ragazza alla pari Firenze Formato Famiglia

La nostra Antonia !!!

Prendere in considerazione di accogliere una ragazza alla pari

Articolo aggiornato nel gennaio 2021

Accogliere in famiglia una ragazza alla pari, offrirle vitto, alloggio, una piccola paga mensile e la condivisione della vita familiare.
In cambio ricevere aiuto con i bambini e offrire uno scorcio, vero, di un’altra cultura, un’altra lingua, poter contare su una persona che, essendo in famiglia, può rendersi disponibile, in caso di emergenza, da un minuto all’altro.
L’idea come vi sembra? Se vi sembra buona vediamo come scegliere la ragazza alla pari con qualche esempio basato sulla nostra esperienza di famiglia di Firenze che ha ospitato diverse ragazze alla pari.

Vediamo innanzitutto di capire cosa significa “ragazza alla pari”:

Si tratta di una ragazza giovane, in genere tra i 18 e i 25 anni che desidera conoscere la cultura italiana da un punto di vista profondo, entrando nelle dinamiche familiari “italiane” e imparare o perfezionare la lingua. Spesso, chi fa questa scelta, si è appena diplomata e desidera fare un’esperienza all’estero prima di iscriversi all’università nel proprio Paese o iniziare un percorso professionale; non è raro che per molte di loro questa sia la loro prima uscita vera di casa, passando dalla vita in famiglia (la loro) ad un’altro universo, il nostro, caratterizzato non solo da una lingua diversa, ma da diverse abitudini, alimentazione, stile di vita, modo di ridere e anche una diversa scala di valori.

Ospitare una ragazza alla pari significa aver ben presente che il perno di questa esperienza è lo scambio culturale, che rimane prioritario su tutto

L’errore di molte famiglie (errore o cattiva fede?) è quello di credere di aver trovato una governante o, peggio, una collaboratrice domestica, a favorevolissime condizioni economiche: perché pagare una baby sitter minimo 10 Euro l’ora quando posso avere una ragazza a disposizione ad un minimo di 4 ore al giorno in cambio di ospitalità e una paghetta di 160 Euro al mese?
L’errore di molte ragazze alla pari (errore o furbizia?) è quello di pensare che la vita in una famiglia sarà divertente, facile, con poche responsabilità e conveniente: perché pagare vitto, alloggio e un corso di lingua in una città straniera se dando un’occhiata a qualche marmocchio, non solo mi ospitano, ma mi pagano anche?

Ecco due punti di vista sbagliati che non solo produrranno conflitti e incomprensioni, ma che porteranno a relazioni fallimentari a danno, principalmente, dei bambini, poi dei nostri nervi e, non meno importante, della dignità della persona che ospitiamo. E non è sufficiente pensare: “se non funziona la mando via”, “se non funziona me ne vado”, perché per arrivare al momento in cui si caccia una persona da casa c’è da percorrere un percorso di musi, di litigi, di pianti anche (sono ragazze giovani) che nuocciono alla serenità di tutti.

Alcuni consigli pratici su come reclutare una ragazza alla pari

Dove reclutare la ragazza alla pari:

Kathrin la nostra prima au pair

Kathrin la nostra prima au pair

A Firenze non mi risulta ci sia un’agenzia dove presentarsi fisicamente, ci sono molti siti web dove iscriversi e trovare annunci di candidate ragazze alla pari. Io ho usato il sito www.aupair-world.it, so che ce ne sono molti, ma ho provato solo questo, il sito permette sia di fare un’iscrizione gratuita, sia di fare un’iscrizione come membro premium, assolutamente da fare quest’ultima perché permette di contattare direttamente le aupair con un messaggio personale, diversamente non è possibile. Un’altra risorsa in rete è questo sito: http://www.aupair.it/
Come Membro Premium è possibile mettersi in contatto diretto con le au pair per un periodo di 6 settimane e scambiare con loro i contatti personali (indirizzo mail dove avviare una corrispondenza essenziale per capire se noi siamo la famiglia giusta e se la candidata è adatta a noi) per portare a termine con successo la ricerca. Senza questa opzione non si possono scambiare messaggi personali e quindi creare un contatto vero.
Come Membro Premium si possono inviare messaggi personali a tutte le au pair o al contempo leggere tutti i messaggi personali loro desiderano inviarci. L’iscrizione gratuita permette di dare un’occhiata alle candidate, ma senza avere la possibilità di contattarle in privato, si può spedire loro un messaggio già pronto fornito dal sito, ma poi nulla in più è consentito e quindi non si approda mai a niente di concreto, visto che solo dopo un bel po’ di tempo si instaura un rapporto e si entra in confidenza.

Un altro sito serio a cui fare riferimento è il seguente: https://www.aupairint.com/

Come e quanto la ragazza alla pari dovrà rendersi disponibile:

Ci sono varie formule, su tutti i siti specializzati trovate le risposte a tutte le domande relative ai diritti/doveri sia della famiglia ospitante che della ragazza.
Noi abbiamo optato sempre per una collaborazione demie-pair: la ragazza era libera la mattina (e frequentava un corso di lingua italiana) fino alle 16.00 del pomeriggio e poi ci dava una mano con i bambini dalle 16.00 alle 20.00, dal lunedì al venerdì. Abbiamo offerto una camera per loro con un piccolo bagno, vitto, e due giorni liberi alla settimana. Da accordi, qualche volta nel corso del mese ci copriva anche dopo cena, permettendo a me e mio marito di uscire senza dover chiedere ai nonni di venire da noi. La paghetta mensile si aggirava sulle 150/160 Euro mensili per un aiuto di 20 ore alle settimana circa.

Quanto ci vuole a trovare la ragazza “giusta”

Ovvio ci vuole un po’ di fortuna, ma di più ci vuole impegno a scrivere, scrivere, scrivere e intrattenere con loro una relazione epistolare (via email o via Facebook se si ha un profilo) per conoscersi. Le famiglie hanno i loro dubbi: sarà seria? Ha un minimo di esperienza con i bambini? E’ una persona disponibile?
Ma anche una ragazza alla pari ha bisogno di tempo per fidarsi, anche perché lei viene sola e affronta l’ignoto di una nuova esperienza, noi almeno abbiamo l’esperienza della nostra età adulta e la forza di essere una famiglia.
Il mio consiglio è di scriversi e scriversi, parlare di sé, della città, descrivere i bambini e le abitudini, chiarire quello che ci si aspetta ed essere sinceri, tanto poi la vita in famiglia ci mette poco a svelare le piccole bugie dette per “presentarsi bene”. Io in genere ero sicura della mia scelta dopo un paio di settimane di scambio di e.mail.

Serve più tempo? Continuate a parlare con la ragazza … Nonostante tutto non vi fidate?  Bene, allora forse accogliere una ragazza alla pari non la soluzione adatta a voi, ripiegate sui nonni o su una baby sitter a ore.

Scegliere una ragazza alla pari che parli solo in inglese ai bambini

Mi è capitato di confrontarmi con famiglie alla ricerca di una ragazza alla pari madrelingua inglese per fare in modo che gestisse i bambini in inglese e insegnasse loro la lingua; devo dire che questa soluzione difficilmente funziona, o meglio, funziona se i bambini sono già bilingui (con una mamma o un babbo stranieri) e la tata è un rinforzo ad una lingua che già parlano in casa. Nel caso di bimbi magari già grandicelli, 6/8 anni, l’incontro con una tata che parla una lingua completamente sconosciuta genera sentimenti di insofferenza da parte dei bimbi e frustrazione da parte della tata. Da un giorno all’altro i bambini hanno a che fare con una persona che non li capisce, che non ha scambi attivi, alla quale è un delirio spiegare che scappa la pipì o si vuole un bicchiere d’acqua.
Senza contare che, una persona che vive in Italia, che non parla una parola di italiano e non studia la lingua è destinata ad essere isolata dalla comunità, quanto può resistere in uno stato di quasi totale solitudine una ragazza di 18/20 anni? E se resiste, è felice?

La felicità della ragazza alla pari è garanzia della felicità dei vostri bambini

come scegliere una ragazza alla pari

Franziska la nostra tata nel momento dei saluti al ritorno a casa

Una ragazza allegra, felice, che si sente bene accolta e a suo agio in famiglia, sarà sicuramente una persona che questa felicità la farà rifluire verso i nostri bambini … Sono troppo ottimista? Può darsi, vediamola allora in un altro modo: lascereste 3/4 ore al giorno i vostri bambini con una persona infelice, depressa, triste che non vede l’ora di tornare a casa sua? Non credo.

Nella vita pratica occorre mettere bene in chiaro i compiti della tata, orari di lavoro e competenze. Ci sono cose che diamo per scontate, ma che non lo sono. Ho dovuto spiegare alle tate che non si fanno lavatrici per 3 paia di mutande e tanto meno asciugatrici, di spegnere le luci quando escono di casa, di non fare docce di 30 minuti, che i bambini devono fare il bidè “dopo” perché è nelle nostre abitudini, che preferirei non stessero su facebook quando è il tempo che devono condividere con i piccoli … Dall’altra parte ho incoraggiato le tate ad esprimere i loro disagi e parlare con noi se qualcosa non gli tornava, a volte è andata bene altre volte meno, alcune esperienze sono state indimenticabili, altre decisamente da dimenticare, però l’esperienza globale è sempre stata educativa per i bambini, ma anche per noi adulti e alcune tate, con la loro cultura, ci hanno dato tanti spunti su cui riflettere, confrontarci e talvolta anche cambiare idea.

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