ma, ma, ma  il lievito per dolci? Il lievito per dolci non lo avevo considerato … Cavolo, cavolo, cavolo, non ci ho pensato!! Il lievito per dolci ha il glutine!!!

Che faccio, volo al supermercato? (Sì certo, ho 4 bambini in casa che stanno giocando e andrebbero tutti vestiti e preparati, piano non attuabile).

Posso sostituirlo??  Vai sul web, cerca, informati, scopro che posso sostituirlo con mezzo cucchiaino di bicarbonato e poiché la farina senza glutine è molto leggera, dovrebbe lievitare bene lo stesso … Boh? Proviamo …

Parto con la torta, la faccio, la metto in forno e aspetto, lievita e sembra invitante, manca solo una bella spolveratina di zucchero a velo che vado a mettere …. ooooohhh Alt!! C’ha il glutine pure quello!!

Ma vaff … via, si fa senza (poi mi ricordo che ne ho un altro pacchetto e su quello è chiaramente scritto che è senza glutine, ma è solo una botta di culo) la impacchetto bene e scrivo sul pacchetto “TORTA SENZA GLUTINE, non aprire!!”. L’incubo è che dopo tanta fatica arrivi il primo sprovveduto e la mischi con altri alimenti, facendo cosa? Contaminandola!! Comincio a odiare la parola contaminazione e i suoi derivati 🙁

Finalmente mi è chiaro perché alle feste la mamma di Elena tiene la sua roba da mangiare in un sacchetto a parte, ben distante e chiusa dal resto del cibo, perché contaminare è facilissimo.

Bene, ore 19.40, ho finito, ora devo solo fare la doccia a 4 bambini, farla a me stessa rendermi presentabile, aspettare maritus e raggiungere gli altri alla festa.

Il mio sforzo viene ripagato dalla gratitudine che mi mostra la famiglia di Elena e sono contenta, spero solo che la torta  sia buona. Finalmente si arriva al momento del dessert: consegno la mia torta fino a quel momento impacchettata, prendo un coltello pulito e la taglio. Ancora due chiacchiere, un momento di distrazione e non ci accorgiamo che arriva un ignaro babbo con un bel coltello con il quale è appena stato tagliato un pandoro. Zaccc  ..  taglia la torta e il danno è fatto … contaminata …  Capita, mi dicono, non c’è da prendersela, arrgghhhh!!! E che cavolo No!!!

Questa storia mi ha insegnato che dietro la dichiarazione “siamo celiaci” c’è tutto un modo di vivere, delle accortezze da prendere, delle procedure che non si limitano al comprare il pacchetto di farina senza glutine …. E che informarsi e collaborare è una scelta etica oltre che di cortesia.